Quelli della Boa Bianca
di Leonardo Mortato
(19 marzo 2009)
Secondo le più accreditate teorie umane (vedi NOTA in fondo), il microcosmo è uguale al macrocosmo e, in due insiemi comunicanti, ciò che esiste nel piccolo è uguale a ciò che esiste nel grande; pertanto, ciò che avviene sulla Terra può essere identificato con quanto avviene nell’universo, fuori della Terra.
L’uomo quindi, nel suo divenire dalla nascita in poi, può essere paragonato ad una navicella spaziale che, dalla Terra (la propria casa e origine), è pronta a partire per l’esplorazione dello Spazio dove i pianeti, i satelliti, le stelle, le comete, le galassie, ecc., sono le persone, gli animali, le piante e tutte le altre cose che ci circondano.
Il padre potrebbe essere impersonato dal pianeta Marte (l’uomo) che, per Greci e Romani, era il dio della guerra e dell’azione, in contrapposizione alla staticità della dea dell’amore e della bellezza, di cui è simbolo il pianeta Venere (la donna), che così raffigura la madre; quindi Marte e Venere, sebbene opposti rispetto alla Terra, sono i pianeti ad essa più vicini e, a buona ragione, possono rappresentare i genitori del bambino.
Nella condizione umana, ogni bambino ha sempre bisogno di entrambi i genitori perché, nella sua crescita, ogni genitore ha la sua specifica funzione e, mentre la madre è più brava e idonea a provvedere ai suoi bisogni fisici e materiali, è il padre che meglio riesce a definire e soddisfare i suoi bisogni di crescita morale, spirituale e di carattere, o almeno così un figlio vede i suoi genitori, che vorrebbe sempre uniti e in accordo.
Ogni corpo celeste è fornito di una propria forza di gravità, forza che determina l’attrazione posseduta da ogni entità del cosmo e che va ad influenzare ogni oggetto entrante nel proprio campo d’azione, forza più o meno intensa, variabile anche secondo la distanza dell’oggetto da esso.
La stessa cosa avviene in natura per gli uomini, le donne, gli animali, le piante, i luoghi, il clima e le cose che ci circondano, perché ognuno esercita su di noi un’uguale attrazione, più o meno forte, anche secondo il nostro interesse, inclinazione personale e sensibilità, che ci fa avvicinare all’altro con fiducia, o allontanare in sospetto, semplicemente captando il loro magnetismo sensoriale che, senza altri motivi, ce li rende simpatici o antipatici.
Alla partenza (nascita e adolescenza), grande è la forza che deve vincere la navicella spaziale per entrare in orbita, anche perché la stessa navicella, non essendo ancora abile né preparata a superare tale forza, rimane molto vicina, anzi attaccata alla Terra sotto l’influenza di Marte e Venere.
Man mano che la distanza aumenta (in altre parole si cresce), la forza gravitazionale d’attrazione diminuisce, ed inferiore diventa la spinta che la navicella deve usare per muoversi e continuare il suo cammino.
Maggiore è la distanza dalla terra, maggiore è l’area terrestre visibile e meglio ci rendiamo conto di come è fatta, riuscendo anche a vedere la sua curvatura, che a terra neanche percepiamo, arrivando sino ad un’altezza in cui tutta la osserviamo e nulla più ci sfugge, così comprendendo anche che esiste pure ciò che non ci appare.
Per sentirsi protetta e risparmiare le proprie forze, la navicella può scegliere anche di fermarsi ad una determinata altezza in orbita terrestre, in quanto la forza di gravità aiuta il movimento della navicella solo se rimane sotto la sua influenza, girando nel suo intorno sempre alla stessa o minore distanza; nient’altro permette l’attrazione terrestre, né la crescita spirituale, né quella di carattere.
Allorquando stanchi di questo moto curvilineo (che sulla Terra apparirebbe rettilineo e così considerato) e stufi di vedere sempre lo stesso panorama, ci assale la voglia di fare altre esperienze, perché certi (ma i superbi possono anche sbagliare!) di aver acquisito la forza, l’energia e le conoscenze necessarie, allora si deciderà di allontanarsi definitivamente e, questa volta, in moto rettilineo e diretto verso l’universo, senza alcuna protezione e spinti solo dalle proprie forze.
