Marzio Pecci
Marzio Pecci, Lega: “Condivisibile il messaggio del sindaco Gnassi”
“Da capogruppo Lega in Consiglio Comunale concordo sul fatto che la città ed il Paese non si debbano fermare davanti alla epidemia, a condizione, però, che si affronti il problema nella sua realtà assicurando l’aumento dei posti letto ed il funzionamento dei reparti di terapia intensiva delle strutture sanitarie poiché è accertato che la malattia può essere vinta con le cure e con il buon funzionamento delle strutture sanitarie.
Sul fronte dell’economia, invece, gli imprenditori riminesi ed italiani conoscono bene le strategie per superare le difficoltà, ma occorre che le istituzioni e gli Uffici Pubblici offrano la massima libertà di esercizio.
Occorre, in buona sostanza, togliere i laccioli burocratici per consentire all’imprenditore di reagire liberamente ed in fretta all’emergenza economica.
Sul fronte pubblico è positivo che i lavori pubblici proseguano per finire nei tempi previsti, ma sarebbe altrettanto positivo se altre opere pubbliche fossero messe in cantiere nel breve tempo anche sollecitando i Ministeri competenti.
Ora l’amministrazione comunale, in attesa dei provvedimenti del governo a sostegno delle imprese in crisi, dovrà fare la propria parte riducendo il prelievo fiscale locale ed il costo dei servizi oltre all’abolizione dell’imposta di soggiorno che, al momento, diventa indispensabile per rendere appetibile il nostro prodotto turistico.
Il turismo è il primo comparto ad essere entrato in crisi per cui è estremamente necessario supportarlo con iniziative, comunali, provinciali, regionali, statali ed europee, volte non solo a riconoscere un contributo per la crisi ma ad approvare leggi e regolamenti per rinnovare e riconvertire le vecchie strutture alberghiere in un prodotto turistico futuristico.
La crisi, anche se grave, la si affronta e se ne esce con misure eccezionali.
Dalle parole ai fatti. E’ vero che Rimini non si ferma, ma intanto la politica lanci un messaggio: le amministrazioni pubbliche e le grandi aziende inizino a pensare allo smart working … anche questo sarebbe un modo per non fermare il Paese”.