Tratto da lovoce.info
di Carlo Favero, professore ordinario di Economics presso l’Università Bocconi
Andrea Ichino, docente di econometria avanzata e di economia delle risorse umane presso l’Università degli Studi di Bologna.
e Aldo Rustichini, Professor of Economics alla University of Minnesota
I dati sulla letalità del Covid-19 mostrano come i giovani non corrano grossi rischi. Dividerli dagli anziani per limitare i contatti non è facile ma è senz’altro preferibile a un nuovo lockdown che avrebbe conseguenze socio-economiche devastanti.
Rischi minori per gli under-50
Fra le strategie per combattere il Covid-19 che vengono suggerite o imposte ai cittadini, ne viene sorprendentemente trascurata una tra le più efficaci, che probabilmente ci salverebbe da un nuovo lockdown: quella di separare i giovani dagli anziani. Il che non vuol dire recludere in isolamento gli ultra-50enni, ma favorire e se possibile rendere obbligatori tutti gli accorgimenti che consentono di evitare che un giovane infetti un anziano.
La giustificazione per questa strategia è evidente nei dati sugli effetti del contagio per fasce d’età. Su oltre 37 mila morti per Covid-19, solo 409 avevano meno di 50 anni e solo 19 meno di 30 (vedi tabella). Non sono purtroppo disponibili dati ufficiali sulla distribuzione per età dei ricoverati in terapia intensiva per Covid-19, ma si può presumere che le persone con meno di 50 anni siano una frazione relativamente trascurabile (meno del 10 per cento stando, per esempio, a un dato fornito dall’assessore Gallera per la Lombardia). I reparti di terapia intensiva rischiano il collasso solo a causa degli ultra-50enni infettati dal virus. Per chi ha un’età inferiore il ricovero è un’eccezione.
Tabella 1 – Letalità del virus per fasce d’età.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità; elaborazione del Sole24Ore.
È evidente, alla luce di questi dati, che i giovani non corrono grossi rischi nella pandemia. Affrontano rischi molto maggiori sulle strade italiane dove, nel 2019, sono morti 542 ragazzi con meno di 29 anni (fonte Istat), mentre su base annua i morti per Covid-19 di pari età sono stati meno di 40. Se davvero ci preoccupa la salute dei nostri figli dovremmo proibire loro di andare in motorino più che impedire la movida serale.
Separare i giovani dagli anziani non è facile e non può ovviamente riguardare tutti. Ma un nuovo lockdown non sarebbe certamente meno devastante. Le nostre simulazioni (reperibili qui) indicano che, sfruttando intelligentemente i diversi rischi che il Covid-19 comporta nelle varie fasce d’età, potremmo salvare molte vite umane con danni inferiori per il sistema economico. Se il governo avesse spinto dove possibile per una separazione tra giovani e anziani nel mese di settembre, la seconda ondata di infezioni dovute al Covid-19 avrebbe riguardato prevalentemente i giovani e le unità di terapia intensiva degli ospedali non sarebbero di nuovo vicino al collasso a causa della pandemia.
Come evitare un nuovo lockdown
In particolare, è impensabile chiudere le scuole: i danni per i nostri figli e per il capitale umano del paese sarebbero enormi. Ma per tenere aperte le scuole con rischi inferiori di contagio basterebbe consentire ai docenti anziani di insegnare in modo telematico da casa mentre gli studenti dovrebbero andare in classe assistititi dal personale più giovane (vedi le nostre proposta su queste pagine e sul Corriere della Sera). Così i ragazzi con accesso più difficile a internet da casa non sarebbero danneggiati. E dato che l’aumento dei contagi è largamente legato al sovraffollamento sui mezzi di trasporto, il governo potrebbe imporre corse differenziate per giovani e anziani sui mezzi pubblici. Analogamente, anche gli orari di accesso a supermercati e negozi dovrebbero essere rigidamente separati per chi ha più o meno di 50 anni. La nostra economia non può permettersi di bloccare nuovamente le attività produttive, ma in ogni posto di lavoro si possono certamente trovare accorgimenti per consentire ai giovani di entrare il meno possibile in contatto con gli anziani, che dovrebbero lavorare da casa ogni qual volta sia possibile.
Si dice che il governo non può intromettersi nella vita privata delle famiglie (anche se si potrebbe obiettare che in situazione di gravità pari a quella che stiamo vivendo, forse anche questi interventi dovrebbero essere accettati), ma potrebbe chiedere esplicitamente agli italiani di evitare il tradizionale pranzo domenicale che riunisce le generazioni delle nostre famiglie estese. I pranzi che coinvolgono più di 6 giovani non sono un problema, mentre quelli con meno partecipanti, ma di età mista, aumentano i rischi. Le autorità sanitarie avrebbero dovuto segnalarlo esplicitamente.
Il governo potrebbe anche offrire voucher che consentano ai giovani che vivono insieme agli anziani (ovviamente non ai bambini) di trasferirsi, temporaneamente, nei numerosi alberghi vuoti e mangiare nei ristoranti attualmente senza clienti. In questo modo oltre a ridurre il contagio degli anziani si sovvenzionerebbe il settore turistico, strategico per il nostro paese.
Non sono certamente suggerimenti facili da implementare. Ma un nuovo lockdown sarebbe assai meno sopportabile economicamente e psicologicamente. Chi in questi giorni chiede un nuovo lockdown non può trascurare questi effetti segnalati da molti economisti. Invitiamo quindi il governo a suggerire in modo esplicito la separazione tra giovani e anziani e a renderla obbligatoria quando possibile. Solo così il paese potrà sopravvivere, salvando il tessuto produttivo e al tempo stesso proteggendo l’unica parte della popolazione che davvero corre rischi rilevanti per via del Covid-19: gli ultra-50enni.