Museo Luigi Tonini, mostra sull’ex corderia di Viserba. Dedicata al Riuso del Moderno, l’iniziativa è promossa dall’Ordine degli Architetti di Rimini che andrà avanti ancora per un weekend con incontri e dibattiti. Visitabile fino al 1° dicembre (dalle 10 alle 19, fino alle 23 il mercoledì), che forniscono esempi concreti di edifici abbandonati, eppure spesso così ricchi di architettura, che potrebbero trovare nuova vita.
Luogo storico e allo stesso tempo magico per i viserbesi e per i riminesi in genere. Nata dalle ceneri di un mulino dell’anno mille, nel 1800 si trasformò prima in una Pileria di riso e poi in una Corderia per la lavorazione della canapa. Durante la grande guerra i tedeschi l’avevano trasformata in un campo di prigionia e deposito di materiali bellici, prima di passare in mano alle forze alleate. Dal dopoguerra il complesso è stato abbandonato a sé stesso e oggi, di quel capolavoro di archeologia industriale, non rimane quasi nulla. Alcuni appassionati di fotografia riminesi l’hanno utilizzata come set fotografico per i propri progetti, che trovano spazio nella mostra ri-Corderia, nata per ricordare cos’è stata la Corderia di Viserba.
Gli scatti sono di Davide Arlotti, Alessandro Costa, Foto Paritani, Francesco Presepi e Giuliano Semprini.
E’ dedicata a fabbriche dismesse, ma anche a sanatori chiusi, ville disabitate, vecchie colonie, chiese e monasteri, la mostra Fabbriche e altre storie di abbandono, una serie di scatti dell’architetto Alessandro Costa che fanno parte di uno studio molto più ampio e articolato sui luoghi italiani dell’abbandono avvenuto tra il 2010 e il 2017.
Luoghi dimenticati e fatiscenti dalle notevoli valenze architettoniche e con un grandissimo potenziale ma che attualmente si configurano esclusivamente come un costo per il territorio, sia a livello economico-sociale che di immagine per le città. Un “capitale morto” e trasformato dal tempo che con una giusta politica di trasformazione, rigenerazione e riuso potrebbe dare una nuova vita a questi luoghi dimenticati.
Mentre la politica discute sulle possibili scelte, la natura inesorabilmente è tornata ad appropriarsi dei suoi spazi, dando vita a formidabili “contenitori” di bellezza che vengono catturati dalle immagini esposte al Museo della Città.
E’ una mostra di tipo documentale, invece, Abitare il Paese – La cultura della domanda – I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro, che espone gli esiti del percorso elaborato dall’Ordine degli Architetti di Rimini in partenariato con l’Istituto Comprensivo Centro Storico di Rimini, in particolare con i ragazzi delle seconde classi della scuola secondaria di primo grado Panzini, nell’ambito del progetto Abitare il Paese, che nella sua azione pilota ha visto coinvolti 30 Ordini di tutto il territorio nazionale. I rappresentanti degli Ordini hanno organizzato incontri con studenti di diverse età per trasmettere una cultura sull’architettura. Ne sono nati progetti formativi di diversa natura, come quello esposto nella mostra Abitare il Paese – La cultura della domanda -I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro.
L’evento ‘Il Riuso del Moderno’ è organizzato in collaborazione con Archirì, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia e del Comune di Rimini, della Diocesi di Rimini, dei Comuni di Morciano di Romagna, Pennabilli, Riccione e Santarcangelo; inoltre del Cluster E-R Build, Piano Strategico e Camera di Commercio della Romagna.
Sostengono a partecipano all’evento la Fondazione Inarcassa, Fondazione Architetti Marche, Abruzzo-Molise, Lazio, della Repubblica di San Marino, l’Ordine Architetti Pesaro-Urbino, Rete Professioni Tecniche, il Dipartimento Architettura di Ferrara, l’Alma Mater Studiorum di Bologna, l’Università della Repubblica di San Marino.
Un ringraziamento particolare per il loro contributo alle aziende Eco Area, Del Conca, Fratelli Franchini, Giorgi Ufficio, Start Romagna, Edilizia Professionale Romagna, Due come Noi e Tutto Luce. Inoltre: alla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, CNA Rimini, ANCE Romagna.