di Hossein Fayaz
Nella democrazia rappresentativa italiana, il cittadino, spesso, si sente escluso dalle istituzioni democratiche del Paese, a cominciare dal Comune. Solamente, ogni cinque anni per un raro momento, in cabina elettorale, esercita il suo diritto di cittadino.
Manca nella maggioranza degli ottomila Comuni un regolamento democratico per i referendum comunali. Fanno eccezione VICENZA e ALCUNI COMUNI IN PROVINCIA DI BOLZANO. Un regolamento democratico che renda possibile la partecipazione dei cittadini alle grandi decisioni amministrative per la propria città. La convocazione dei referendum comunali senza quorum, laccio e laccioli, sui vari argomenti, è lo strumento indispensabile per la partecipazione.
Con i referendum abrogativi si poteva bloccare ad esempio le enormi cementificazioni nei centri urbani che hanno devastato l’ambiente ed i nostri paesaggi.
Con i referendum propositivi si può proporre ai cittadini i vari progetti e decidere sulle scelte difficili.
Con il referendum consultivo si può chiedere ai cittadini le loro priorità. Se desiderano avere una Sala Polivalente, o una nuova biblioteca moderna e funzionale?
Dopo una lunga attesa, gli elettori cattolichini e di tutta la provincia, a fine del 2019, l’amministrazione comunale di Cattolica (M5S) ha annunciato questa buona notizia.
Infatti, il titolo dell’iniziativa in comunicato stampa del 20 novembre 2019 della segreteria del sindaco di Cattolica è stato descritto come segue: “Percorso partecipativo promosso dal Comune di Cattolica, Provincia di Rimini, con il contributo della L.R. n. 15/2018. Ascolto, confronto, collaborazione e condivisione di responsabilità: questo è lo scopo finale del processo partecipativo.”
Di seguito, alle ore 18,30 del 14 gennaio 2020, presso il Palazzo del Turismo, in presenza del sindaco Mariano Gennari è stato organizzato una gremita assemblea cittadina moderata dalla presidente del Consiglio comunale Silvia Pozzoli per la presentazione del Percorso Partecipativo per riformare lo Statuto comunale ed il regolamento dei referendum. Queste riforme saranno discusse ed elaborate dai cittadini con l’aiuto della signora Anna Maria Torris nel ruolo del faccettatrice. I tavoli di negoziazione avranno luogo, sempre in Palazzo del turismo, nelle due serate del 21 gennaio e primo febbraio e nelle due giornate di fine settimana del 21 e 22 febbraio. L’obbiettivo di questo importante percorso partecipativo, finanziato dalla regione Emilia Romagna e svolto per la prima volta in un Comune della Provincia di Rimini, è l’approvazione di un regolamento per i referendum comunali senza quorum con la partecipazione attiva dei cittadini.
Attendiamo vivamente, dai partecipanti a questo percorso e dai Consiglieri Comunali di Cattolica, di elaborare ed approvare un regolamento dei referendum comunali, in anzi tutto senza quorum, esteso a tutti gli argomenti permessi dalla Costituzione, dalle leggi statali e regionali e con un numero ragionevole delle firme necessarie per indire il referendum. Visto le difficoltà oggettive per la raccolta delle firme autenticate da un pubblico ufficiale, da un consigliere comunale o da un notaio, pensiamo che non debba essere superiore al 10% dei votanti all’ultimo appuntamento elettorale.
Manca nella maggioranza degli ottomila Comuni un regolamento democratico per i referendum comunali. Fanno eccezione VICENZA e ALCUNI COMUNI IN PROVINCIA DI BOLZANO. Un regolamento democratico che renda possibile la partecipazione dei cittadini alle grandi decisioni amministrative per la propria città. La convocazione dei referendum comunali senza quorum, laccio e laccioli, sui vari argomenti, è lo strumento indispensabile per la partecipazione.
Con i referendum abrogativi si poteva bloccare ad esempio le enormi cementificazioni nei centri urbani che hanno devastato l’ambiente ed i nostri paesaggi.
Con i referendum propositivi si può proporre ai cittadini i vari progetti e decidere sulle scelte difficili.
Con il referendum consultivo si può chiedere ai cittadini le loro priorità. Se desiderano avere una Sala Polivalente, o una nuova biblioteca moderna e funzionale?
Dopo una lunga attesa, gli elettori cattolichini e di tutta la provincia, a fine del 2019, l’amministrazione comunale di Cattolica (M5S) ha annunciato questa buona notizia.
Infatti, il titolo dell’iniziativa in comunicato stampa del 20 novembre 2019 della segreteria del sindaco di Cattolica è stato descritto come segue: “Percorso partecipativo promosso dal Comune di Cattolica, Provincia di Rimini, con il contributo della L.R. n. 15/2018. Ascolto, confronto, collaborazione e condivisione di responsabilità: questo è lo scopo finale del processo partecipativo.”
Di seguito, alle ore 18,30 del 14 gennaio 2020, presso il Palazzo del Turismo, in presenza del sindaco Mariano Gennari è stato organizzato una gremita assemblea cittadina moderata dalla presidente del Consiglio comunale Silvia Pozzoli per la presentazione del Percorso Partecipativo per riformare lo Statuto comunale ed il regolamento dei referendum. Queste riforme saranno discusse ed elaborate dai cittadini con l’aiuto della signora Anna Maria Torris nel ruolo del faccettatrice. I tavoli di negoziazione avranno luogo, sempre in Palazzo del turismo, nelle due serate del 21 gennaio e primo febbraio e nelle due giornate di fine settimana del 21 e 22 febbraio. L’obbiettivo di questo importante percorso partecipativo, finanziato dalla regione Emilia Romagna e svolto per la prima volta in un Comune della Provincia di Rimini, è l’approvazione di un regolamento per i referendum comunali senza quorum con la partecipazione attiva dei cittadini.
Attendiamo vivamente, dai partecipanti a questo percorso e dai Consiglieri Comunali di Cattolica, di elaborare ed approvare un regolamento dei referendum comunali, in anzi tutto senza quorum, esteso a tutti gli argomenti permessi dalla Costituzione, dalle leggi statali e regionali e con un numero ragionevole delle firme necessarie per indire il referendum. Visto le difficoltà oggettive per la raccolta delle firme autenticate da un pubblico ufficiale, da un consigliere comunale o da un notaio, pensiamo che non debba essere superiore al 10% dei votanti all’ultimo appuntamento elettorale.