Se la navicella è ben attrezzata e strutturata per viaggiare nello spazio (l’uomo che ha acquisito istruzione, conoscenze, maturazione ben amalgamate dall’intelligenza, quella che definiamo “Cultura” per gli adulti), dopo aver assunto le necessarie informazioni, il viaggio sarà indirizzato in sicurezza per le mete e le rotte prefissate, diversamente (nell’ignoranza, nelle falsità e presunzioni della vita), si vagherà a tentoni col permanente rischio e pericolo di perdersi e perire.
Questo distacco ci permetterà di scoprire altri mondi, visitare e conoscere altri pianeti, essere sì influenzati dalla loro attrazione e forza di gravità, ma ci darà anche la consapevolezza di essere capaci a staccarcene, nella sicurezza di andare e arrivare dove più ci piace, in maniera autonoma e con libere scelte.
È così che si assapora la gioia della propria “libertà”, che vuol dire essere preparato e pronto per assumere da solo le proprie decisioni, con le relative responsabilità, ma allo stesso tempo libero di pensare e fare ciò che più piace, senza l’influenza di nessuno.
Le nuove esperienze e conoscenze, positive o negative che siano, ma uniche valide a migliorare le nostre qualità, ci consentiranno inoltre di poter giudicare in maniera più adeguata ed imparziale quanto ci circonda e, da lontano e distaccati, forse riusciremo anche a vedere il bello lì dove c’era il brutto, buono quello che credevamo cattivo, il bene lì dove ci sembrava il male, e viceversa.
L’inquinamento della Terra non è percepibile da coloro che vi sono immersi e ad esso abituati, solo dallo spazio si sono potuti notare i suoi effetti deleteri: – l’effetto serra, il buco nell’ozonosfera, l’assottigliamento degli strati più alti dell’atmosfera, ecc.
Tuttavia, ultimamente tutti gli scienziati concordano che la vita su Marte è possibile e, quando la Terra sarà completamente inquinata ed invivibile, Marte potrà essere una delle alternative che ci rimangono; al contrario, su Venere tutti moriremmo e, per quanto si possa scherzare sul significato dell’umana simbologia, questa è la realtà del pianeta.
A dire il vero, ciò ha significato anche sulla vita terrena perché, se di molti bisogni fisici e materiali, escluso il minimo indispensabile e necessario, si può fare a meno (specie delle tante comodità spesso inutili, che paghiamo comunque a caro prezzo, non solo economico ma rimettendoci pure la salute, perché tutto inquina), mai però si potrà rinunciare a soddisfare tutti i nostri bisogni spirituali, morali e di carattere, che ci forgiano (come era in uso agli Spartani) e determinano la nostra piccola o grande “Cultura”, elementi indispensabili alla propria esistenza, ….. vivere, non vegetare!!
Nell’Inferno della Divina Commedia, al Canto XXVI –Cerchio VIII –Bolgia VIII, vi è anche Ulisse, considerato “consigliere di frodi” perché con l’astuzia ideò il “Cavallo di Troia” e, con l’inganno e imbroglio, determinò la distruzione della città di Troia e la vittoria dei Greci in quella guerra.
Pertanto Dante, nel suo vagare per l’Inferno, quando incontra Ulisse si sofferma ad ascoltare il racconto della sua Odissea e dei pericoli corsi nel viaggio di ritorno ad Itaca.
In particolare Ulisse racconta di quando, già da quasi un anno trattenuto nella dimora della maga Circe, solo ad oziare e gozzovigliare con i suoi compagni, incitò loro ad abbandonare tutto e riprendere il viaggio e, per distoglierli da quell’amena vita e convincerli a seguirlo, in tono perentorio a loro disse: –
“Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza!”
.… meditate gente, meditate!! ….
L’uomo quindi, nel suo divenire dalla nascita in poi, può essere paragonato ad una navicella spaziale che, dalla Terra (la propria casa e origine), è pronta a partire per l’esplorazione dello Spazio dove i pianeti, i satelliti, le stelle, le comete, le galassie, ecc., sono le persone, gli animali, le piante e tutte le altre cose che ci circondano.
