Graziano Urbinati, Federconsumatori
Federconsumatori: prezzi degli alimentari saliti del 4,9%
Coronavirus, ad aprile deragliamento dei prezzi degli alimentari, soprattutto dei prodotti freschi che salgono del 4,9%. Chiediamo a Bonaccini di convocare al più presto tutti i soggetti in campo.
L’ISTAT ha reso pubblico il dato di previsione dell’inflazione nazionale di aprile. In un contesto dove molti settori, come energetico e comunicazioni, presentano numeri in arretramento, spicca il dato dell’inflazione tendenziale dei prodotti alimentari, in particolare di quelli freschi, con un clamoroso 4,9% di incremento, contro il 0,7% generale.
Un dato molto diverso anche quello del cosiddetto “carrello della spesa”, che con aprile sale di un pesante 2,8%. Un risultato che segue quello del mese precedente, che aveva registrato una crescita molto più contenuta, ma che aveva spinto Federconsumatori Emilia-Romagna ad avanzare la richiesta di blocco dei prezzi nelle catene della Grande distribuzione organizzata. Il dato di aprile chiarisce che i nostri timori erano più che giustificati, e che la nostra sollecitazione meritava ascolto.
L’enorme crescita dei prezzi dei prodotti freschi, carne, pesce, ed in particolare frutta e verdura, è dovuta ad un insieme di fattori:
riduzione da parte della distribuzione della promozionalità;
assenza di concorrenza tra insegne, anche legata ai limiti nella mobilità del consumatore;
chiusura per diverso tempo dei mercati all’aperto e degli spacci contadini.
Infine, le speculazioni nella filiera, (produttori, grossisti, dettaglianti) in un momento in cui nulla giustifica l’incremento dei prezzi, se non la volontà di aumentare i profitti. Il livello di produzione è migliore di quello degli anni passati, il costo del trasporto si è ridotto, quello del lavoro non è mutato. Certo, in alcune zone del Paese non è possibile mantenere il livello di sfruttamento del lavoro irregolare, quello dei clandestini a 2,5 euro all’ora per 12 ore al giorno: sarebbe opportuno e necessario impiegare questo momento per approfondire la materia.
Ma il punto è: cosa succederà ora che il consumatore riprende la mobilità commerciale anche fuori dal proprio Comune? Nulla è scontato. In un contesto di inflazione generale bassa, il vistoso incremento di prezzo dei prodotti alimentari potrebbe non rientrare e diventare strutturale. Il mercato potrebbe non autoregolarsi, anzi potrebbe iniziare un fenomeno di innalzamento dei prezzi generalizzato.
Per questo Federconsumatori Emilia Romagna non ritiene sufficiente denunciare il problema, ma chiede con forza al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini di avere un ruolo decisivo anche su questo tema. Non vogliamo togliere energie allo straordinario lavoro fatto per il contrasto al Coronavirus, ma il tema è rilevante, ed è necessaria quella concretezza alla quale è stata sino ad oggi improntata l’azione della nostra Regione.
I redditi della maggioranza delle cittadine e dei cittadini della nostra Regione si sono ridotti in modo vistoso; allo stesso tempo i prezzi dei prodotti di maggior consumo crescono o deragliano, come nel caso dei freschi. È indispensabile l’apertura di uno stringente confronto trai soggetti in campo, di iniziative legislative originali, di una azione generale per il bene comune. Federconsumatori è da subito pronta al confronto, con le sue idee, con le sue proposte.
L’ISTAT ha reso pubblico il dato di previsione dell’inflazione nazionale di aprile. In un contesto dove molti settori, come energetico e comunicazioni, presentano numeri in arretramento, spicca il dato dell’inflazione tendenziale dei prodotti alimentari, in particolare di quelli freschi, con un clamoroso 4,9% di incremento, contro il 0,7% generale.
Un dato molto diverso anche quello del cosiddetto “carrello della spesa”, che con aprile sale di un pesante 2,8%. Un risultato che segue quello del mese precedente, che aveva registrato una crescita molto più contenuta, ma che aveva spinto Federconsumatori Emilia-Romagna ad avanzare la richiesta di blocco dei prezzi nelle catene della Grande distribuzione organizzata. Il dato di aprile chiarisce che i nostri timori erano più che giustificati, e che la nostra sollecitazione meritava ascolto.
L’enorme crescita dei prezzi dei prodotti freschi, carne, pesce, ed in particolare frutta e verdura, è dovuta ad un insieme di fattori:
riduzione da parte della distribuzione della promozionalità;
assenza di concorrenza tra insegne, anche legata ai limiti nella mobilità del consumatore;
chiusura per diverso tempo dei mercati all’aperto e degli spacci contadini.
Infine, le speculazioni nella filiera, (produttori, grossisti, dettaglianti) in un momento in cui nulla giustifica l’incremento dei prezzi, se non la volontà di aumentare i profitti. Il livello di produzione è migliore di quello degli anni passati, il costo del trasporto si è ridotto, quello del lavoro non è mutato. Certo, in alcune zone del Paese non è possibile mantenere il livello di sfruttamento del lavoro irregolare, quello dei clandestini a 2,5 euro all’ora per 12 ore al giorno: sarebbe opportuno e necessario impiegare questo momento per approfondire la materia.
Ma il punto è: cosa succederà ora che il consumatore riprende la mobilità commerciale anche fuori dal proprio Comune? Nulla è scontato. In un contesto di inflazione generale bassa, il vistoso incremento di prezzo dei prodotti alimentari potrebbe non rientrare e diventare strutturale. Il mercato potrebbe non autoregolarsi, anzi potrebbe iniziare un fenomeno di innalzamento dei prezzi generalizzato.
Per questo Federconsumatori Emilia Romagna non ritiene sufficiente denunciare il problema, ma chiede con forza al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini di avere un ruolo decisivo anche su questo tema. Non vogliamo togliere energie allo straordinario lavoro fatto per il contrasto al Coronavirus, ma il tema è rilevante, ed è necessaria quella concretezza alla quale è stata sino ad oggi improntata l’azione della nostra Regione.
I redditi della maggioranza delle cittadine e dei cittadini della nostra Regione si sono ridotti in modo vistoso; allo stesso tempo i prezzi dei prodotti di maggior consumo crescono o deragliano, come nel caso dei freschi. È indispensabile l’apertura di uno stringente confronto trai soggetti in campo, di iniziative legislative originali, di una azione generale per il bene comune. Federconsumatori è da subito pronta al confronto, con le sue idee, con le sue proposte.