• Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti
MENSILE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA SPORT E COSTUME DELLE PROVINCE DI RIMINI E PESARO - TEL. 0541-611070
domenica, Aprile 27, 2025
27 °c
Rimini
27 ° Mar
27 ° Mer
  • Login
 
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
 
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
Home Economia

Economia. Salario minimo europeo: tanti obiettivi per un solo strumento

Redazione di Redazione
3 Novembre 2020
in Economia
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
A A

Tratto da lavoce.info

 

di Claudio Lucifera, docente di Economia politica presso l’Università Cattolica di Milano

La Commissione europea ha promosso una proposta di direttiva per un salario minimo adeguato nei paesi dell’Unione. Ma sono numerosi i punti critici del suo impianto. E tanti i dubbi sulla sua efficacia. Anche perché si parte da situazioni molto diverse.

Perché interviene la Commissione

La crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria ha colpito in modo particolare alcuni settori e alcuni gruppi di lavoratori. Molti di loro – occupati in settori come la vendita al dettaglio, la logistica e trasporti, l’assistenza sanitaria a lungo termine e tutti i servizi di cura alle famiglie – hanno basse qualifiche e spesso un basso salario.

Su questi lavoratori si è riversato l’onere maggiore della crisi, oltre che per i bassi salari, anche per il crollo delle ore lavorate e il massiccio ricorso a schemi temporanei di integrazione al reddito per quelli in esubero (i cosiddetti furlough scheme equivalenti alla nostra cassa integrazione). Nei paesi dell’Unione europea, come certificato da Eurostat (qui), anche prima dell’attuale crisi, circa il 10 per cento dei lavoratori viveva in condizioni di povertà relativa. In Italia questa quota era al di sopra della media europea e pari al 12,3 per cento. Inoltre, come riportato nella figura 1, la percezione di ricevere un reddito ingiustamente basso è condivisa dalla maggioranza dei cittadini europei e dal 67 per cento degli italiani (European Social Survey).

Flourish logoA Flourish chart
La crisi ha senza dubbio peggiorato le cose, sia ampliando la forbice tra i lavoratori maggiormente protetti e i cosiddetti working poors, sia aumentando la percezione di redditi ingiustamente bassi nella popolazione.

Per contrastare questa tendenza e ottemperare ai principi sanciti dal Pilastro europeo dei diritti sociali (qui) – il diritto a un reddito minimo (Pilastro 14) e una retribuzione equa (Pilastro 6) che garantiscano ai lavoratori un tenore di vita dignitoso – la Commissione europea ha recentemente promosso una proposta di direttiva per un salario minimo adeguato nei paesi membri dell’Unione (Adequate minimum wages in the European Union).

L’impianto della direttiva

La direttiva interviene in un ambito nuovo e politicamente sensibile: in primo luogo perché la Commissione non ha competenza in materia di regolazione salariale (si veda l’articolo di Andrea Garnero e Giulia Giupponi qui); e in secondo luogo perché sebbene la contrattazione collettiva sia diffusa in tutti paesi dell’Unione, di fatto l’articolazione in livelli, il coordinamento tra i settori, il tasso di copertura e la durata dei contratti, così come le regole di estensione (obbligatoria o di fatto) sono così diversi da rendere problematico qualsiasi tipo di intervento.

La proposta è articolata in quattro capitoli e contiene una ventina di articoli che coprono un ampio spettro di istituti: dalla definizione del minimo, alla promozione della contrattazione collettiva, il coinvolgimento delle parti sociali nella regolazione dei minimi e l’aggiustamento nel tempo, fino alla vigilanza e monitoraggio degli effetti economici e sociali dei minimi stessi. Come questi principi generali saranno tradotti in iniziative legislative è lasciato ai tempi e alla discrezionalità dei singoli paesi, secondo il principio di sussidiarietà. Tuttavia, i punti critici sull’impianto e sull’efficacia della direttiva sono numerosi, così come le implicazioni per il nostro paese.

La proposta distingue tra i paesi con e senza salario minimo legale, precisando che in questi ultimi la protezione dei minimi è affidata agli assetti tradizionali delle relazioni industriali senza obblighi di introdurre un minimo legale, né l’estensione dei minimi definiti dalla contrattazione alle imprese non firmatarie. Precisa, inoltre, che nei paesi in cui la copertura dei contratti collettivi sia inferiore al 70 per cento debbano essere intraprese azioni per sostenere la diffusione della contrattazione. Purtroppo, non esistono dati attendibili sulla copertura dei contratti collettivi, e anche nei paesi in cui la normativa dispone l’estensione dei minimi a tutte le imprese, il passaggio non è automatico ma variamente regolato da provvedimenti dei ministeri competenti.

Nel nostro paese la copertura dei contratti s’intreccia con la spinosa questione della rappresentatività delle parti sociali, in un vuoto legislativo che ha aperto la strada ai cosiddetti “contratti pirata”. Nei fatti, quindi l’applicabilità dell’articolo 4, in Europa e in Italia, appare assai dubbia.