Il padre potrebbe essere impersonato dal pianeta Marte (l’uomo) che, per Greci e Romani, era il dio della guerra e dell’azione, in contrapposizione alla staticità della dea dell’amore e della bellezza, di cui è simbolo il pianeta Venere (la donna), che così raffigura la madre; quindi Marte e Venere, sebbene opposti rispetto alla Terra, sono i pianeti ad essa più vicini e, a buona ragione, possono rappresentare i genitori del bambino.
Nella condizione umana, ogni bambino ha sempre bisogno di entrambi i genitori perché, nella sua crescita, ogni genitore ha la sua specifica funzione e, mentre la madre è più brava e idonea a provvedere ai suoi bisogni fisici e materiali, è il padre che meglio riesce a definire e soddisfare i suoi bisogni di crescita morale, spirituale e di carattere, o almeno così un figlio vede i suoi genitori, che vorrebbe sempre uniti e in accordo.
Ogni corpo celeste è fornito di una propria forza di gravità, forza che determina l’attrazione posseduta da ogni entità del cosmo e che va ad influenzare ogni oggetto entrante nel proprio campo d’azione, forza più o meno intensa, variabile anche secondo la distanza dell’oggetto da esso.
La stessa cosa avviene in natura per gli uomini, le donne, gli animali, le piante, i luoghi, il clima e le cose che ci circondano, perché ognuno esercita su di noi un’uguale attrazione, più o meno forte, anche secondo il nostro interesse, inclinazione personale e sensibilità, che ci fa avvicinare all’altro con fiducia, o allontanare in sospetto, semplicemente captando il loro magnetismo sensoriale che, senza altri motivi, ce li rende simpatici o antipatici.
Alla partenza (nascita e adolescenza), grande è la forza che deve vincere la navicella spaziale per entrare in orbita, anche perché la stessa navicella, non essendo ancora abile né preparata a superare tale forza, rimane molto vicina, anzi attaccata alla Terra sotto l’influenza di Marte e Venere.
Man mano che la distanza aumenta (in altre parole si cresce), la forza gravitazionale d’attrazione diminuisce, ed inferiore diventa la spinta che la navicella deve usare per muoversi e continuare il suo cammino.
Maggiore è la distanza dalla terra, maggiore è l’area terrestre visibile e meglio ci rendiamo conto di come è fatta, riuscendo anche a vedere la sua curvatura, che a terra neanche percepiamo, arrivando sino ad un’altezza in cui tutta la osserviamo e nulla più ci sfugge, così comprendendo anche che esiste pure ciò che non ci appare.
Per sentirsi protetta e risparmiare le proprie forze, la navicella può scegliere anche di fermarsi ad una determinata altezza in orbita terrestre, in quanto la forza di gravità aiuta il movimento della navicella solo se rimane sotto la sua influenza, girando nel suo intorno sempre alla stessa o minore distanza; nient’altro permette l’attrazione terrestre, né la crescita spirituale, né quella di carattere.
Allorquando stanchi di questo moto curvilineo (che sulla Terra apparirebbe rettilineo e così considerato) e stufi di vedere sempre lo stesso panorama, ci assale la voglia di fare altre esperienze, perché certi (ma i superbi possono anche sbagliare!) di aver acquisito la forza, l’energia e le conoscenze necessarie, allora si deciderà di allontanarsi definitivamente e, questa volta, in moto rettilineo e diretto verso l’universo, senza alcuna protezione e spinti solo dalle proprie forze.
Se la navicella è ben attrezzata e strutturata per viaggiare nello spazio (l’uomo che ha acquisito istruzione, conoscenze, maturazione ben amalgamate dall’intelligenza, quella che definiamo “Cultura” per gli adulti), dopo aver assunto le necessarie informazioni, il viaggio sarà indirizzato in sicurezza per le mete e le rotte prefissate, diversamente (nell’ignoranza, nelle falsità e presunzioni della vita), si vagherà a tentoni col permanente rischio e pericolo di perdersi e perire.
