Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini
Coronavirus, il vescovo Lambiasi in preghiera al cimitero 27 marzo. Ha affidato alla misericordia del Padre tutti i defunti della pandemia e i morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti. In questo modo il vescovo Francesco ha espresso la vicinanza della Chiesa riminese a quanti sono nel pianto e nel dolore.
Questo segno di suffragio e di consolazione è stato proposto dalla Conferenza episcopale italiana a tutti i Vescovi che – avendone le possibilità – potessero accogliere l’iniziativa di preghiera per le persone morte con il Coronavirus in un “Venerdì della Misericordia” della Chiesa italiana, “un venerdì di Quaresima, nel quale lo sguardo al Crocifisso invoca la speranza consolante della Risurrezione”.
“L’attesa è per la fine dell’emergenza, – ha detto la presidenza della Cei – quando si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli”.
Questo segno di suffragio e di consolazione è stato proposto dalla Conferenza episcopale italiana a tutti i Vescovi che – avendone le possibilità – potessero accogliere l’iniziativa di preghiera per le persone morte con il Coronavirus in un “Venerdì della Misericordia” della Chiesa italiana, “un venerdì di Quaresima, nel quale lo sguardo al Crocifisso invoca la speranza consolante della Risurrezione”.
“L’attesa è per la fine dell’emergenza, – ha detto la presidenza della Cei – quando si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli”.
Successivamente, il Vescovo di Rimini, sempre nel rispetto delle norme sanitarie, si è recato al Santuario Madonna della Misericordia (S. Chiara), a Rimini. Nella preghiera personale, ha affidato a Maria, Madre della Misericordia, la salute di don Alessio Alasia, parroco di San Martino di Riccione, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale “Infermi” di Rimini;
di tutto il presbiterio riminese;
della città di Rimini e dell’intera Diocesi.
di tutto il presbiterio riminese;
della città di Rimini e dell’intera Diocesi.
Il Santuario di Santa Chiara è noto anche per il miracolo che ha ospitato. L’12 maggio 1850 tre donne, entrate al Santuario per una breve visita alla “Madre di Misericordia”, sono colpite da un fenomeno straordinario: gli occhi della Sacra Immagine (dipinto del pittore Giuseppe Soleri Brancaleoni) si alzano sino a scomparire sotto le palpebre, per poi tornare ad abbassarsi e guardare dolcemente verso di lei. Il miracolo si ripete, ad intervalli, per otto mesi consecutivi suscitando cambiamenti di vita e conversioni profonde nei fedeli che numerosissimi accorrono a pregarla.
L’allora Vescovo di Rimini, Monsignor Salvatore Leziroli , sollecitato anche da Papa Pio IX, per dare al fatto un’inconfutabile certezza storica, ordina un regolare processo. Fecero la loro deposizione Cardinali, Vescovi, uomini illustri per scienza e comuni fedeli: tutti concordemente asseriscono la realtà del prodigio.
L’anno successivo la Madonna della Misericordia fu allora aggiunta ai Santi patroni della Città e della Diocesi di Rimini.
Il 12 maggio è il giorno della festa annuale della Madonna. La cura di Santa Chiara e dell’immagine miracolosa è affidata dal 1824 ai Missionari del Preziosissimo Sangue.
L’allora Vescovo di Rimini, Monsignor Salvatore Leziroli , sollecitato anche da Papa Pio IX, per dare al fatto un’inconfutabile certezza storica, ordina un regolare processo. Fecero la loro deposizione Cardinali, Vescovi, uomini illustri per scienza e comuni fedeli: tutti concordemente asseriscono la realtà del prodigio.
L’anno successivo la Madonna della Misericordia fu allora aggiunta ai Santi patroni della Città e della Diocesi di Rimini.
Il 12 maggio è il giorno della festa annuale della Madonna. La cura di Santa Chiara e dell’immagine miracolosa è affidata dal 1824 ai Missionari del Preziosissimo Sangue.