Marco Gisotti
– Più di tre milioni di lavoratori operano nella cosiddetta economia circolare green. Erano poco meno di un milione 10 anni fa. Da qui al 2023, gli addetti supereranno i 3,5 milioni. Al primo posto ci sono i chimici verdi; seguono: i cuochi, i data analist, gli esperti di marketing, gli esperti di acquisti, gli esperti di gestione… al decimo i programmatori agricoli della filiera corta. Tutti questi indicatori si trovano nel libro “100 Green jobs. Guida alle professioni future circolari e sostenibili” (Edizioni Ambiente, 380 pagine, 18 euro) . Autori: Tessa Gelisio e Marco Gisotti. Quest’ultimo è a Rimini a presentare il suo lavoro. Racconta: “Il volume raccoglie una serie di dati elaborati da Unioncamere. Un elemento curioso è che la diffusione è omogenea in tutt’Italia e che quasi l’80 per cento dei posti di lavoro richiedono un altro grado di competenze verdi”.
“Gli elementi che vi hanno contribuito – continua nella riflessione Gisotti, docente di Teorie e linguaggi della comunicazione scientifica all’Università Tor Vergata di Roma -, oltre ai valori culturali e di costume, è il risparmio. Cioè l’energia è un costo per le imprese, dunque con competenze ed una migliore organizzazione si diminuiscono gli scarti, i costi e si diventa anche più appetibili per il mercato. Per tali traguardi avere certe figure professionali è il fondamento”.
“A volte – chiude la riflessione Gisotti, romano – i risparmi energetici (ed economici) avvengono in modo inaspettato e con piccoli gesti: la riorganizzazione dei processi produttivi, incidere sulla temperatura degli uffici, sulle luci… Rispetto alle aziende tradizionali, le innovative nel segno del green raggiungono risultati migliori ed esportano anche meglio. Oramai per la maggioranza degli italiani: far bene all’ambiente, significa far bene all’economia. Questo vuol dire soprattutto che sono cambiati i nostri costumi”.