Questo distacco ci permetterà di scoprire altri mondi, visitare e conoscere altri pianeti, essere sì influenzati dalla loro attrazione e forza di gravità, ma ci darà anche la consapevolezza di essere capaci a staccarcene, nella sicurezza di andare e arrivare dove più ci piace, in maniera autonoma e con libere scelte.
È così che si assapora la gioia della propria “libertà”, che vuol dire essere preparato e pronto per assumere da solo le proprie decisioni, con le relative responsabilità, ma allo stesso tempo libero di pensare e fare ciò che più piace, senza l’influenza di nessuno.
Le nuove esperienze e conoscenze, positive o negative che siano, ma uniche valide a migliorare le nostre qualità, ci consentiranno inoltre di poter giudicare in maniera più adeguata ed imparziale quanto ci circonda e, da lontano e distaccati, forse riusciremo anche a vedere il bello lì dove c’era il brutto, buono quello che credevamo cattivo, il bene lì dove ci sembrava il male, e viceversa.
L’inquinamento della Terra non è percepibile da coloro che vi sono immersi e ad esso abituati, solo dallo spazio si sono potuti notare i suoi effetti deleteri: – l’effetto serra, il buco nell’ozonosfera, l’assottigliamento degli strati più alti dell’atmosfera, ecc.
Tuttavia, ultimamente tutti gli scienziati concordano che la vita su Marte è possibile e, quando la Terra sarà completamente inquinata ed invivibile, Marte potrà essere una delle alternative che ci rimangono; al contrario, su Venere tutti moriremmo e, per quanto si possa scherzare sul significato dell’umana simbologia, questa è la realtà del pianeta.
A dire il vero, ciò ha significato anche sulla vita terrena perché, se di molti bisogni fisici e materiali, escluso il minimo indispensabile e necessario, si può fare a meno (specie delle tante comodità spesso inutili, che paghiamo comunque a caro prezzo, non solo economico ma rimettendoci pure la salute, perché tutto inquina), mai però si potrà rinunciare a soddisfare tutti i nostri bisogni spirituali, morali e di carattere, che ci forgiano (come era in uso agli Spartani) e determinano la nostra piccola o grande “Cultura”, elementi indispensabili alla propria esistenza, ….. vivere, non vegetare!!
Nell’Inferno della Divina Commedia, al Canto XXVI –Cerchio VIII –Bolgia VIII, vi è anche Ulisse, considerato “consigliere di frodi” perché con l’astuzia ideò il “Cavallo di Troia” e, con l’inganno e imbroglio, determinò la distruzione della città di Troia e la vittoria dei Greci in quella guerra.
Pertanto Dante, nel suo vagare per l’Inferno, quando incontra Ulisse si sofferma ad ascoltare il racconto della sua Odissea e dei pericoli corsi nel viaggio di ritorno ad Itaca.
In particolare Ulisse racconta di quando, già da quasi un anno trattenuto nella dimora della maga Circe, solo ad oziare e gozzovigliare con i suoi compagni, incitò loro ad abbandonare tutto e riprendere il viaggio e, per distoglierli da quell’amena vita e convincerli a seguirlo, in tono perentorio a loro disse: –
“Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza!”
.… meditate gente, meditate!! ….
(NOTA): – In Egitto, ai tempi dei faraoni, la vita era quasi interamente basata sull’Astrologia che dettava le regole, le tradizioni e i riti religiosi impostati dai sacerdoti per i Faraoni, quindi anche per il popolo intero.
Pertanto, uno dei principali motivi che hanno definito per l’Egitto la più lunga dinastia di tutti i tempi, mantenuta in auge e progresso per quasi 5000 anni prima di Cristo, è stata l’Astrologia alla quale, credendoci, gli egiziani dettero notevole impulso.
Intorno al sec. III a.C., gran parte degli scritti di natura astrologica e mistica della sapienza dei sacerdoti egizi, furono raccolti, tradotti in greco ed organizzati in alcuni trattati di dottrine e scienze esoteriche (“Kore Kosmu” – “Liber Hermetis” – “Tavole di Smeraldo” – ecc.) attribuite ad Ermes Trismegisto, dal dio greco Ermes (corrispondente dell’egizio Thoth), da cui deriva anche il termine “Ermetismo”.
