Gianfranco Vanzini
di Gianfranco Vanzini
Ogni giorno e in vari contesti si parla di immigrati, della tragedia che vivono, e delle violenze che subiscono, pochi pensano, però, alla unica soluzione che gradualmente potrebbe risolvere il problema alla radice. Ci si perde solo in inutili discussioni su un falso buonismo dell’accoglienza indiscriminata senza un vero progetto risolutivo del problema.
In verità qualcuno lo dice, ma è una voce clamante nel deserto: AIUTIAMOLI A LAVORARE E VIVERE NEI LORO TERRITORI AI QUALI SONO NATURALMENTE LEGATI. Solo questa è la strada che nel tempo potrebbe portare a risoluzione il fenomeno. Come?
Per esempio prendendo accordi con gli Stati d’origine ( cominciando da quelli che danno un minimo di garanzia di pace sociale) per facilitare l’acquisto, da parte dell’Italia, o della Comunità Europea, di terreni agricoli da destinare ai lavoratori locali. I potenziali migranti, la maggioranza dei quali è adulta e sana, potrebbero diventare gli utilizzatori degli stessi e col tempo diventarne anche proprietari, con vantaggi immediati e facilmente comprensibili da tutti. Non è complicato basta volerlo fare.
Ho letto recentemente invece che sta succedendo il contrario, multinazionali che sfrattano gli agricoltori locali per impiantare piantagioni intensive o sfruttamento minerario, tutte attività che arricchiscono i gli investitori (pochi e già ricchi) ed impoveriscono la popolazione.
E’ ora di invertire il processo: basta speculazioni a scapito delle popolazioni indigene, aiutiamole invece a crescere sviluppando la loro agricoltura e le loro iniziative.