Economia nel coronavirus: Protocollo d’intesa con Comuni, Provincia, associazioni di categoria, banche e commercialisti. Il sindaco Matteo Ricci: «Verifica costante della ricaduta delle azioni nazionali sul territorio, semplificazione, proposte alle Regione e progetti locali per la ricostruzione»
Asse per il rilancio economico e il sostegno alle attività produttive colpite dallo stop conseguente al coronavirus. L’intesa, messa nero su bianco in un protocollo, mira a «attuare tutti gli strumenti attualmente disponibili per favorire l’accesso al credito» e «programmare l’utilizzo degli strumenti europei, statali e regionali che saranno disponibili a medio termine», con l’avvio di percorsi di progettazione comune. Spiega Matteo Ricci: «Siamo ancora nella fase della resistenza, l’emergenza sanitaria va seguita costantemente e non bisogna abbassare la guardia. Nel frattempo lavoriamo per programmare la ricostruzione». Avverte il sindaco: «La fase due sarà molto complessa sul lato socioeconomico. Se pensiamo alle stime sul Pil nazionale, che prevedono una flessione del 15 per cento in sei mesi, si comprende che gli effetti sono devastanti. Nessuno conosce l’evoluzione: se tra qualche mese torneremo alla normalità è un film, se la vita a distanza durerà a lungo è un altro paio di maniche». Il documento, «importante e concreto», per Ricci ha tre obiettivi: «Verificare quotidianamente la ricaduta reale dei provvedimenti nazionali nel territorio, dalla liquidità attraverso le banche agli ammortizzatori. Perché la velocità è fondamentale nell’emergenza. Come Comuni, anche nella consegna dei buoni spesa, abbiamo dimostrato che le cose si possono fare rapidamente. L’Italia ha messo 25 miliardi a marzo, 400 miliardi di liquidità a garanzia e un decreto di aprile con altri 50 miliardi. A mio avviso uno sforzo immane per un Paese come il nostro. Molto dipenderà anche dalle risorse europee destinate». Il sindaco spinge anche per «la semplificazione del codice degli appalti, che va inserita nel decreto aprile, per fare ripartire i cantieri». Oltre che sulla «rapidità delle procedure amministrative»: «Sto incalzando affinché la prassi diventi l’autocertificazione, con controllo ex post. Questo potrebbe velocizzare completamente le pratiche per un finanziamento sociale come per le imprese. In più, nel decreto aprile va posta attenzione su quelle attività che hanno chiuso per prime e che apriranno per ultime. Vedi turismo, ristorazione e in generale quelle in cui l’aggregazione è maggiore». Seconda questione: «Attraverso il protocollo metteremo in fila tutte le proposte sul lato dello sviluppo economico e sociale da avanzare alla Regione». Terzo tassello: «Uniamo le forze per programmare cosa possiamo fare noi a livello territoriale. In termini di promozione, aiuto alle imprese e altri contributi». Tra i soggetti firmatari, oltre al Comune di Pesaro, ci sono Provincia di Pesaro e Urbino, Comune di Fano, Comune di Urbino, Comune di Gabicce Mare, Comune di Borgo Pace, Comune di San Lorenzo in Campo, Comune di Fermignano, parti sociali (Confindustria, Cna, Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio, Fiaip provinciale, Coldiretti, Apa, Alberghi Consorziati, Claai), istituti di credito, sindacati (Cgil, Cisl, Uil), Ordine dei commercialisti. Coinvolti anche Ordine degli avvocati, Collegio provinciale geometri, Csv Marche, Fondazione Banco Alimentare, Compagnia delle Opere, Legacoop, Inside Marche Tour Operator e associazioni private.
IL PATTO
Tra le azioni alla base dell’intesa c’è l’«agevolazione per l’accesso ai fondi di garanzia fidejussoria per il credito e il microcredito». Insieme allo sviluppo di accordi specifici con istituti di credito e assicurativi «per garantire la massima flessibilità e condizioni economiche vantaggiose per le varie forme di finanziamento». E ancora: «Flessibilità per l’accesso diretto ai fondi pubblici, attraverso specifici bandi finanziati dal disimpegno automatico dei fondi europei relativi a progetti approvati e non realizzati nel termine assegnato; veicolazione in metodologia smart, in sinergia con la Regione, degli strumenti finanziari attualmente esistenti afferenti ai fondi Fesr e Fse, attraverso bandi dedicati al rilancio economico-occupazionale del territorio; avvio di nuovi percorsi di marketing territoriale, con lo scopo di promuovere la migliore informazione nei confronti del sistema delle imprese potenzialmente interessate ad insediarsi nel nord delle Marche». Negli obiettivi specifici rientra la «promozione di opportune iniziative per facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese interessate ad insediarsi nelle aree oggetto del protocollo d’intesa, anche attraverso l’eventuale costituzione di uno o più fondi destinati all’abbattimento dei tassi praticati dalle banche nell’ambito di specifiche convenzioni». L’elenco include «formazione finalizzata alla qualificazione e riqualificazione dei lavoratori; promozione e gestione di iniziative di carattere informativo e formativo rivolte agli imprenditori locali; attivazione di specifiche attività di comunicazione e promozione delle eccellenze del territorio (storico-artistiche, culturali, ambientali, enogastronomiche) per il rilancio dell’attrattività turistica».