Al tempo, tali dottrine avevano in Egitto la qualifica di “filosofia” ed erano patrimonio solo di alcuni circoli d’iniziati che, trasformando le loro conoscenze in una letteratura dello “Ermetismo”, riuscirono a far vivere nel tempo, fino al sec.VI d.C. (circa 9 secoli), una lunga tradizione di teorie impostate su quei trattati dell’Astrologia – il termine “Ermetismo” sarà usato anche nel ‘900, per indicare la letteratura “crepuscolare e decadentista” maggiormente sviluppatasi tra la Prima e Seconda Guerra Mondiale (specie in Italia), a cui appartennero anche i francesi Mallarmè e Proust, l’inglese Eliot e gli italiani Ungaretti, Croce, Montale, Cassola, Gadda ed altri.
Nel 1500 circa, il medico, alchimista e filosofo svizzero (allora tedesco) Teofrasto Bombasto Paracelso, detto “il Lutero dei medici” per le grandi trasformazioni che apportò nella medicina attraverso la sua innovativa concezione astrologica della Natura, enunciò il principio del “Microcosmo e Macrocosmo” sul quale, tutte le altre più accreditate scienze hanno poi basato la propria evoluzione: –
– “il Microcosmo ed il Macrocosmo si rispecchiano e si rispondono l’un l’altro, come le parti di un organismo vivente” vale a dire il microcosmo è uguale al macrocosmo e, rapportando le dimensioni dei fenomeni agli insiemi considerati e comunicanti, ciò che avviene nel micro è uguale a ciò che avviene nel macro, e una variazione nell’uno determina anche una variazione nell’altro.
Paracelso è stato il precursore della medicina moderna e l’antesignano della omeopatia e della chemioterapia, dottrine esoteriche che influenzarono anche la sua formazione di filosofo e alchimista, oltre che di cultore e intenditore di Astrologia.
Il suo nome originale era Philip Bombastum Theophrast von Hohenheim (1493-1541) che egli stesso poi trasformò, assumendo anche lo pseudonimo di Paracelso per indicare la sua predilezione per il pensiero di Celso, filosofo e naturalista neoplatonico del sec.II d.C., in netto contrasto con il Cristianesimo (di cui mise in dubbio i dettami) che, in quel periodo, stava portando allo sfascio l’Impero Romano.
Allorquando Paracelso occupò una posizione preminente nella medicina del tempo, per aver ottenuto nel 1526 la fama di guaritore di uomini malati (applicando la sua innovativa cura basata sulla Natura Astrologica), come il famoso editore Johann Froben a Basilea, dato per spacciato da altri eminenti colleghi, a soli 33 anni bruciò i trattati di Galeno e Avicenna, per dare alla medicina una nuova interpretazione.
Infatti Paracelso era convinto che, applicando la pansophia (la saggezza globale) alla sua iatrochimica (poi trasformata in omeopatia e chemioterapia), la Natura e l’Uomo sono composti e mossi da un’unica forza plasmatrice, lo “ARCHEUS” derivante dalle varie combinazioni dei 4 elementi aristotelici della vita: – Aria – Acqua – Fuoco – Terra, elementi base dell’Astrologia occidentale.
Quando malato, la guarigione dell’uomo avviene solo tenendo in conto la stretta relazione tra i principi di Corpo, Anima e Spirito (in chimica rispettivamente tradotti in Sale, Zolfo e Mercurio) che si fondono nell’ “ARCANUM”, elemento alchemico e farmaco preparato e somministrato in raccordo con i “tempi” e le “parentele” astrali del malato (Astro Medicina). Pertanto ad ogni malato, Paracelso prescriveva sempre una cura medica in sintonia con il proprio oroscopo, da lui stesso calcolato, convinto com’era che solo tale rapporto portava la guarigione, e i fatti di allora sembravano dargli ragione…
…e se fosse ancora così?!…
Il 1500 è stata un’epoca in cui, ovunque in Europa, era normale parlare e discorrere d’Astrologia, materia in cui tutti credevano, anche perché fatta in modo serio e ai più alti livelli accademici, oltre ad essere studiata perfino nelle università, con dottorato di laurea e professione annessa di Astrologo, al pari di Avvocati, Medici, Ingegneri ecc… anzi, meglio!
