Marzio Pecci, Lega
Gli interventi sul turismo del Consigliere Juri Magrini, di Mauro Santinato di Teamwork e di Marcella Bondoni apparsi sulla stampa aprono un necessario dibattito politico.
Rimini, a mio avviso, non ha bisogno di un gruppo Facebook, come vuole il sindaco, ma ha bisogno di atti, programmi e progetti concreti perché, e qui mi trovo d’accordo col Sindaco “.. quando ritorneremo a rivedere le stelle non dovremmo farci trovare impreparati”.
Da anni denuncio la necessità di cambiare e mettere in campo interventi radicali capaci di trasformare tutto il comparto turistico alberghiero perché le strutture non rispondono più alle esigenze del mercato. “Cambiare” deve significare non più stagionalità, ma turismo annuale e, quindi, maggiore occupazione e crescita del PIL.
Purtroppo l’amministrazione comunale, in questi anni, è rimasta sorda alle mie richieste, tanto che fino ad oggi nessuno degli strumenti urbanistici approvati è stato apportatore di trasformazione radicale.
Ora il “Cigno nero”, comparso nel turismo con le sembianze del coronavirus, ha fatto “saltare” la prima economia locale e ora gli imprenditori del turismo dovranno rimboccarsi le maniche ed “inventare” progetti innovativi chiedendo al pubblico di aiutarli a superare la burocrazia ed i vincoli derivanti da norme inutilmente poste.
Pensare di affrontare la crisi con un messaggio pubblicitario fatto da questo o quell’attore, magari come pensa l’assessore regionale, non risolve il problema della crisi.
Occorre lavorare insieme su un grande progetto di innovazione, che abbia nell’Europa, se sopravviverà alla crisi del coronavirus e rimarrà come entità riconoscibile, il volano finanziario per l’operazione di trasformazione della Riviera Romagnola e di Rimini in particolare.
Già pochi giorni fa con il Consigliere regionale riminese della Lega, Matteo Montevecchi, abbiamo pensato di creare una sinergia tra Capogrupo consiglio comunale di Rimini, consigliere regionale, parlamentare nazionale unitamente al parlamentare europeo per coinvolgere i vari livelli politici ed istituzionali nella realizzazione di un progetto che veda la costituzione di una società immobiliare, nello specifico una SGR, finanziata da fondi europei, avente per oggetto l’acquisto di strutture alberghiere da trasformare in nuovi complessi turistici capaci di rispondere alla domanda del mercato futuro e creare nuovi spazi utili per dare un nuovo volto alla città facendola ritornare ad essere meta turistica mondiale.
Ovviamente dalla grave situazione economica dovranno risorgere anche gli stabilimenti balneari. La crisi economica in cui versa l’intera Europa favorisce l’attività politica volta a chiedere di superare i limiti della Bolkestein e consentire il rinnovo di tutte le concessioni balneari per 50 anni o più anni a condizione che i concessionari provvedano alla ristrutturazione degli impianti e delle strutture nel tempo massimo di due anni.
In tal modo si darebbe stabilità ai concessionari in cambio di investimenti necessari per la ripresa dell’economia.
Proprio su questo ultimo punto è indispensabile che tutte le forze politiche maturino la decisione di approvare il condono fiscale, previdenziale e edilizio per consentire l’immissione sul mercato di denaro liquido necessario per gli investimenti.
La “cura da cavallo” che viene invocata a volte è più semplice di quel che si immagina …. basta liberare il Paese dalla burocrazia e lasciare l’imprenditoria libera di “fare”. Troppe leggi uccidono.
Rimini, a mio avviso, non ha bisogno di un gruppo Facebook, come vuole il sindaco, ma ha bisogno di atti, programmi e progetti concreti perché, e qui mi trovo d’accordo col Sindaco “.. quando ritorneremo a rivedere le stelle non dovremmo farci trovare impreparati”.
Da anni denuncio la necessità di cambiare e mettere in campo interventi radicali capaci di trasformare tutto il comparto turistico alberghiero perché le strutture non rispondono più alle esigenze del mercato. “Cambiare” deve significare non più stagionalità, ma turismo annuale e, quindi, maggiore occupazione e crescita del PIL.
Purtroppo l’amministrazione comunale, in questi anni, è rimasta sorda alle mie richieste, tanto che fino ad oggi nessuno degli strumenti urbanistici approvati è stato apportatore di trasformazione radicale.
Ora il “Cigno nero”, comparso nel turismo con le sembianze del coronavirus, ha fatto “saltare” la prima economia locale e ora gli imprenditori del turismo dovranno rimboccarsi le maniche ed “inventare” progetti innovativi chiedendo al pubblico di aiutarli a superare la burocrazia ed i vincoli derivanti da norme inutilmente poste.
Pensare di affrontare la crisi con un messaggio pubblicitario fatto da questo o quell’attore, magari come pensa l’assessore regionale, non risolve il problema della crisi.
Occorre lavorare insieme su un grande progetto di innovazione, che abbia nell’Europa, se sopravviverà alla crisi del coronavirus e rimarrà come entità riconoscibile, il volano finanziario per l’operazione di trasformazione della Riviera Romagnola e di Rimini in particolare.
Già pochi giorni fa con il Consigliere regionale riminese della Lega, Matteo Montevecchi, abbiamo pensato di creare una sinergia tra Capogrupo consiglio comunale di Rimini, consigliere regionale, parlamentare nazionale unitamente al parlamentare europeo per coinvolgere i vari livelli politici ed istituzionali nella realizzazione di un progetto che veda la costituzione di una società immobiliare, nello specifico una SGR, finanziata da fondi europei, avente per oggetto l’acquisto di strutture alberghiere da trasformare in nuovi complessi turistici capaci di rispondere alla domanda del mercato futuro e creare nuovi spazi utili per dare un nuovo volto alla città facendola ritornare ad essere meta turistica mondiale.
Ovviamente dalla grave situazione economica dovranno risorgere anche gli stabilimenti balneari. La crisi economica in cui versa l’intera Europa favorisce l’attività politica volta a chiedere di superare i limiti della Bolkestein e consentire il rinnovo di tutte le concessioni balneari per 50 anni o più anni a condizione che i concessionari provvedano alla ristrutturazione degli impianti e delle strutture nel tempo massimo di due anni.
In tal modo si darebbe stabilità ai concessionari in cambio di investimenti necessari per la ripresa dell’economia.
Proprio su questo ultimo punto è indispensabile che tutte le forze politiche maturino la decisione di approvare il condono fiscale, previdenziale e edilizio per consentire l’immissione sul mercato di denaro liquido necessario per gli investimenti.
La “cura da cavallo” che viene invocata a volte è più semplice di quel che si immagina …. basta liberare il Paese dalla burocrazia e lasciare l’imprenditoria libera di “fare”. Troppe leggi uccidono.