Emma Petitti con Andrea Orlando
di Emma Petitti*
Ogni volta che si parla del Partito Democratico, il tutto spesso si traduce in una lista di critiche definite ‘costruttive’. Le critiche, sicuramente ci sono state e ci saranno perché le donne e gli uomini del PD non sono perfetti, fanno errori e a volte il loro cammino è incerto. Ma voglio sottolineare tre volte in rosso l’espressione ‘le donne e gli uomini del PD’. Qui sta il senso stesso di quello che oggi, alla vigilia delle elezioni regionali dell’Emilia Romagna, con ancora più orgoglio, rivendico come il mio e il nostro Partito: siamo volti, corpi, idee con un nome e un cognome.
Tutti i giorni ci ritroviamo nelle vie e nelle piazze delle nostre città, in tutta Italia, a proporre, realizzare, rispondere delle cose fatte di quelle che si dovranno fare, a confrontarci sulla realtà del presente e su un’idea di futuro.
La Costituzione Italiana lo chiama Partito. E chiamiamolo in questo modo, senza ‘trucchi e parrucchi’ più in odore di marketing che di sostanza.
‘E allora il PD?’
Sul Partito Democratico, sin dalla sua nascita 12 anni fa, si sono sprecate le analisi, le opinioni più o meno motivate e approfondite. Se però alla fine dovessi sintetizzare chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare, mi concentrerei su questa sintesi: noi siamo quelli che rimangono e non scappano il giorno dopo le elezioni.
Ci siamo stati quando poco meno di 10 anni fa abbiamo salvato il Paese dalla catastrofe economica e dalla marginalizzazione definitiva in Europa, assumendoci responsabilità e compiti che avremmo potuto respingere per un cinico calcolo elettorale.
Ci siamo stati e ci siamo adesso come forza trainante nel governo dell’Emilia-Romagna: unico per risultati e radicamento sui territori, capace di unire la grande tradizione della ‘collegialità cooperativa’ della nostra regione alla modernità e all’innovazione del fare impresa a qualunque livello.
Il Partito Democratico ha dato un contributo decisivo alla realizzazione di questo pezzo d’Italia che funziona, attraversato dalla via Emilia e dall’Appennino. Ne sarà perno anche nei prossimi anni con la sua visione di uno sviluppo che crea lavoro, che non lascia indietro nessuno, che ha l’Europa e il mondo come orizzonte, che condivide e non divide, che incontra e non è contro, che sa stare in una coalizione di governo con la forza delle proprie proposte, che non vuole dare lezioni agli alleati ma non vuole neanche riceverne.
Stefano Bonaccini è il candidato migliore per portarci a questo traguardo che sarà un nuovo punto di partenza per l’Emilia Romagna. Anche stavolta le donne e gli uomini del PD saranno lì con le loro facce e le loro idee.
Siamo consapevoli e orgogliosi della nostra storia. Veniamo da lontano e vogliamo andare lontano.
Negli ultimi 15 anni il panorama politico nazionale è stato dominato dalla comunicazione e dal marketing. Il cosa comunichiamo è divenuto via via più importante del cosa costruiamo e proponiamo, di ogni senso ed idea di futuro e di proposta per il Paese.
Noi no. Rispondiamo dei nostri errori, ci mettiamo la faccia sulle nostre proposte. A Rimini, come a Bologna, come al Governo dell’Italia.
Senza gridare, senza spargere paura, senza fomentare la divisione. Ma nei Comuni e nei quartieri, nei luoghi dove ci sono i problemi e le opportunità, a cercare soluzioni insieme.
Il 26 gennaio il Partito Democratico, con il suo simbolo, le sue donne e i suoi uomini, sarà a fianco di Stefano Bonaccini per un’Emilia-Romagna che possa proseguire il suo percorso di lavoro, sviluppo e protezione sociale, potendo guardare ogni giorno negli occhi chi la governa chiedendone conto. Siamo un partito che si riconosce in un quadro di valori e mai ci vergogneremo di esserlo.
Viva il Partito Democratico!
La Costituzione Italiana lo chiama Partito. E chiamiamolo in questo modo, senza ‘trucchi e parrucchi’ più in odore di marketing che di sostanza.
‘E allora il PD?’
Sul Partito Democratico, sin dalla sua nascita 12 anni fa, si sono sprecate le analisi, le opinioni più o meno motivate e approfondite. Se però alla fine dovessi sintetizzare chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare, mi concentrerei su questa sintesi: noi siamo quelli che rimangono e non scappano il giorno dopo le elezioni.
Ci siamo stati quando poco meno di 10 anni fa abbiamo salvato il Paese dalla catastrofe economica e dalla marginalizzazione definitiva in Europa, assumendoci responsabilità e compiti che avremmo potuto respingere per un cinico calcolo elettorale.
Ci siamo stati e ci siamo adesso come forza trainante nel governo dell’Emilia-Romagna: unico per risultati e radicamento sui territori, capace di unire la grande tradizione della ‘collegialità cooperativa’ della nostra regione alla modernità e all’innovazione del fare impresa a qualunque livello.
Il Partito Democratico ha dato un contributo decisivo alla realizzazione di questo pezzo d’Italia che funziona, attraversato dalla via Emilia e dall’Appennino. Ne sarà perno anche nei prossimi anni con la sua visione di uno sviluppo che crea lavoro, che non lascia indietro nessuno, che ha l’Europa e il mondo come orizzonte, che condivide e non divide, che incontra e non è contro, che sa stare in una coalizione di governo con la forza delle proprie proposte, che non vuole dare lezioni agli alleati ma non vuole neanche riceverne.
Stefano Bonaccini è il candidato migliore per portarci a questo traguardo che sarà un nuovo punto di partenza per l’Emilia Romagna. Anche stavolta le donne e gli uomini del PD saranno lì con le loro facce e le loro idee.
Siamo consapevoli e orgogliosi della nostra storia. Veniamo da lontano e vogliamo andare lontano.
Negli ultimi 15 anni il panorama politico nazionale è stato dominato dalla comunicazione e dal marketing. Il cosa comunichiamo è divenuto via via più importante del cosa costruiamo e proponiamo, di ogni senso ed idea di futuro e di proposta per il Paese.
Noi no. Rispondiamo dei nostri errori, ci mettiamo la faccia sulle nostre proposte. A Rimini, come a Bologna, come al Governo dell’Italia.
Senza gridare, senza spargere paura, senza fomentare la divisione. Ma nei Comuni e nei quartieri, nei luoghi dove ci sono i problemi e le opportunità, a cercare soluzioni insieme.
Il 26 gennaio il Partito Democratico, con il suo simbolo, le sue donne e i suoi uomini, sarà a fianco di Stefano Bonaccini per un’Emilia-Romagna che possa proseguire il suo percorso di lavoro, sviluppo e protezione sociale, potendo guardare ogni giorno negli occhi chi la governa chiedendone conto. Siamo un partito che si riconosce in un quadro di valori e mai ci vergogneremo di esserlo.
Viva il Partito Democratico!
*Assessore regionale al Bilancio