Dal 1660 purtroppo, Jean-Baptiste Colbert ne proibì l’insegnamento ma, sino ad allora, anche eminenti personalità della chiesa (quale Sant’Agostino tra il sec. IV e V, Alberto Magno, monaco domenicano del sec. XIII, ecc.) e Papi (es: Giuliano della Rovere, eletto Papa Giulio II all’inizio del sec. XVI) conoscevano e studiavano Astrologia, spesso fungendo loro stessi da Astrologo della corte papale, perché l’Astrologo era comunque una figura sempre presente ovunque e in tutte le corti reali d’Europa, in quanto ritenuto essenziale, necessario e quasi obbligatorio.
Per secoli prima e fino ad allora, l’Astrologia (un’Arte basata sulla scienza) aveva conquistato una posizione preminente nella società, attraverso i considerevoli risultati pratici ottenuti, anche perché, a buon diritto, l’Astrologia può essere ritenuta la madre di tutte le altre scienze, compresa Astronomia, Matematica e Geometria per prime.
Anche Psicologia e Sociologia, nella loro parte embrionale iniziale, sono state impostate dall’Astrologia che, dovendo definire la personalità degli interpellati (anche bambini in divenire), si richiamava alle allegorie della Mitologia, ottenendo tipi astrologici tanto quanto quelli psichici e sociali, comunque risultando tutte e tre scienze… non esatte!
Quella era anche l’epoca in cui visse Galileo Galilei, considerato il padre della scienza moderna e paladino della nuova concezione del mondo, non più trattato da un punto di vista geocentrico Tolemaico, ma eliocentrico appena scoperta da Copernico.
Galileo Galilei è stato uno scienziato erudito in Astronomia, Fisica e Filosofia, ma anche in Astrologia, materia che lui studiava pure perché ci credeva (oltre ad usarla per monetizzare gli oroscopi e mantenersi agli studi), e i cui insegnamenti certamente contribuirono a fargli raggiungere i suoi alti traguardi e a fare le sue rilevanti scoperte (come importanti leggi di Fisica, Meccanica, Astronomia e i satelliti più grandi di Giove – Io, Europa e Ganimede).
Senza qui voler fare alcun paragone col sommo scienziato, anch’io ho un’estrazione e una formazione scientifica e, con vari approfondimenti, ho pure conosciuto l’Astrologia, che mi ha sempre fornito seri insegnamenti, ancora validi e interessanti.
Pertanto, al contrario di quello che avviene in Italia, dove l’Astrologia è considerata solo un piacevole passatempo per improvvisate fattucchiere ed indovini, io la ritengo ancora degna di essere trattata quale materia per autorevoli studi accademici e universitari, come tra l’altro avviene in paesi evoluti, quali Francia, Gran Bretagna, Germania, USA, ecc.
Per quanto mi è dato di conoscere, ritengo che l’Astrologo (se fatto seriamente) potrebbe divenire una valida ed affidabile professione di Arte Divinatoria (o Esoterica) più che altro utile, non tanto per produrre “previsioni e/o predizioni”, ma per ricavare e determinare qualsiasi genere di “predisposizioni”, per il mondo intero come per il singolo individuo (tenete presente che tuttora, capi di stato, eminenti personalità della politica, dello spettacolo e di altro, hanno la tendenza a consultare comunque un Astrologo di fiducia, prima di attivarsi per grandi e piccoli eventi).
Se dopo averlo letto, questo articolo ti piace e ti ha convinto, ti pregherei darmi il tuo contributo alla sua diffusione, sperando che a breve anche in Italia si possa dare all’Astrologia tutta la dignità che merita (comunque la si consideri, è sempre Scienza o Arte creata dall’uomo per l’uomo), oltre a giudicare la professione dell’Astrologo in migliore simbiosi e più efficace con le doti degli Italiani (sensibilità, fantasia, adattamento, inventiva, estrosità, positività, artista, intelligenza, gaudenti e festaioli, passionali e amanti del bello, ecc., e chi più ne ha, più ne metta!).
