Palazzo comunale
Giovedi 8 aprile apre un altro cantiere a Cattolica, quello per la riqualificazione di via Pascoli, una delle vere aree storiche della nostra cittadina, un importante investimento di circa €.600.000 che prevede interventi sulla pavimentazione, sui marciapiedi, sulla pubblica illuminazione, sull’arredo e sugli alberi.
Tutto bene? NO. Ossia ben vengano opere di riqualificazione della città ma non così: anche questo cantiere viene aperto in tutta fretta e scollegato da qualsiasi progetto d’insieme della città e con la solita logica dell’abbattimento degli alberi esistenti (Acer negundo)… che però verranno sostituiti con Lagerstroemia (Lillà delle Indie).
La mancanza di una visione d’insieme è ormai una costante, basta ricordare il Lungomare e le autorizzazioni dei Supermercati nell’area Macanno/Centro Scolastico che invece di risolverli lasceranno aperti tanti problemi e metteranno ancora più in crisi il centro commerciale naturale del centro città.
Sulla questione delle alberature e del verde riteniamo invece sia necessario aprire un approfondimento serio perchè riteniamo che la gestione del verde sia una cosa talmente seria che non possa essere avulsa da una pianificazione d’insieme e che debba essere accompagnata da regole che disciplinano l’abbattimento solo come estrema ratio. Quanto, invece, l’attuale amministrazione proceda con gli abbattimenti in maniera indiscriminata è palese nel censimento ancora in corso ad opera di Cattolica Futura, i cui dati sono tristemente destinati a salire.”
Per quanto ci riguarda tutelare e conservare con cura il patrimonio arboreo esistente riteniamo sia dimostrazione di amore per la salute e per la vita ed ora come non mai i cambiamenti climatici e la transizione ecologica devono sempre di più essere contrastati anche con azioni locali che non vedano un impoverimento dell’ambiente quali l’abbattimento degli alberi.
Certo l’Acer negundo in zona urbana non è una essenza tra le più adatte, ed una critica andrebbe fatta anche a chi l’ha scelta allora come essenza urbana, ma sopprimerla ora all’età di circa 30 anni rispetto ad una aspettativa di vita di circa 150 anni grida vendetta e parlare di sostituzione con nuove essenza non ci soddisfa.
I regolamenti comunali di manutenzione del verde sono stati certamente rispettati ma se è così chiediamo che questo regolamento venga sostanzialmente modificato affinchè il suolo ed il verde non debba più essere considerato solo come supporto ad attività commerciali o per parcheggiare le macchine ma che abbia molto a che fare con il clima per i numerosi servizi ecosistemici che l’albero ci offre.
Sono ormai risapute le relazioni tra emissioni climalteranti e le piante che metabolizzano la CO2 dell’atmosfera e la stoccano, c’è la questione del confort termico urbano estivo dove le zone verdi ed alberate riducono la temperatura grazie alla evapotraspirazione del fogliame ed inoltre mantengono la biodiversità ed il capitale naturale di vita miroscopica.
In conclusione, anche per ridurre il degrado cui solitamente vanno incontro alcune zone cittadine, chiediamo fin da subito un impegno agli amministratori, attuali e futuri, affinchè venga promossa una corretta comunicazione al fine di aumentare l’educazione e la cultura del verde, delle piante e “dell’ALBERO” di tutti.
Cesarino Romani, Verdi