LE VOCI
«Il tavolo nasce per aiutare le imprese del territorio, sappiamo tutti le difficoltà che hanno in questo momento. La politica ha ascoltato gli enti. Questa unione deve andare avanti e portare risultati per le attività che ne hanno bisogno», rileva l’assessore Francesca Frenquellucci. Aggiungendo che «oggi il Comune lancia un bando a fondo perduto di 110mila euro per le imprese». Commenta il presidente della Provincia Giuseppe Paolini: «Abbiamo dimostrato la stessa forza e coesione di quando abbiamo presentato a Matera la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2033. Dobbiamo mantenere questa direzione: lavorare insieme, cercando di risolvere le problematiche che si presenteranno nella fase due». Aggiunge il consigliere regionale Andrea Biancani: «La Regione si è attivata, cercando di dare risposte immediate: la scorsa settimana sono stati stanziati 14 milioni di euro a favore delle imprese, in attesa di mettere in campo altre risorse. Bisogna lavorare uniti». Sulla riapertura, «anche le Marche lo faranno insieme alle altre: i dati che abbiamo sono molto più confortanti rispetto a quelli diffusi qualche giorno fa». Tra gli altri, presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria e i sindaci Maurizio Gambini (Urbino) e Massimo Seri (Fano). Collegati in videoconferenza i dirigenti degli enti e delle organizzazioni aderenti.
L’ACCORDO
Si legge nel testo del documento: «La Provincia di Pesaro e Urbino ed i Comuni di Pesaro, Fano ed Urbino, nonché tutti i Comuni che aderiranno al patto, s’impegnano: ad avviare percorsi di co-progettazione per assistere e supportare i partner ad accedere ai finanziamenti, sulla base delle risorse disponibili a livello comunitario e regionale; ad assistere gli operatori economici ed in generale gli stakeholder durante il periodo dell’emergenza, raccogliendone i bisogni e costruendo percorsi semplificati per eventuali provvedimenti amministrativi necessari; a favorire un dialogo tra le imprese e gli istituti di credito, per mitigare gli effetti derivanti dall’applicazione dei tassi d’uso e da eventuali disallineamenti procedurali, in una logica di resilienza economica e sociale; a definire le categorie economiche (alberghi, bar, ristoranti, tour operator, commercio, etc.) maggiormente penalizzate (tenendo in considerazione le limitazioni che hanno e dovranno subire per le imposizioni governative anti-covid19) e rimodulare, sulla base degli indirizzi del governo centrale, la tassazione locale e le tariffe applicate compatibilmente con il bilancio dell’Ente; a semplificare le procedure amministrative per la gestione delle pratiche conseguenti alle iniziative di rilancio economico; a promuovere un sistema di ‘social skill’ di base (formazione per integrazione sociale), intermedie (formazione tecnica) e avanzate (master e corsi professionalizzanti)».
I COMPITI
E’ evidenziato nel protocollo: «Le organizzazioni sindacali s’impegnano a: promuovere condizioni di dialogo e confronto utili a rendere il tessuto socio economico permeabile agli investimenti produttivi che creino occupazione aggiuntiva; incentivare azioni specifiche in tema di formazione e qualificazione professionale. Le organizzazioni datoriali s’impegnano a: favorire le migliori condizioni di dialogo e confronto utili a rendere il tessuto socioeconomico permeabile agli investimenti produttivi che creino occupazione aggiuntiva; promuovere e sostenere l’avvio di specifici interventi formativi e per la qualificazione professionale. Le associazioni di categoria s’impegnano a: attivare le proprie strutture consortili di garanzia fidi al fine di sostenere le politiche di investimento delle imprese; gestire i rapporti con gli operatori economici, attraverso canali di comunicazione; assistere le imprese durante la fase di pubblicazione e di validità dei bandi, dando loro supporto informativo ed interpretativo; raccogliere e proporre alle istituzioni iniziative di cooperazione economica o di solidarietà tra imprese per l’accesso al microcredito. L‘Ordine dei commercialisti s’impegna a: accompagnare le parti nella comprensione e fruizione dei vari provvedimenti normativi che si avvicenderanno nel corso dell’emergenza; collaborare affinché le misure che verranno attuate trovino la giusta applicazione attraverso la individuazione dei soggetti beneficiari; confrontarsi per la stesura dei protocolli e delle procedure che possano essere utilizzate uniformemente al fine di abbreviare i tempi e la burocrazia per cittadini e imprese; farsi promotore e certificatore dei comportamenti delle imprese clienti affinché coloro che continuano regolarmente ad adempiere alle loro obbligazioni (pagamenti fornitori, ecc.) siano considerati come imprenditori ‘etici’. Gli Istituti di credito s’impegnano a: promuovere ogni possibile iniziativa in grado di sostenere gli investimenti produttivi eliminando, o almeno snellendo, la parte procedurale e burocratica applicando urgentemente i provvedimenti governativi in collaborazione con le Confidi; costituire specifiche linee di credito a condizioni di accessibilità per il sistema delle imprese che devono conservare la propria attività, seriamente minata dall’attuale condizione di crisi; affiancare l’amministrazione comunale nella attivazione degli strumenti finanziari in grado di coprire le esigenze di cassa per periodi determinati o per l’avvio del programma di investimento; confrontarsi con i consorzi e con le cooperative garanzia fidi espressione delle associazioni di categoria, in modo da favorire le migliori condizioni di accesso al credito da parte del sistema delle imprese». Per l’attuazione del protocollo d’intesa (che resta comunque aperto ad altre adesioni e sarà valido fino al 31 dicembre 2021 con possibilità di rinnovo, integrazione o risoluzione anticipata, ndr) viene istituita una commissione presieduta dal presidente della Provincia e composta dai rappresentanti legali di enti ed organismi sottoscrittori.