Tratto da lavoce.info
Mario Daniele Amore, assistant professor presso l’Università Bocconi
e Guido Corbetta, professore ordinario di Strategia Aziendale e titolare della Cattedra AIdAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari in memoria di Alberto Falck, presso l’Università Bocconi
La pandemia di Covid-19 rappresenta un profondo shock per il nostro sistema economico. Ma l’impatto non è lo stesso per tutte le imprese. Fra le quotate, quelle con una struttura proprietaria familiare hanno ottenuto comunque risultati migliori.
Mercati finanziari durante la pandemia
La pandemia causata dal Covid-19 ha scosso violentemente i mercati finanziari globali. A fine aprile, l’indice americano S&P 500 registrava perdite intorno al 12 per cento rispetto ai valori di inizio anno. Durante lo stesso periodo, la borsa italiana ha perso più del 25 per cento del suo valore complessivo. Seppure i mercati finanziari abbiano iniziato a riprendersi, l’impatto della pandemia sull’economia reale sarà profondo. La reazione negativa alla sua diffusione somma infatti un’iniziale shock sul lato dell’offerta, rappresentato dalla difficoltà di reperire beni intermedi attraverso le catene del valore globali, a un aumento generalizzato dell’incertezza con ricadute negative sul lato della domanda. Varie previsioni di crescita per l’Italia indicano che il Pil si contrarrà di circa il 9 per cento nel 2020.
Diversi studi si stanno perciò interrogando sui fattori in grado di migliorare la capacità di risposta delle imprese a uno shock di tali proporzioni. Ad esempio, analisi recenti dimostrano che, insieme alla solidità finanziaria pre-Covid, un fattore rilevante risiede nella qualità della corporate governance e nelle attività di corporate social responsibility, che migliorano il rapporto tra azienda e stakeholder e riducono quindi la rischiosità percepita delle aziende durante la pandemia.
Perché le imprese familiari vanno meglio
L’evidenza empirica suggerisce inoltre che un fattore di resilienza risiede nell’identità degli azionisti: durante la diffusione della pandemia, le imprese controllate da famiglie hanno realizzato una performance azionaria significativamente superiore di quelle con altre strutture proprietarie. I loro risultati sono persino migliori quando la famiglia è presente sia nell’azionariato che nella leadership. Questi dati emergono da un’analisi di 350 aziende quotate in Italia tra gennaio e fine aprile 2020. Per ognuna di esse, sono stati utilizzati i prezzi azionari giornalieri e una metodologia in grado di rimuovere le differenze di performance attribuibili alla dimensione e al settore. Molte imprese familiari e non-familiari nel campione hanno realizzato perdite consistenti. Tuttavia, in media, quelle familiari presentano una performance azionaria di 8 punti percentuali superiore a quella delle imprese non familiari. Questi risultati non sembrano essere influenzati da fattori concomitanti, come il livello di indebitamento e la redditività pre-Covid, che sono stati utilizzati da altri studiosi per spiegare le performance di borsa durante la diffusione del virus.
Le famiglie proprietarie tendono ad avere orizzonti di lungo periodo nelle loro scelte economiche e hanno spesso a cuore il destino delle loro aziende per via di un forte attaccamento socio-emotivo al business e una tendenza a preservare la reputazione della famiglia. La natura stabile dei rapporti tra famiglie proprietarie e dipendenti o altri stakeholder ha probabilmente permesso di beneficiare di un clima organizzativo più consono ad affrontare una crisi e di un accesso privilegiato a risorse esterne. Tali elementi aiutano a rassicurare il mercato sul fatto che l’azienda lavorerà in modo ottimale per risollevarsi dalla crisi e che potrà disporre di mezzi adeguati per farlo. E la maggiore resilienza delle imprese familiari durante l’attuale pandemia sembra risiedere proprio nel coinvolgimento attivo della famiglia nella leadership dell’azienda.
Le implicazioni dell’analisi possono essere varie. Ma una emerge su tutte: al sistema economico italiano servirebbe avere un maggior numero di imprese familiari quotate. Ciò permetterebbe anche alle famiglie imprenditoriali di intraprendere percorsi di crescita ambiziosi. A tal fine, occorre una maggiore attenzione verso strumenti di policy volti a incentivare l’equity piuttosto che il debito delle imprese. Le famiglie imprenditoriali, dal canto loro, possono prepararsi con sistemi di governance in grado di bilanciare ruoli e responsabilità. Le competenze e i legami familiari, uniti a una governance trasparente, possono offrire una potente arma contro il virus.