Da sinistra: il vice sindaco di Pesaro Daniele Vimini, il professor Francesco Del Monte e l’ambasciatore Giorgio Girelli nella Sala Koch del Senato
di Giorgio Girelli *
ROMA – La Fondazione “Cardinale Francesco Maria Del Monte”, promossa dall’economista pesarese Francesco Del Monte, è stata presentata nella Sala Koch del Senato della Repubblica. Ambiente a me familiare perché un tempo, prima di essere destinata allo svolgimento di convegni, era la sala di studio della Biblioteca, attigua all’Aula : li ho trascorso diverse ore durante i lunghi anni della mia attività di consigliere parlamentare presso la Camera Alta. Poi, con il trasferimento degli oltre settecentomila volumi e tremila periodici al Palazzo della Minerva, accanto al Pantheon, la Biblioteca, intitolata a Giovanni Spadolini, ebbe un prestigioso edificio tutto suo.
I lavori del convegno sono stati introdotti da un articolato intervento di Gianni Letta, presidente della Fondazione Rossini, che ha ricostruito un simpatico parallelismo tra i vari segmenti che hanno caratterizzato attività e movimenti del cardinale Del Monte e la vita culturale e politica della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, la quale peraltro ha dato avvio agli interventi con un ampio e dotto saluto ai presenti. Il vice sindaco di Pesaro Daniele Vimini ha espresso il compiacimento e l’augurio della città rossiniana evidenziando le potenzialità culturali della Fondazione e le sinergie praticabili con il tessuto culturale del centro marchigiano, eretto dall’UNESCO a “città della musica”, arte cui il cardinale ha dedicato ampie cure. Con Letta e Vimini c’è stata l’opportunità, oltre che di commentare positivamente la nascita della Istituzione intitolata al cardinale, anche di approfondire temi di comune interesse musicale.
Il professor Del Monte ha già all’attivo della Fondazione da lui presieduta la pubblicazione di un ponderoso volume sull’antenato cardinale, ricco di approfondimenti storici. L’ampia rete poi di contatti internazionali che l’economista ha saputo attivare assicureranno fruttuosi risultati alla Fondazione e occasione di grande arricchimento alla cultura pesarese e nazionale. Anche il comune di Pesaro ha visto con favore la nascita del nuovo ente culturale e sta approfondendo le procedure per un possibile ingresso nella Istituzione. Francesco Maria Del Monte (1549 – 1626) fu un fine diplomatico ed un generoso mecenate appassionato delle arti, delle scienze e della musica. Fissò la sua residenza nel 1589 a Palazzo Madama (oggi sede del Senato), grandioso edificio che gli fu offerto da Ferdinando De’ Medici per il disbrigo delle sue attività istituzionali e dove per l’occasione è “ritornato”
Il palazzo era frequentato tra gli altri, oltre che da Galileo Galilei, dal Caravaggio, da Federico Cesi, anche da politici, diplomatici, scienziati, musicisti, tanto che il luogo divenne un ambiente interdisciplinare di livello europeo. Il fratello del cardinale, Guidubaldo Del Monte, condottiero e scienziato, era nato a Pesaro e su di lui ha condotto studi, tra gli altri, il professor Enrico Gamba. E proprio attraverso Guidubaldo sorse la amicizia del Del Monte con Galileo Galilei. Questi, in difficoltà economiche, fu in due circostanze, per il tramite di Guidubaldo, aiutato dal cardinale. Grazie a lui ebbe da Ferdinando I dei Medici la cattedra di matematica (1589) all’università di Pisa e, nel 1592, all’università di Padova. In occasione dello storico processo intentato contro il grande personaggio il cardinale prese le sue difese. Singolare poi l’aneddoto per cui, dopo aver ricevuto dallo scienziato pisano uno dei primi cannocchiali, il cardinale Del Monte suggerì a Galilei di provare ad impiegare in luogo del vetro il “cristallo di montagna”. Cosa che Galileo fece riscontrandone la validità.
Tra le altre attività, il cardinale Del Monte fu anche protettore, a Roma, della “Congregazione dei musici”. L’istituzione, che in futuro diventerà la famosa Accademia di Santa Cecilia, ora presieduta da Michele dall’Ongaro, nel 1585 ottenne formale riconoscimento con la bolla Ratione Congruit di Sisto V, anch’egli marchigiano. Va peraltro ricordato che “gli anni sessanta del XVI secolo erano periodo di crisi per la musica sacra”, come scrive Domenico Carboni nella sua storia sul Conservatorio di Musica Santa Cecilia: nel Concilio Tridentino del 1562 “un buon numero di padri proposero di abolire la musica nelle funzioni” religiose: veniva eccepito che la musica polifonica “era diventata sempre più elaborata” e la comprensione del “testo liturgico si perdeva nei meandri del virtuosismo contrappuntistico di derivazione fiamminga”. Altro rilievo riguardava il ricorso “ad arie profane alla moda” ( tema che fa discutere anche oggi). Giovanni Pierluigi da Palestrina convinse però il Pontefice a non seguire questa strada, pur promuovendo l’adozione di riforme volte a sfrondare “le fioriture contrappuntistiche”. Nel 1624 Urbano VIII concesse alla Congregazione “la licenza dell’insegnamento musicale ed il diritto di veto su tutte le pubblicazioni di musica ecclesiastica.” Venne poi fissato l’obbligo per gli esecutori di musiche ecclesiastiche di aderire alla Congregazione. L’organismo acquistò una influenza notevole finchè nel 1716 Clemente XI, papa urbinate, allo scopo di disciplinarne compiutamente organizzazione e compiti adottò un complesso decreto stabilendo che “ qualunque persona tanto ecclesiastica quanto secolare che al presente esercita, ed in avvenire eserciterà, la professione della musica, sì nelle cappelle di servizio continuo, come in ogni altra chiesa di Roma, debba osservare li statuti della nostra Congregazione, ubbidire non solo a’ presenti decreti, ma a tutti gl’altri ordini e decreti da farsi in avvenire dalla medesima sotto le pene che si diranno appresso, intendendosi però sempre eccettuati li Musici della Cappella Pontificia li quali formano fra di loro un Collegio affatto distinto dalla nostra Congregazione”.
Ebbene, con riguardo al clima musicale quanto meno dei primi anni della seconda metà del ‘500, il ruolo svolto dal cardinale Del Monte a sostegno della musica fu notevole. Su di esso dall’Ongaro si è brillantemente soffermato tra l’altro evidenziando l’azione da lui intrapresa per l’allestimento di nuovo organi in talune chiese e per favoriere l’attività artistica dei componenti della Congregazione di cui era Protettore. Ferveva, nell’alto esponente della Chiesa, una vocazione interdisciplinare che trovava espressione nella promozione di un rapporto attivo tra le arti.
Altri interventi hanno arricchito il qualificato incontro: Felix Hunger, presidente della European Academy for Sciences di Salisburgo, padre Nuno da Silva Goncalves, rettore della Pontificia Università Gregoriana, Francesco Moschini, segretario generale della Accademia Nazionale di San Luca, Jurgen Renn, rappresentato da Teresa Hollerbach, per il Max Planck Institute for History di Berlino, nonché il nunzio apostolico in Italia e San Marino Emil Paul Tscherrig. L’evento è stato concluso dal professor Francesco Del Monte che ha ulteriormente sottolineato le caratteristiche della multiforme attività dell’illustre antenato e le prospettive operative della Fondazione.
*Presidente Emerito del Conservatorio Statale Rossini