Dal 1660 purtroppo, Jean-Baptiste Colbert ne proibì l’insegnamento ma, sino ad allora, anche eminenti personalità della chiesa (quale Sant’Agostino tra il sec. IV e V, Alberto Magno, monaco domenicano del sec. XIII, ecc.) e Papi (es: Giuliano della Rovere, eletto Papa Giulio II all’inizio del sec. XVI) conoscevano e studiavano Astrologia, spesso fungendo loro stessi da Astrologo della corte papale, perché l’Astrologo era comunque una figura sempre presente ovunque e in tutte le corti reali d’Europa, in quanto ritenuto essenziale, necessario e quasi obbligatorio.
Per secoli prima e fino ad allora, l’Astrologia (un’Arte basata sulla scienza) aveva conquistato una posizione preminente nella società, attraverso i considerevoli risultati pratici ottenuti, anche perché, a buon diritto, l’Astrologia può essere ritenuta la madre di tutte le altre scienze, compresa Astronomia, Matematica e Geometria per prime.
Anche Psicologia e Sociologia, nella loro parte embrionale iniziale, sono state impostate dall’Astrologia che, dovendo definire la personalità degli interpellati (anche bambini in divenire), si richiamava alle allegorie della Mitologia, ottenendo tipi astrologici tanto quanto quelli psichici e sociali, comunque risultando tutte e tre scienze… non esatte!
Quella era anche l’epoca in cui visse Galileo Galilei, considerato il padre della scienza moderna e paladino della nuova concezione del mondo, non più trattato da un punto di vista geocentrico Tolemaico, ma eliocentrico appena scoperta da Copernico.
Galileo Galilei è stato uno scienziato erudito in Astronomia, Fisica e Filosofia, ma anche in Astrologia, materia che lui studiava pure perché ci credeva (oltre ad usarla per monetizzare gli oroscopi e mantenersi agli studi), e i cui insegnamenti certamente contribuirono a fargli raggiungere i suoi alti traguardi e a fare le sue rilevanti scoperte (come importanti leggi di Fisica, Meccanica, Astronomia e i satelliti più grandi di Giove – Io, Europa e Ganimede).
Senza qui voler fare alcun paragone col sommo scienziato, anch’io ho un’estrazione e una formazione scientifica e, con vari approfondimenti, ho pure conosciuto l’Astrologia, che mi ha sempre fornito seri insegnamenti, ancora validi e interessanti.
Pertanto, al contrario di quello che avviene in Italia, dove l’Astrologia è considerata solo un piacevole passatempo per improvvisate fattucchiere ed indovini, io la ritengo ancora degna di essere trattata quale materia per autorevoli studi accademici e universitari, come tra l’altro avviene in paesi evoluti, quali Francia, Gran Bretagna, Germania, USA, ecc.
Per quanto mi è dato di conoscere, ritengo che l’Astrologo (se fatto seriamente) potrebbe divenire una valida ed affidabile professione di Arte Divinatoria (o Esoterica) più che altro utile, non tanto per produrre “previsioni e/o predizioni”, ma per ricavare e determinare qualsiasi genere di “predisposizioni”, per il mondo intero come per il singolo individuo (tenete presente che tuttora, capi di stato, eminenti personalità della politica, dello spettacolo e di altro, hanno la tendenza a consultare comunque un Astrologo di fiducia, prima di attivarsi per grandi e piccoli eventi).
Se dopo averlo letto, questo articolo ti piace e ti ha convinto, ti pregherei darmi il tuo contributo alla sua diffusione, sperando che a breve anche in Italia si possa dare all’Astrologia tutta la dignità che merita (comunque la si consideri, è sempre Scienza o Arte creata dall’uomo per l’uomo), oltre a giudicare la professione dell’Astrologo in migliore simbiosi e più efficace con le doti degli Italiani (sensibilità, fantasia, adattamento, inventiva, estrosità, positività, artista, intelligenza, gaudenti e festaioli, passionali e amanti del bello, ecc., e chi più ne ha, più ne metta!).