Alessandro Rapone
di Alessandro Rapone, amministratore unico Amir SpA
L’assessore al Bilancio del Comune di Riccione ha dichiarato che l’Amministrazione
da lui rappresentata intende uscire da alcune aziende partecipate, decisione che in
linea di principio rientra nelle libere scelte di ogni singolo Comune.
Tra queste figura anche AMIR SpA: si tratta di una questione che si sta trascinando
da un paio d’anni, complice anche un decreto governativo che ha congelato
parzialmente gli effetti della cosiddetta Legge Madia, in cui venivano individuati
criteri finalizzati alla riduzione delle aziende partecipate, in specie quelle con bilanci
in deficit da tre esercizi consecutivi.
Ora, pur non essendo questo il caso di AMIR SpA, visto che da cinque anni
chiudiamo il bilancio in utile e soprattutto, negli ultimi tre esercizi abbiamo distribuito
ai soci oltre 4,2 milioni di euro, risulta piuttosto bizzarro il criterio di giudizio
dell’assessore nel classificare le partecipate da cui uscire.
Non mi pare molto elegante fare raffronti e graduatorie fra le diverse aziende di cui
il Comune detiene partecipazioni, ma al tempo stesso non posso accettare che la
sua valutazione faccia riferimento alla “performance” aziendale, visto che abbiamo
chiuso in utile anche il bilancio 2019, dove, l’assessore avrà sicuramente letto,
abbiamo anche fatto un accantonamento di 1,2 milioni di euro di riserva. Insomma,
non risulta corretto nella forma e nella sostanza quanto dichiarato dall’assessore in
riferimento ad AMIR SpA, laddove afferma che “i maggiori oneri di gestione
aggravano i bilanci”.
È pur vero che la partecipazione del Comune di Riccione nella nostra base
societaria è piuttosto esigua, rappresentando lo 0,52% del capitale sociale ma
nondimeno abbiamo sempre manifestato la massima attenzione al nostro socio,
che gode ovviamente di pari diritti rispetto agli altri Comuni con partecipazioni ben
maggiori.