Ci stiamo avvicinando al San Marino Green Festival 2020. Un festival sammarinese sempre più aperto verso l’esterno, è così?
“Certo, il campanilismo va superato. Noi di SMGF crediamo nella glocalizzazione – pensare globale e agire locale – e crediamo che si debbano tracciare i confini delle proprie identità per confrontarli con quelli degli altri. In questo senso San Marino può diventare un vero e proprio fulcro per le attività da e verso il territorio, Valconca e Valmarecchia in primis, a causa della sua particolare posizione geografica. In questa fase di prospezione sta emergendo un vero tesoro di informazioni storiche e antropologiche, fil rouge che uniscono Sassocorvaro con la sua rocca e il clan Sinclair in Scozia, Monte Cerignone e Umberto Eco… per fare solo alcuni esempi. Per non parlare dei tesori della civiltà Villanoviana di Verucchio e della poesia diffusa che permea Pennabilli, eredità viva di Tonino Guerra. I quattro comuni coinvolti nel festival.
Uno dei nostri scopi è proprio quello di creare un dialogo all’insegna di cultura e sostenibilità, fra la Repubblica di San Marino e le realtà territoriali confinanti, offrendo a tutti un’occasione di scambio e di conoscenza. Il nuovo governo, in particolare le segreterie di stato per il Turismo e il Territorio, hanno espressamente anticipato che si dovranno ricercare dialogo e sinergie con le comunità limitrofe, e in questo senso il festival è un autentico apripista”.
Dopo la scoperta del territorio confinante, si tornerà a San Marino, il vero fulcro. Da cosa sarà caratterizzato il SMGF 2020?
“Il festival 2020, che si svolgerà a Borgo Maggiore dal 26 al 28 giugno, conserverà le caratteristiche che hanno reso vincente quello scorso: punterà molto su arte e creatività quali strumenti di comunicazione, e manterrà quell’impianto relazionale che ci piace definire di prossimità. Non cerchiamo i grandi numeri, proprio perché così è più facile creare contatti tra le persone, far circolare le idee. I grandi numeri trasformano le persone in masse, e questo rende più difficile esprimere le opinioni, misurarsi con i propri limiti e trasformare in meglio se stessi e il proprio territorio. La location principale di quest’anno sarà Piazza Grande di Borgo, con i suoi portici e le sue grotte, attorno alla quale ruoterà gran parte del festival”.
Ci puoi anticipare i temi di quest’anno?
“Diciamo subito che il concetto di transizione verso la sostenibilità ambientale ci accompagnerà sempre. In particolare, ci focalizzeremo senz’altro su alcune tematiche importanti ed urgenti che abbiamo individuato. Tra queste voglio ricordare la necessità di abbandonare progressivamente la plastica, soprattutto quella monouso, abbandono che passa anche attraverso l’utilizzo intelligente e limitato del packaging.
Torneremo a parlare di lotta agli sprechi alimentari, invitando esponenti importanti della scena attuale. Sul versante dell’agricoltura sostenibile ci confronteremo con esempi virtuosi del territorio. Non mancherà un workshop sulla finanza etica, mentre attraverso il coinvolgimento del Centro Naturalistico Sammarinese affronteremo il delicato problema della salvaguardia della biodiversità.
Dedicheremo due serate al cinema della sostenibilità, con proiezioni di eco film a cui seguiranno dibattiti alla presenza dei registi e di altre personalità.
Ma la vera novità starà nell’affrontare questi temi in una sorta di percorso a tappe, insieme ai compagni di viaggio dei comuni di Verucchio, Monte Cerignone, Pennabilli e Sassocorvaro. Non sappiamo esattamente cosa nascerà da questo viaggio, sappiamo solo che finora le esperienze e le sinergie prodotte ci hanno divertiti e ci hanno arricchito moltissimo”.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa seconda edizione del Festival dal punto di vista degli spettacoli?
“Porteremo in piazza (o al Teatro Concordia in caso di brutto tempo) uno spettacolo teatrale e un concerto ancora top secret. Avremo altresì spettacoli durante i vari momenti della giornata come quelli di cabaret e giocoleria, dedicati a grandi e piccoli. Inoltre anche quest’anno proporremo il trekking letterario, durante il quale presenteremo un paio di libri che ci hanno colpito particolarmente”.
Ci saranno eventi collaterali?
“Come per l’edizione scorsa andremo a definire un circuito di mostre d’arte che si svolgerà sia su Borgo Maggiore che su sedi espositive di Città. Andremo inoltre a selezionare una serie di espositori che esprima la cultura dell’innovazione applicata alla sostenibilità. Parallelamente, nel mercatino equo solidale, daremo spazio alle associazioni e agli artigiani.
Stiamo studiando una collaborazione con gli studenti e i docenti del Corso di Design Industriale. L’idea è di proporre un workshop che porti alla realizzazione di packaging e gadget sostenibili. Lo scopo principale è riuscire a creare delle cooperative di comunità in grado di offrire posti di lavoro attraverso l’utilizzo di risorse e materiali del territorio”.
Potrete contare anche sulla presenza di qualche nome importante?
“SMGF è un festival sobrio. Ci siamo ripromessi di essere sobri nel numero di eventi da proporre, ma anche sobri nel senso che ci siamo dati una soglia oltre la quale non siamo disposti a pagare i nostri ospiti. Puntiamo ad avere ospiti di qualità, certo, ma li sceglieremo soprattutto tra quelli che non sono giunti alla ribalta e hanno quotazioni ancora contenute.
Posso anticipare che anche quest’anno stiamo corteggiando l’ex presidente del Paraguay Pepe Mujica, e chissà che non accetti.
E ci piacerebbe portare il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso proponendogli un progetto a lui dedicato che ancora non sveleremo”.
A presto, allora!
“A prestissimo! Il 25 febbraio, alle 18.00, presenteremo il Festival al pubblico presso l’Hostaria da Lino a Borgo Maggiore. Sarà un punto di partenza ma allo stesso tempo di arrivo: anticiperemo il programma ma racconteremo anche della nostra cavalcata tra le vallate lungo traiettorie che non avevamo previsto. E poi, naturalmente, brinderemo insieme!”