Mauro Papalini, presidente Confindustria Pesaro Urbino
Coronavirus. Mauro Papalini, presidente Confindustria: “La speranza è non andare in recessione”.
“In questo momento – argomenta Papalini – stiamo lavorando per aiutare le imprese a sostenere il Paese. Non è facile, anche perché ogni giorno c’è un nuovo decreto da rispettare e spesso gli imprenditori, e i nostri stessi funzionari, sono costretti a rivedere le scelte definite il giorno prima.
La battaglia sterile dei codici Ateco, che identificano le imprese considerate essenziali e che possono restare aperte ha mostrato, come tutte le liste, i propri limiti. La logica vuole che si debba ragionare caso per caso, considerando anche quelle aziende che operano in filiera a supporto di quelle ritenute indispensabili. Ma è proprio sulle eccezioni che nasce la difficoltà interpretativa, in parte risolta da un documento concordato fra Confindustria, Governo e Sindacato.
Le prefetture saranno chiamate, nei prossimi giorni, a svolgere il difficile compito di verificare le dichiarazioni delle imprese che restano aperte per soddisfare la filiera o per aperture occasionali legate a reali urgenze. Sulle deroghe alle aperture sono emerse tensioni con i sindacati locali, e in particolare con il settore della metalmeccanica, generate da dichiarazioni non costruttive.
Confindustria, sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, non ha mai anteposto l’interesse particolare alla salute, ma l’interesse generale a tutela delle imprese e della sostenibilità del Paese. Passata la pandemia del Covid 19 ci sarà un dopo e non vorremmo trovarci ad affrontare una pandemia economica che faccia più vittime della prima. Per questo motivo vorrei avviare con i sindacati un confronto costruttivo, con l’obiettivo di supportare le imprese nelle proprie attività, al fine di mantenere e creare nuovi posti di lavoro piuttosto che nuovi disoccupati. In questo momento in cui il Covid 19 non fa sconti a nessuno è importante da parte di tutti dimostrare un grande senso di responsabilità civica e rispetto delle regole, anche quelle che ci sembrano superflue. Mi rivolgo inoltre ai sindacati affinché evitino la diffusione di messaggi e comunicati che generano confusione, tensioni e inutili paure, nei quali si accusa e si mette in difficoltà chi lavora, le imprese e gli imprenditori; è grazie a loro se è possibile garantire la continuità di forniture di beni e servizi essenziali come quelli del settore alimentare, delle attrezzature sanitarie, dell’energia: non voglio chiamarli eroi, ma credo che anche loro meritino supporto e gratitudine, così come stiamo dimostrando nei confronti del personale sanitario, degli addetti di imprese private che eseguono pulizie e sanificazioni: a loro voglio esprimere tutta la mia riconoscenza per l’esempio che stanno dimostrando al mondo intero”.
La battaglia sterile dei codici Ateco, che identificano le imprese considerate essenziali e che possono restare aperte ha mostrato, come tutte le liste, i propri limiti. La logica vuole che si debba ragionare caso per caso, considerando anche quelle aziende che operano in filiera a supporto di quelle ritenute indispensabili. Ma è proprio sulle eccezioni che nasce la difficoltà interpretativa, in parte risolta da un documento concordato fra Confindustria, Governo e Sindacato.
Le prefetture saranno chiamate, nei prossimi giorni, a svolgere il difficile compito di verificare le dichiarazioni delle imprese che restano aperte per soddisfare la filiera o per aperture occasionali legate a reali urgenze. Sulle deroghe alle aperture sono emerse tensioni con i sindacati locali, e in particolare con il settore della metalmeccanica, generate da dichiarazioni non costruttive.
Confindustria, sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, non ha mai anteposto l’interesse particolare alla salute, ma l’interesse generale a tutela delle imprese e della sostenibilità del Paese. Passata la pandemia del Covid 19 ci sarà un dopo e non vorremmo trovarci ad affrontare una pandemia economica che faccia più vittime della prima. Per questo motivo vorrei avviare con i sindacati un confronto costruttivo, con l’obiettivo di supportare le imprese nelle proprie attività, al fine di mantenere e creare nuovi posti di lavoro piuttosto che nuovi disoccupati. In questo momento in cui il Covid 19 non fa sconti a nessuno è importante da parte di tutti dimostrare un grande senso di responsabilità civica e rispetto delle regole, anche quelle che ci sembrano superflue. Mi rivolgo inoltre ai sindacati affinché evitino la diffusione di messaggi e comunicati che generano confusione, tensioni e inutili paure, nei quali si accusa e si mette in difficoltà chi lavora, le imprese e gli imprenditori; è grazie a loro se è possibile garantire la continuità di forniture di beni e servizi essenziali come quelli del settore alimentare, delle attrezzature sanitarie, dell’energia: non voglio chiamarli eroi, ma credo che anche loro meritino supporto e gratitudine, così come stiamo dimostrando nei confronti del personale sanitario, degli addetti di imprese private che eseguono pulizie e sanificazioni: a loro voglio esprimere tutta la mia riconoscenza per l’esempio che stanno dimostrando al mondo intero”.