Marzio Pecci, Lega
La lettera
Marzio Pecci, Lega
“Non è tempo di movida”, dice il Presidente del Consiglio.
“Basta movida o chiudiamo tutto”, dicono altri e poi
“.. far chiudere anticipatamente, alla sera, i locali della zona della Vecchia Pescheria” dice l’assessore riminese vestendo i panni dello “sceriffo”.
Ecco il trend politico, “dernier cri”, che vede nel ventenne con la birra o lo “spritz” in mano il nuovo Nemico Principale, l’untore del Covid19.
I nostri governanti, a tutti i livelli, si sono ubriacati di quello stesso autoritarismo, che la generazione degli attuali settantenni aveva cancellato con le lotte studentesche del ’68.
Poche settimane fa abbiamo detto che si stanno manifestando i nuovi fascismi, che non sono quelli dell’orbace o del “fez”, ma quelli delle “ordinanze” contingenti ed urgenti e dei DCPM, dei dictat di ciascun ministro, viceministro, capetto, che hanno sovvertito la gerarchia delle fonti.
Dopo mesi di provvedimenti che hanno distrutto le persone e l’economia occorre dire “basta” soprattutto contro chi urla per il rispetto di norme varate in violazione di ogni diritto costituzionale.
Non è accettabile una ordinanza contro i giovani che sono stati gli unici a non arrendersi alla paura che il governo ci ha inflitto in questi ultimi tre mesi e che sono tornati alla normalità facendo rivivere le città e permettendo ad alcune attività di riprendersi prima del fallimento.
Non è accettabile sentire Sindaco ed assessore a lanciare i proclami: “non faremo sconti”, faremo più controlli!
Ma quali sconti, quali controlli può fare una politica che ha gestito una emergenza sanitaria ed una emergenza economica da perfetti dilettanti, ignorando le regole più semplici, con un florilegio di incompetenze ed inadeguatezze di cui solo i posteri potranno far giustizia?
Invece di sollecitare sanzioni contro tutto e contro tutti sarebbe bene che l’amministrazione comunale cominciasse pensare ai giovani che, in questi anni, sono stati abbandonati a loro stessi.
L’insipienza, l’ignoranza e la incapacità a gestire l’emergenza sono un contagio politico e sociale ben più pericoloso del Covid19 e quindi bisogna fermarlo ad ogni costo.
Allora chiediamo agli ubriachi di potere, ai nuovi “ducetti”: quale programmazione ha in serbo l’Amministrazione comunale per i giovani?
Quali strategie, quali politiche vuole approvare per far crescere i giovani riminesi?
Con assai poca lungimiranza l’amministrazione comunale ha dato ai giovani la Molo street, la Notte Rosa, la Movida ed ora si lamenta di ciò che ha creato, passando il tempo a minacciare chiusure e sanzioni.
Ma anziché utilizzare la minaccia giovanile come ennesima arma di distrazione di massa, sarebbe bene che gli amministratori si occupassero di loro e del loro futuro, così gravemente penalizzato nel dopo Covid 19, al pari delle imprese e dei professionisti, tutti in fortissima sofferenza.
Sono i giovani che, già pregiudicati dal forzato deficit di formazione e istruzione, faranno ancora più fatica a trovare un lavoro, perché il prossimo autunno sappiamo bene che l’occupazione sarà ancora più in calo, visto che i provvedimenti sinora assunti vanno solo nella direzione dell’assistenzialismo e non in quella degli investimenti.
Una amministrazione responsabile ha il dovere di rinunciare alla repressione e pensare a dare una risposta educativa ai giovani, perché loro sono il nostro futuro e la nostra unica risorsa.
“Basta movida o chiudiamo tutto”, dicono altri e poi
“.. far chiudere anticipatamente, alla sera, i locali della zona della Vecchia Pescheria” dice l’assessore riminese vestendo i panni dello “sceriffo”.
Ecco il trend politico, “dernier cri”, che vede nel ventenne con la birra o lo “spritz” in mano il nuovo Nemico Principale, l’untore del Covid19.
I nostri governanti, a tutti i livelli, si sono ubriacati di quello stesso autoritarismo, che la generazione degli attuali settantenni aveva cancellato con le lotte studentesche del ’68.
Poche settimane fa abbiamo detto che si stanno manifestando i nuovi fascismi, che non sono quelli dell’orbace o del “fez”, ma quelli delle “ordinanze” contingenti ed urgenti e dei DCPM, dei dictat di ciascun ministro, viceministro, capetto, che hanno sovvertito la gerarchia delle fonti.
Dopo mesi di provvedimenti che hanno distrutto le persone e l’economia occorre dire “basta” soprattutto contro chi urla per il rispetto di norme varate in violazione di ogni diritto costituzionale.
Non è accettabile una ordinanza contro i giovani che sono stati gli unici a non arrendersi alla paura che il governo ci ha inflitto in questi ultimi tre mesi e che sono tornati alla normalità facendo rivivere le città e permettendo ad alcune attività di riprendersi prima del fallimento.
Non è accettabile sentire Sindaco ed assessore a lanciare i proclami: “non faremo sconti”, faremo più controlli!
Ma quali sconti, quali controlli può fare una politica che ha gestito una emergenza sanitaria ed una emergenza economica da perfetti dilettanti, ignorando le regole più semplici, con un florilegio di incompetenze ed inadeguatezze di cui solo i posteri potranno far giustizia?
Invece di sollecitare sanzioni contro tutto e contro tutti sarebbe bene che l’amministrazione comunale cominciasse pensare ai giovani che, in questi anni, sono stati abbandonati a loro stessi.
L’insipienza, l’ignoranza e la incapacità a gestire l’emergenza sono un contagio politico e sociale ben più pericoloso del Covid19 e quindi bisogna fermarlo ad ogni costo.
Allora chiediamo agli ubriachi di potere, ai nuovi “ducetti”: quale programmazione ha in serbo l’Amministrazione comunale per i giovani?
Quali strategie, quali politiche vuole approvare per far crescere i giovani riminesi?
Con assai poca lungimiranza l’amministrazione comunale ha dato ai giovani la Molo street, la Notte Rosa, la Movida ed ora si lamenta di ciò che ha creato, passando il tempo a minacciare chiusure e sanzioni.
Ma anziché utilizzare la minaccia giovanile come ennesima arma di distrazione di massa, sarebbe bene che gli amministratori si occupassero di loro e del loro futuro, così gravemente penalizzato nel dopo Covid 19, al pari delle imprese e dei professionisti, tutti in fortissima sofferenza.
Sono i giovani che, già pregiudicati dal forzato deficit di formazione e istruzione, faranno ancora più fatica a trovare un lavoro, perché il prossimo autunno sappiamo bene che l’occupazione sarà ancora più in calo, visto che i provvedimenti sinora assunti vanno solo nella direzione dell’assistenzialismo e non in quella degli investimenti.
Una amministrazione responsabile ha il dovere di rinunciare alla repressione e pensare a dare una risposta educativa ai giovani, perché loro sono il nostro futuro e la nostra unica risorsa.