Confercenti: “Stagione balneare, ritorno economico compromesso e rischio di non aprire bagni e chioschi”.
L’allarme degli operatori aderenti a Confesercenti e le richieste a Comune di Rimini e Regione.
Concordare con gli operatori di spiaggia le modalità per farli accedere e lavorare alle loro concessioni per gli indispensabili lavori di manutenzione, prorogare le concessioni al 2033 legittimando i fabbricati sull’arenile, congelare il pagamento di Imu e Tari oggetto di ricorso, fare piantare gli ombrelloni anche al di fuori dell’area ad uso ombreggio per garantire le distanze, far montare dehors per poter allungare la stagione turistica fino a ottobre, come delineato dal sindaco di Rimini. Altrimenti, con il rischio di non avere un ritorno economico sufficiente, le attività potrebbero anche non aprire.
Sono le richieste avanzate da Fabrizio Pagliarani, presidente del Consorzio operatori balneari Rimini, e Marco Mauri, presidente del Consorzio Ristobar spiaggia Rimini, aderenti a Confesercenti, nella lettera inviata al sindaco Andrea Gnassi e agli assessori al demanio Roberta Frisoni, alle attività economiche Jamil Sadegholvaad e all’ambiente Anna Montini.
“Riteniamo indispensabile che l’amministrazione comunale ed in particolare l’assessora al Demanio, da sempre disponibile e corretta nel confronto, apra un tavolo di concertazione con le parti sociali – affermano Pagliarani e Mauri -. Il ritorno economico per la stagione balneare è compromesso, con incertezze e ricadute che vanno oltre il 2021. Le prescrizioni sanitarie avranno pesanti ricadute economiche ed organizzative sulle aziende e sulla mobilità delle persone, che potrebbero rendere difficile l’apertura delle attività balneari. Per le piccole aziende a conduzione familiare che caratterizzano il settore, il dover sottostare all’obbligo di apertura previsto dal titolo concessorio determinerà costi certi di preparazione e gestione che senza un ritorno economico ne metterebbero in pericolo la stessa sopravvivenza: siamo pertanto a proporre, se motivata, anche la possibilità di non aprire alcune attività balneari”.
Ecco allora le precise richieste che bagnini e chioschisti avanzano al Comune di Rimini. “Chiediamo di concordare con gli operatori balneari le regole perché possano recarsi in spiaggia nel rispetto delle prescrizioni sanitarie, per iniziare i lavori indispensabili per le aperture delle attività. Mediamente sia ai bagni che ai chioschi bar servono 40 giorni”.
“Diventa urgente ed indispensabile la proroga delle concessioni al 2033, così come la legittimazione dei fabbricati sull’arenile, nei termini previsti dai piani spiaggia esistenti e come più volte argomentato dai nostri legali: la soluzione di questi problemi darà le necessarie certezze agli operatori balneari per investire nella ristrutturazione e riqualificazione delle proprie attività”.
Si chiede poi di “dare soluzioni ai ricorsi di bagnini e chioschisti su IMU e TARI, per il passato, congelandone il pagamento con rateizzazione a partire dal 2022; modificare il regolamento Tari per la riduzione legata ai periodi stagionali inferiori ai 140 giorni, dando la possibilità di usufruirne dall’anno in corso”.
Si chiede inoltre di poter “collocare le strutture di ombreggio oltre che nella fascia C anche nelle fasce B e C1, questo per permettere di distanziare al massimo gli ombrelloni” e, a seguito delle proposte del sindaco Gnassi di spostare gli eventi a settembre/ottobre per allungare la stagione turistica, “proposte da noi condivise e sostenute”, si chiede che i chioschi bar sull’arenile possano collaborare con i rispettivi bagnini per montare strutture temporanee tipo dehors.
Regione e Comuni dovranno inoltre concertare con le rappresentanze di categoria le modalità organizzative e di gestione degli stabilimenti balneari, adeguando le ordinanze sulla stagione balneare alle esigenze legate al coronavirus e al buonsenso: distanziamento ombreggio, sanificazione, restrizioni e controlli della mobilità degli accessi in spiaggia, adeguare l’organizzazione e la durata del salvamento alla minor presenza di bagnanti.
