Luciano Dolcini
Dolcini, cinquant’anni di fotografia
di Patrizia Mascarucci
– Ho incontrato Luciano Dolcini in un bar a Pesaro. Volevo approfondire la sua conoscenza e lui si è prestato a rispondere alle mie domande riassumendo per La Piazza cinquanta anni di vita vissuta al servizio della sua grande passione: la fotografia.
Ho iniziato nel ‘68 con una vecchia macchina fotografica a soffietto, di mio nonno, con pellicola di grande formato, con il numero delle fotografie che scorreva dietro come la Bencini Kroll II che comprai in seguito. Con la Bencini feci la più bella foto della mia vita, una ragazza che cammina sull’acqua, in controluce, il seno si allinea perfettamente con la linea dell’orizzonte, l’ho aspettata nel fascio di luce, ero andato a Baia Flaminia per l’ora del tramonto.
Avevo una camera oscura, la montavo e smontavo nel bagno dell’albergo dove abitavamo. I miei genitori erano albergatori come tutti i Dolcini pesaresi, ma nessuno dei figli ha seguito le orme paterne, io sono andato a lavorare in banca a 24 anni.
Usavo un ingranditore professionale molto pesante, me l’aveva regalato l’ottico Molari, non lo
usava più in negozio. Poi passai ad un ingranditore più pratico e performante il Dusrt con ottica Rodenstock. Per un inverno ho frequentato il fotografo Ammazzalorso in via Castelfidardo: dopo il lavoro al ristorante di mio padre Carlo, dopo aver studiato, andavo a stampare le foto dei suoi clienti.
Successivamente ho conosciuto Maurizio Caselli (Foto 2 MM) e mi si è aperto un mondo. Faceva foto di grande formato, usava carte speciali, stampava su tela sensibile, usava filtri particolari, lì capii cosa voleva dire stampare in camera oscura. Quando incontri una persona che oltre a sapere le cose riesce a spiegartele e lo vedi lavorare, questo fa la differenza.
Il fotografo? non è un artista, c’è un abuso della parola artista. I fotografi artisti sono veramente pochi, io racconto la realtà filtrata dall’obiettivo fotografico, quella che altri non vedono. Quando vedi la foto dici: ma questa dov’è? È li, sotto casa tua, ecco dov’è.
Ho imparato ad usare bene questo straordinario mezzo di comunicazione che è la fotografia ma non mi ritengo un artista. Ci vuole sensibilità ed un occhio allenato per farti vedere cose che non vedi nonostante la frequentazione quotidiana.
Una sera al Fotoclub di cui sono stato presidente, avevo organizzato un incontro con Mario Giacomelli, fu una grande serata. Saliti in macchina per riaccompagnarlo a Senigallia parlammo di tante cose e ricordo che mi disse: «Noi fotografi siamo privilegiati rispetto agli artisti pittori, un brutto quadro, una tela imbrattata, anche tra trent’anni sarà un brutto quadro; una brutta foto tra trent’anni avrà un valore perché rappresenterà un luogo che non c’è più o sarà completamente cambiato». Lui era un artista.
Ho cominciato facendo reportage di viaggio. Scattavo prevalentemente a colori (dia color), a volte in bianco e nero. Viaggi in camper con la famiglia in Portogallo, Spagna, Norvegia, Turchia, Francia, Germania, Ungheria, Cecoslovacchia alla ricerca di cose sulle quali mi documentavo prima di partire.
Mi interessano le foto del “banale quotidiano”, persone e luoghi che incontri camminando e che acquisiscono un nuovo significato attraverso lo scatto fotografico, tutto ciò che vedi sempre ma quando lo rivedi nella foto ne cogli la bellezza.
In una mostra collettiva di foto di grande formato attirò la mia attenzione una immagine 10×15 in bianco e nero, una vecchia foto che ritraeva il pittore pesarese Gianfranco Gallucci nel suo studio: mi spinse ad iniziare una ricerca sugli artisti pesaresi, un progetto da tempo discusso con lo scultore Claudio Cesarini. Il progetto si è realizzato con la pubblicazione del fotolibro “Foto d’artisti”, una raccolta di venti artisti, pittori e scultori del nostro territorio fotografati nei loro studi a stretto dialogo con le loro opere. Seguirà, spero nel prossimo anno, un secondo libro di foto d’artisti tra i quali Arnaldo Pomodoro, fotografato nel suo studio di Milano negli anni ‘90.
Non solo fotografia, mi sono cimentato anche nel video “Poi Qualcuno” (2011), un corto in bianco e nero dedicato al mondo che gravita attorno al cinema, l’ho realizzato montando fotogrammi e frammenti di filmati di scena di Fellini.
Quando l’Associazione Culturale Ennio Flaiano lo ha richiesto per le celebrazioni del centenario della sua nascita mi sono preoccupato perché la colonna sonora non era adeguata: «Prima di ogni film proiettiamo il suo video» – mi dissero. Allora ho chiamato il maestro Roberto Molinelli per chiedergli se mi componeva la musica. Mi disse che l’avrebbe fatto se il video gli fosse piaciuto.
Dopo un’ora mi ha richiamato: «La sto facendo!» La mattina dopo avevo la colonna sonora. Ho avuto altre soddisfazioni: al Teatro Nazionale di Bratislava, nel 1994, organizzarono un evento internazionale per i 150 anni di fotografia. Sono state selezionate ed esposte 150 foto di 150 autori viventi: per l’Italia siamo stati ammessi in due.
Luciano Dolcini racconta cinquanta anni della sua passione per la fotografia tra cenni autobiografici che ci portano a ripercorrere le principali tappe della sua vita artistica raccontate con semplicità non nascondendo il più che legittimo orgoglio per le soddisfazioni derivate dai tanti riconoscimenti ricevuti in questi anni per mostre, partecipazioni, interventi ed altro ancora.
Personaggio riservato, con schietta consapevolezza di sé, delle sue capacità, Luciano non si ritene un artista quanto piuttosto un “autore di fotografie”, definizione da me proposta e da lui condivisa.
Ma le sue immagini rivelano quella sensibilità tipica degli artisti capace di custodire nel tempo luoghi, persone, paesaggi e cose attraverso un’immagine, così come rivelano la passione nel cogliere un’inquadratura pensata e già stampata nella sua immaginazione, la costanza nell’attesa di trovare il momento giusto per fissarla in una diapositiva o su carta.
Invitiamo il lettore a definire, a suo intendimento, se Dolcini sia “autore” o “artista”.
Sito web <http://www.dolciniluciano.com>
“POI QUALCUNO”, tribute to FEDERICO FELLINI by Luciano Dolcini:
<https://www.youtube.com/watch?v=T_7PKG97kbI>