Per i 500 anni della morte di Raffaello ritorna a Rimini da Berlino la Madonna Diotallevi nel 2020.
Rimini rende omaggio all’urbinate con una mostra incentrata sulla Madonna Diotallevi, opera appartenuta fino all’Ottocento alla collezione del riminese Audiface Diotallevi. Già annunciata per l’autunno 2019 al Museo della Città, viene spostata al 2020 su richiesta dei Musei Nazionali di Berlino, costretti a modificare le date della loro grande esposizione su Raffaello.
“Una proposta che si trasforma in una importante opportunità per Rimini per diventare una delle città protagoniste delle celebrazioni per il cinquecentesimo avversario della morte del Maestro – dice l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia -. La mostra riminese si inserirà tra le manifestazioni culturali raffaellesche del 2020, qualificandosi però per la sua duplice lettura: la formazione e l’attività giovanile dell’artista e nel contempo la storia della collezione e la figura del collezionista, Audiface Diotallevi, Gonfaloniere di Rimini dal 1857 al 1859”.
Il nuovo calendario inoltre consentirà agli studiosi di proseguire il lavoro investigativo che già ha svelato novità meritevoli di approfondimenti sulla collezione Diotallevi. Novità non solo sulle vicende del capolavoro giovanile di Raffaello ora a Berlino, ma sull’intera prestigiosa raccolta riminese, ammirata e ricordata da illustri viaggiatori per la presenza di opere attribuite a Leonardo da Vinci, a Benvenuto Tisi detto il Garofalo, oltre alle tavole pittoriche del Trecento riminese esposte al Museo della Città. La mostra offre quindi una preziosa occasione per scoprire le sorti dei singoli dipinti: una indagine indiziaria di difficile conduzione, ma che sta dando ottimi risultati al fine dell’identificazione delle opere, approdate con nuove attribuzioni in grandi musei internazionali.
“La Madonna Diotallevi tornerà dunque a Rimini nel 2020, l’anno di Raffaello e l’anno del centenario dalla nascita di Fellini – conclude l’assessore Piscaglia – Un 2020 che si prospetta fondante per la costruzione della nuova Rimini, città d’arte e di cultura”.
Rimini rende omaggio all’urbinate con una mostra incentrata sulla Madonna Diotallevi, opera appartenuta fino all’Ottocento alla collezione del riminese Audiface Diotallevi. Già annunciata per l’autunno 2019 al Museo della Città, viene spostata al 2020 su richiesta dei Musei Nazionali di Berlino, costretti a modificare le date della loro grande esposizione su Raffaello.
“Una proposta che si trasforma in una importante opportunità per Rimini per diventare una delle città protagoniste delle celebrazioni per il cinquecentesimo avversario della morte del Maestro – dice l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia -. La mostra riminese si inserirà tra le manifestazioni culturali raffaellesche del 2020, qualificandosi però per la sua duplice lettura: la formazione e l’attività giovanile dell’artista e nel contempo la storia della collezione e la figura del collezionista, Audiface Diotallevi, Gonfaloniere di Rimini dal 1857 al 1859”.
Il nuovo calendario inoltre consentirà agli studiosi di proseguire il lavoro investigativo che già ha svelato novità meritevoli di approfondimenti sulla collezione Diotallevi. Novità non solo sulle vicende del capolavoro giovanile di Raffaello ora a Berlino, ma sull’intera prestigiosa raccolta riminese, ammirata e ricordata da illustri viaggiatori per la presenza di opere attribuite a Leonardo da Vinci, a Benvenuto Tisi detto il Garofalo, oltre alle tavole pittoriche del Trecento riminese esposte al Museo della Città. La mostra offre quindi una preziosa occasione per scoprire le sorti dei singoli dipinti: una indagine indiziaria di difficile conduzione, ma che sta dando ottimi risultati al fine dell’identificazione delle opere, approdate con nuove attribuzioni in grandi musei internazionali.
“La Madonna Diotallevi tornerà dunque a Rimini nel 2020, l’anno di Raffaello e l’anno del centenario dalla nascita di Fellini – conclude l’assessore Piscaglia – Un 2020 che si prospetta fondante per la costruzione della nuova Rimini, città d’arte e di cultura”.