Tratto da lavoce.info
DI ZACHARY PAROLIN, professore Associato di Social Policy all’Università Bocconi
e Senior Fellow del Center on Poverty and Social Policy della Columbia University
Le politiche sociali adottate negli Stati Uniti per contrastare la crisi da pandemia hanno avuto successo. In particolare, il credito fiscale per i figli ha permesso una riduzione della povertà. Ora il Congresso è chiamato a confermare la misura. Lo farà?
[La versione originale dell’articolo, in inglese, è disponibile qui]
Il welfare state Usa in pandemia
In un anno difficile, caratterizzato da una disoccupazione a livelli record, dalla pandemia e da una diffusa e prolungata chiusura delle scuole, il welfare state americano ha dimostrato di avere una notevole capacità di rendere migliore la vita di larga parte dei suoi cittadini. Questa, più di ogni altra cosa, è la lezione da imparare consultando un recente rapporto dello US Census Bureau, che sottolinea come il tasso di povertà del paese sia sceso ai minimi storici proprio nell’anno della pandemia.
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Tuttavia, è un insegnamento che sta per essere messo alla prova: il Congresso discute in questi giorni della possibilità di estendere ulteriormente il credito fiscale per i figli (Child Tax Credit), l’ultima aggiunta alla “cassetta degli attrezzi” contro la povertà, che si avvicina molto a un trasferimento mensile universale per le famiglie con figli.
Una misura che funziona
In una ricerca del Centro sulla povertà e sulle politiche sociali della Columbia University, con alcuni colleghi abbiamo dimostrato che il credito fiscale per i figli funziona come previsto: i primi trasferimenti tra luglio e agosto 2021 hanno portato a una riduzione del 25 per cento dell’insufficienza alimentare tra le famiglie a basso reddito con bambini e hanno contribuito a una storica riduzione del tasso mensile di povertà infantile. La riduzione della povertà nel 2020 è una prova schiacciante del perché il Congresso dovrebbe estendere il credito fiscale per i figli oltre il 2021.
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Per prima cosa, però, osserviamo i dati più interessanti dal rapporto dello US Census Bureau.
La riduzione del tasso di povertà dall’11,8 al 9,1 per cento nel 2020 rappresenta il maggior calo in un singolo anno negli Stati Uniti da almeno il 1967, il primo anno per cui sono disponibili dati affidabili. E il tasso di povertà nel 2019 era già al livello più basso mai registrato. La povertà è calata tra i minori, tra gli adulti in età lavorativa e tra gli anziani, con riduzioni particolarmente elevate tra gli afroamericani e gli ispanici. Sommati insieme, tutti i trasferimenti di reddito hanno evitato che 53 milioni di americani, circa il 16 per cento della popolazione, rimanessero al di sotto della soglia di povertà (che vale circa 30 mila dollari l’anno per una famiglia con due genitori e due figli).
Gli assegni di stimolo fiscale (stimulus checks) e l’estensione dei sussidi di disoccupazione – due dei più importanti trasferimenti di reddito inseriti nel Cares Act di marzo 2020 in risposta alla crisi – hanno evitato rispettivamente a 11,7 milioni e a 5,5 milioni di americani di rimanere al di sotto della soglia di povertà. Per fare un confronto, le politiche sociali attuate nella grande recessione del 2008 non si erano nemmeno avvicinate a quelle in risposta alla crisi del Covid.
Sicuramente la povertà è solo uno degli indicatori per misurare il benessere economico, ma, una settimana prima che venisse pubblicato il report sulla povertà, il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha annunciato che anche l’insicurezza alimentare è stata tenuta sotto controllo nel paese nel corso della pandemia. Un risultato che si può probabilmente attribuire di nuovo all’estensione del welfare state.
Il cambio di modello
Il Cares Act e il trattamento ricevuto dalle famiglie a basso reddito nel 2020 rappresentano una storica deviazione da un modello di welfare che sempre più si era basato sull’avere un impiego. Fin dai primi anni Novanta, l’assistenza tramite trasferimenti per le famiglie senza un lavoro è calata precipitosamente, mentre sono aumentati di molto gli aiuti ai lavoratori a basso reddito. L’approccio ha ridotto fortemente l’incidenza della povertà tra le famiglie lavoratrici vicine alla soglia di povertà, ma ha lasciato con un sostegno molto ridotto coloro che non avevano un lavoro. E le conseguenze si sono viste. Per esempio, nell’anno precedente la pandemia, gli studenti minorenni delle scuole pubbliche che vivevano come senzatetto erano oltre un milione e 300 mila, il doppio rispetto a dieci anni prima. Nella sola città di New York, i minorenni senzatetto – più di 100 mila – erano così tanti da riempire lo stadio degli Yankees e quello dei Mets messi insieme. Almeno due studi, tra cui uno mio, riconducono in parte questo aumento alla riduzione dei trasferimenti alle famiglie senza lavoro.
Il successo dell’assistenza fornita durante la pandemia ha provato che disagio e ristrettezze non devono essere la normalità. Utilizzare il welfare state e indirizzarlo verso le famiglie con i redditi più bassi si è dimostrato un approccio efficace, e non dovrebbe essere limitato solo ai momenti di depressione economica.
I più scettici, però, sono poco convinti che il successo del 2020 possa proseguire. In fin dei conti, è bassa la possibilità che il Congresso decida di pagare altri due round di trasferimenti monetari nel momento in cui l’economia migliora. Una scelta che può apparire sensata, ma che non tiene in considerazione un punto importante: secondo le nostre stime, continuare a sostenere l’estensione del credito fiscale per i figli, che il Congresso ha approvato sotto forma di legge nel marzo 2021, sarebbe probabilmente già sufficiente a mantenere bassi i tassi di povertà in futuro, specialmente tra i minori.
Guardando agli altri paesi, il credito fiscale per i figli non è un’eccezione: quasi tutte le economie ad alto reddito hanno un qualche tipo di beneficio per i figli, che riduce la povertà e le difficoltà anche nei momenti in cui l’economia galoppa. Per il momento, gli Stati Uniti si stanno semplicemente adeguando agli standard degli altri paesi simili. Nonostante il successo del credito fiscale per i figli e, più in generale, nonostante i benefici e la protezione garantiti alle famiglie dal welfare state americano durante la pandemia, la sopravvivenza di questa versione delle detrazioni per i figli è in dubbio.
Se il Congresso avrà imparato la lezione dai risultati dello scorso anno, estenderà il Child Tax Credit e garantirà i bassi tassi di povertà registrati durante la pandemia anche in futuro.
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