I presidenti dei due consorzi ricordano che sono indispensabili anche una serie di interventi del Governo e della Regione a sostegno dell’economia: sostegno al credito di lungo periodo 15/20 anni, riduzione della pressione fiscale, credito d’imposta sull’affitto anche per i concessionari, Iva al 10% per gli stabilimenti balneari, parificandoli alle altre attività turistiche, agevolazioni per le assunzioni dei lavoratori stagionali e sostegno agli stessi per traghettarli verso la futura riassunzione. “La Regione Emilia-Romagna deve farsi parte attiva con i Comuni che devono recepire le norme sulla proroga delle concessioni al 2033: questo diventa indispensabile per gli operatori per poter accedere ai futuri provvedimenti di credito e finanziamento agevolato. Necessarie infine soluzioni definitive per i canoni pertinenziali”.
Sono le richieste avanzate da Fabrizio Pagliarani, presidente del Consorzio operatori balneari Rimini, e Marco Mauri, presidente del Consorzio Ristobar spiaggia Rimini, aderenti a Confesercenti, nella lettera inviata al sindaco Andrea Gnassi e agli assessori al demanio Roberta Frisoni, alle attività economiche Jamil Sadegholvaad e all’ambiente Anna Montini.
“Riteniamo indispensabile che l’amministrazione comunale ed in particolare l’assessora al Demanio, da sempre disponibile e corretta nel confronto, apra un tavolo di concertazione con le parti sociali – affermano Pagliarani e Mauri -. Il ritorno economico per la stagione balneare è compromesso, con incertezze e ricadute che vanno oltre il 2021. Le prescrizioni sanitarie avranno pesanti ricadute economiche ed organizzative sulle aziende e sulla mobilità delle persone, che potrebbero rendere difficile l’apertura delle attività balneari. Per le piccole aziende a conduzione familiare che caratterizzano il settore, il dover sottostare all’obbligo di apertura previsto dal titolo concessorio determinerà costi certi di preparazione e gestione che senza un ritorno economico ne metterebbero in pericolo la stessa sopravvivenza: siamo pertanto a proporre, se motivata, anche la possibilità di non aprire alcune attività balneari”.
Ecco allora le precise richieste che bagnini e chioschisti avanzano al Comune di Rimini. “Chiediamo di concordare con gli operatori balneari le regole perché possano recarsi in spiaggia nel rispetto delle prescrizioni sanitarie, per iniziare i lavori indispensabili per le aperture delle attività. Mediamente sia ai bagni che ai chioschi bar servono 40 giorni”.
“Diventa urgente ed indispensabile la proroga delle concessioni al 2033, così come la legittimazione dei fabbricati sull’arenile, nei termini previsti dai piani spiaggia esistenti e come più volte argomentato dai nostri legali: la soluzione di questi problemi darà le necessarie certezze agli operatori balneari per investire nella ristrutturazione e riqualificazione delle proprie attività”.
Si chiede poi di “dare soluzioni ai ricorsi di bagnini e chioschisti su IMU e TARI, per il passato, congelandone il pagamento con rateizzazione a partire dal 2022; modificare il regolamento Tari per la riduzione legata ai periodi stagionali inferiori ai 140 giorni, dando la possibilità di usufruirne dall’anno in corso”.
Si chiede inoltre di poter “collocare le strutture di ombreggio oltre che nella fascia C anche nelle fasce B e C1, questo per permettere di distanziare al massimo gli ombrelloni” e, a seguito delle proposte del sindaco Gnassi di spostare gli eventi a settembre/ottobre per allungare la stagione turistica, “proposte da noi condivise e sostenute”, si chiede che i chioschi bar sull’arenile possano collaborare con i rispettivi bagnini per montare strutture temporanee tipo dehors.
Regione e Comuni dovranno inoltre concertare con le rappresentanze di categoria le modalità organizzative e di gestione degli stabilimenti balneari, adeguando le ordinanze sulla stagione balneare alle esigenze legate al coronavirus e al buonsenso: distanziamento ombreggio, sanificazione, restrizioni e controlli della mobilità degli accessi in spiaggia, adeguare l’organizzazione e la durata del salvamento alla minor presenza di bagnanti.
I presidenti dei due consorzi ricordano che sono indispensabili anche una serie di interventi del Governo e della Regione a sostegno dell’economia: sostegno al credito di lungo periodo 15/20 anni, riduzione della pressione fiscale, credito d’imposta sull’affitto anche per i concessionari, Iva al 10% per gli stabilimenti balneari, parificandoli alle altre attività turistiche, agevolazioni per le assunzioni dei lavoratori stagionali e sostegno agli stessi per traghettarli verso la futura riassunzione. “La Regione Emilia-Romagna deve farsi parte attiva con i Comuni che devono recepire le norme sulla proroga delle concessioni al 2033: questo diventa indispensabile per gli operatori per poter accedere ai futuri provvedimenti di credito e finanziamento agevolato. Necessarie infine soluzioni definitive per i canoni pertinenziali”.