Marzio Pecci
Marzio Pecci, consigliere comunale della Lega.
In consiglio comunale il Presidente non ha consentito ai Consiglieri di intervenire sulle dichiarazioni del Sindaco per cui mi permetto di inviare un succinto comunicato su ciò che avrei detto nell’interesse dei cittadini riminesi.
Le dichiarazioni del Direttore dell’Ausl Romagna, rese alla stampa e le dichiarazioni del Sindaco Gnassi, in Consiglio comunale, a cui il Presidente del Consiglio ha impedito di replicare, meritano alcune considerazioni.
Dice il Sindaco che di “Errori ne sono stati fatti ma ora è il momento della responsabilità individuale e delle istituzioni”. Proprio per non dovere assistere nuovamente agli errori vogliamo rendere pubblico il pensiero della Lega di Rimini prima che la situazione sfugga di mano come è accaduto in passato.
Dai dati comunicati dal sindaco, anche se la percentuale degli asintomatici è del 54%, quindi nella media nazionale, occorre guardare ai prossimi mesi in cui l’arrivo della “stagione fredda” sarà, inevitabilmente, causa di maggiore diffusione dei contagi, soprattutto sintomatici.
Prevenire il contagio, con il rispetto dei protocolli, è un comportamento richiesto a tutti i cittadini ed imprenditori, ma occorre però che alcuni settori a rischio, come il trasporto pubblico, facciano altrettanto.
E’ per questo dovere del comune e della provincia aumentare i mezzi per garantire maggiore sicurezza per cittadini e studenti.
E’ chiaro che di fronte a tale situazione di emergenza sanitaria, consci degli errori dei piani di intervento sanitario dell’inverno scorso, occorre riorganizzare il servizio soprattutto per non vanificare gli sforzi fatti durante il precedente lockdown di marzo.
Il sindaco ha riferito della organizzazione dei reparti di terapia intensiva e semi-intensiva, ma ad avviso nostro si rende necessario un piano di intervento che consenta ai pazienti di ricevere le prime cure fin dall’inizio del contagio e per fare questo occorre sviluppare ed incrementare i posti letto di medicina generale.
Ciò anche in considerazione del fatto che la cura dei pazienti a domicilio, fino ad oggi, non risulta essere stata la migliore soluzione.
L’intervento organizzativo migliore per rispondere ai bisogni dei cittadini è quello di sollecitare, fin da adesso, prevedendo un affollamento del reparto di medicina è l’allestimento degli ospedali militari da campo che dotati di personale e attrezzature adeguate, siano da supporto alla medicina generale affinché gli ospedali civili possano continuare la loro attività ordinaria anche in condizioni di aggravamento della situazione epidemiologica da Covid.
Rimanere inerti, di fronte ai dati sanitari che sono stati comunicati, significa esasperare ancora di più i cittadini che già provati dalla crisi economica non vogliono più assistere alle morti di parenti ed amici.