La direttiva indica come la determinazione del salario minimo dovrebbe essere regolata e adeguata nel tempo, tenendo in considerazione la dinamica dei prezzi, della produttività, il potere di acquisto, il livello e la distribuzione dei salari. Inoltre, dispone che nella definizione dei minimi legali sia necessario coinvolgere le parti sociali. Pur non entrando nel merito di quale livello del salario minimo debba essere adottato come riferimento dai paesi membri, vengono evocati i criteri utilizzati negli studi internazionali, come ad esempio il rapporto tra salario minimo legale e salario medio (o mediano): il cosiddetto Kaitz index. A regime, l’indice dovrebbe essere almeno pari al 60 per cento. La figura 2, tuttavia, mostra come nella maggioranza dei paesi l’indice di Kaitz sia di fatto inferiore e come l’aggiustamento necessario sia significativo.

Cosa accadrebbe in Italia?

Un confronto con il caso italiano non è semplice, visto che esistono più di 800 contratti collettivi nazionali con minimi tabellari molto differenziati. Tuttavia, considerando quelli dei principali contratti firmati dai sindacati confederali e dalle organizzazioni datoriali, l’indice di Kaitz varia tra il 70 e il 90 per cento, quindi sulla carta è più elevato di quello degli altri paesi europei (qui).

In realtà, più di due terzi degli 800 contratti collettivi sono siglati da organizzazioni minoritarie e poco diffuse che operano spesso un vero dumping contrattuale delle garanzie e delle tutele dei lavoratori.

L’introduzione di un salario minimo anche nel nostro ordinamento ha sempre visto sindacati e organizzazioni datoriali uniti nel rigettare l’idea, sostenendo che non ce ne sia bisogno. I fatti in realtà dicono il contrario, soprattutto se viene considerata anche la vasta platea di lavoratori con contratti parasubordinati, o eterodiretti che – tranne rare eccezioni – sono generalmente esclusi dalla copertura dei contratti collettivi. Resta dunque da vedere se la direttiva, indipendentemente dalla attuale congiuntura, riuscirà a rafforzare la contrattazione collettiva, elevare i minimi retributivi e combattere il lavoro povero in gran parte dei paesi europei e, nel caso dell’Italia, invertendo la tendenza alla frammentazione contrattuale e all’erosione della copertura dei contratti collettivi comparativamente più rappresentativi. Molti obiettivi con un solo strumento, c’è ragione di dubitarne.

Articolo precedente

Rimini. Cultura di impresa dell’Università di Rimini, assegnato alla Valpharma

Articolo seguente

Rimini. Pecci, Lega: “Mare d’inverno, Bonaccini lo aveva promesso”

Redazione

Redazione

REDAZIONE LA PIAZZA

Articoli Collegati

Economia

Santarcangelo di Romagna presenta il suo brand di destinazione turistica e il calendario eventi 2025 il 9 maggio

24 Aprile 2025
Mirco Bastianelli
Economia

Pesaro. Ketobar, sbarco pesarese per Marco Bastianelli

21 Aprile 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Economia. Quella diffusa sensazione di fragilità economica

20 Aprile 2025
Economia

Rimini FierA (Ieg), acquisita la brasiliana Fiera internazionale dell’Agroindustria Feed & Food

17 Aprile 2025
Gianluca Spadoni
Economia

Riccione. Gianluca Spadoni: “Dazi, più di un’a piccola impresa su due stima nel 15 per cento la perdita del fatturato”

17 Aprile 2025
Economia

Economia. Perché all’Europa conviene mostrarsi falco

16 Aprile 2025
Economia

Gabicce Maremonte, presentata l’immagine 2025 di Gabicce Maremonte, la Pocket Guide turistica e il sito www.gabiccemaremonte.com

9 Aprile 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Legacoop Romagna: “L’Europa reagisca sulle multinazionali digitali”

8 Aprile 2025
Mostra più articoli
Articolo seguente

Rimini. Pecci, Lega: "Mare d'inverno, Bonaccini lo aveva promesso"

Riziero Santi

Rimini. Provincia, il 13 dicembre si vota per rinnovare i consiglieri (12)

di Marino Bonizzato

Provincia di Rimini. Coronavirus, 122 nuovi positivi (4.939 il totale). Terapia intensiva 12 (+3). Decessi 0

Rimini. Rimini Fiera, Ecomondo e Key Energy digital: inaugurano i ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa

Please login to join discussion

Ricerca articoli e archivi

No Result
View All Result

Articoli

gruppo292.com

Articoli recenti

  • Italiano miglior allenatore della stagione…  27 Aprile 2025
  • Riccione. l Club Sofà and Carpet di Jane Austen a Riccione tra tè delle cinque, letture e merletti il 10 maggio in biblioteca 26 Aprile 2025
  • San Giovanni in Marignano. Egidio Renzi, ucciso alle Fosse Ardeatine 26 Aprile 2025
  • Funerale di papa Francesco, De Pascale per l’Emilia Romagna 26 Aprile 2025
  • Angolo della poesia. Il prezzo di una fumatrice 26 Aprile 2025
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino

© 2025 .292-

La Piazza delle province di Rimini e Pesaro. Redazione : Piazza Gramsci, 34 - 47843 Misano Adriatico | p.iva 02540310402

  • Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti

Direttore Responsabile: Giovanni Cioria

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • Cronaca
    • Dalla nostra terra
    • La buona tavola
    • L’opinione
    • L’altra pagina
    • Spiega l’esperto
  • L’inchiesta
  • Redazione
  • Pubblicità
  • Contatti

© 2025 .292-