Gelate in agricoltura, il 60% delle aziende senza assicurazione.
Confagricoltura Emilia Romagna «Un disastro dietro l’altro: il 50-60% delle aziende colpite dalle gelate notturne non ha una copertura assicurativa perché, nel pieno dell’emergenza Covid-19, l’attivazione ha subito un drastico rallentamento. Ringraziamo la Regione per aver prontamente accolto le sollecitazioni della nostra base associativa»
Bologna, 24 marzo 2020 – «È un disastro – dichiara il presidente regionale di Confagricoltura, Marcello Bonvicini, che ha passato la mattinata a raccogliere le testimonianze degli agricoltori danneggiati dall’improvvisa ondata di freddo – sono state duramente colpite le principali colture frutticole, in particolar modo le drupacee: 5.000 ettari di superficie regionale coltivata ad albicocco; 3.500 ettari di susine e all’incirca 10.000 ettari di pesche e nettarine, più 1.800 ettari di ciliegie. Ringraziamo, per il tempestivo supporto e per aver prontamente accolto le sollecitazioni della nostra base associativa, l’assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, con il quale lavoreremo nei prossimi giorni al fine di effettuare una attenta stima dei danni – sottolinea il presidente dell’organizzazione agricola che in un momento così difficile aggiunge – oltre al danno pure la beffa: il 50-60% delle aziende colpite dalle gelate notturne non ha una copertura assicurativa perché, nel pieno dell’emergenza Covid-19, l’attivazione ha subito un drastico rallentamento».
Il crollo delle temperature ha interessato tutta la pianura, ma ancora di più le zone collinari dove l’agricoltura paga, anche questa volta, un prezzo troppo alto. A soffrire sono soprattutto le province ad alta vocazione frutticola da Rimini, Forlì – Cesena, Ravenna, fino a Bologna, Ferrara e Modena.
I danni maggiori si riscontrano su albicocche, susine, pesche, nettarine e le varietà di ciliegio a fioritura precoce. Ma il gelo, con il termometro che ha segnato fino a meno 5 o 6 gradi centigradi, non ha risparmiato nemmeno il kiwi (in particolare quello giallo) e i kaki già in fiore. Preoccupano anche i vigneti in collina e si stanno monitorando gli effetti anche sugli alberi di melo e pero.