• Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti
MENSILE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA SPORT E COSTUME DELLE PROVINCE DI RIMINI E PESARO - TEL. 0541-611070
giovedì, Maggio 15, 2025
27 °c
Rimini
27 ° Mar
27 ° Mer
  • Login
 
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
 
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
Home Economia

Economia. Imprese “zombie”: quante sono davvero

Redazione di Redazione
6 Marzo 2021
in Economia
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
A A
Vignetta di Cecco

Vignetta di Cecco

 

Tratto da lavoce.info

di Guido Romano, economista, responsabile dell’Ufficio Studi e Relazioni Esterne di Cerved Group
e Fabiano Schivardi, Professore di economia alla LUISS

La politica economica dovrà presto decidere la strategia di sostegno alle imprese. Va trovato un punto di equilibrio fra tenere in vita “zombie” e far morire aziende sane ma in sofferenza perché operano in attività duramente colpite dalla pandemia.

Scelte complesse sugli aiuti alle imprese

In Italia, come nelle altre principali economie europee, lo stato ha stanziato enormi risorse per mitigare gli effetti della pandemia sull’economia reale. Gli interventi a favore delle imprese sono consistiti in un’ampia estensione della cassa integrazione e in un forte sostegno alla liquidità, attraverso una moratoria sui debiti e un massiccio piano di garanzie pubbliche.

Fin qui, le politiche d’emergenza hanno evitato fallimenti in massa e conseguenze socialmente dolorose. Tra 2019 e 2020 i tassi di deterioramento del credito si sono infatti ridotti dal 2,9 al 2,5 per cento e i fallimenti sono crollati del 32 per cento, toccando minimi storici. L’economia vive uno stato di sospensione dalle regole ordinarie, con il timore di un brusco risveglio al cessare del regime emergenziale.

La preoccupazione che l’eccesso di liquidità possa generare un esercito di “zombie”, cioè imprese poco produttive che rimangono sul mercato solo grazie agli interventi pubblici, è diffusa. Il rischio è che gli zombie frenino il processo distruzione creativa e la riallocazione delle risorse verso attività più dinamiche e redditizie, riducendo quindi il potenziale di crescita. Allo stesso tempo, bisogna evitare di lasciar fallire, con gli zombie, anche le molte imprese sane ma colpite duramente dalla pandemia. Di conseguenza, il tema della selezione degli interventi pubblici sarà una questione centrale nella politica economica dei prossimi mesi, come ha ricordato lo stesso presidente del Consiglio nelle dichiarazioni programmatiche al Senato dello scorso 17 febbraio: “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.

I dati sulle aziende in crisi

Il problema principale è distinguere imprese in crisi per deficienze strutturali indipendenti dalla pandemia da quelle in crisi perché operano in attività che invece ne sono state duramente colpite. Alcuni dati possono aiutare a inquadrare il fenomeno. Una prima quantificazione può essere fatta utilizzando gli score creditizi delle imprese italiane prima e dopo la pandemia, per individuare quante sono le imprese affidate che faticheranno a rimanere sul mercato senza ulteriori interventi pubblici. Le informazioni del Cerved Group Score (Cgs), una valutazione della probabilità di default delle imprese italiane ampiamente utilizzata dal sistema bancario, è stata incrociata con gli open data del Fondo centrale di garanzia.

L’analisi si basa sui finanziamenti concessi a oltre un milione di imprese italiane fino alla fine di gennaio 2021, con un importo garantito pari a 98,3 miliardi di euro e un importo finanziato pari a 115 miliardi. In attesa dei bilanci del 2020, che saranno disponibili per la maggior parte delle imprese solo dall’estate, Cerved ha definito un modulo ad hoc, il Cgs-impact, che combina gli effetti della pandemia su oltre 300 settori di attività economica con le informazioni individuali delle imprese. Sulla base di queste valutazioni, è stato costruito uno score di rischio che include gli effetti della pandemia. Confrontando l’evoluzione dello score prima e dopo la pandemia, è possibile arrivare a una prima stima di quante imprese siano strutturalmente in crisi e quante invece vi siano entrate a causa della pandemia.

La figura 1 riporta la matrice di transizione fra le classi di rischio pre e post pandemia. Delle circa 500 mila imprese classificate come sicure prima della pandemia, 308 mila lo rimangono anche dopo. Queste imprese sono affidate per circa 46 miliardi di euro, quasi la metà del totale. Sono aziende che non hanno bisogno di supporto pubblico per entrare nel circuito del credito.

 

All’estremo opposto, il numero di imprese “zombie”, con un’alta probabilità di fallire oggi, ma già a rischio prima della pandemia, è consistente ma non enorme: 81 mila società (il 7,8 per cento degli affidati al Fondo centrale di garanzia), con prestiti garantiti per 8,7 miliardi di euro. In prima approssimazione, per questo gruppo di imprese si potrebbe decidere di non intervenire, puntando a minimizzare i costi di uscita dal mercato: date le probabilità di default, ne potrebbero fallire 25 mila con un valore atteso dei crediti deteriorati pari a 2,5 miliardi di euro.

Quali imprese aiutare

Le attenzioni delle politiche pubbliche dovrebbero concentrarsi sulle imprese che sono in una “terra di mezzo”, tra le quali è comunque utile una qualche forma di differenziazione. Si dovrebbe decidere se e quanto intervenire in imprese che erano sane alla fine del 2019, ma che il Covid ha reso “vulnerabili”: sono 182 mila, affidate per 14 miliardi dal sistema bancario. Non sono del tutto compromesse e un sostegno pubblico, anche limitato, potrebbe renderle di nuovo finanziariamente solide. Interventi più consistenti, probabilmente sotto forma di iniezioni di equity, sarebbero necessari per le 9.300 imprese che sono passate da solide a rischiose.

Flourish logoA Flourish data visualization
Un gruppo per cui si potrebbe pensare a interventi selettivi è quello delle società che sono rimaste in un’area di vulnerabilità. È quello più ampio: 284 mila società, affidate per 32 miliardi con prestiti garantiti. L’ultimo gruppo, che abbiamo chiamato “zombie light”, è composto da imprese vulnerabili prima della crisi e passate nella categoria di rischio. È numeroso, composto da 166 mila società con prestiti per 14 miliardi. Rappresentano anche il gruppo più difficile da valutare in termini di intervento, in quanto al suo interno ci sono casi di imprese che, senza la pandemia, avrebbero potuto mantenere o migliorare la loro situazione patrimoniale, e altre che invece erano già su un sentiero di deterioramento strutturale. È per questo gruppo che il compito della politica si fa particolarmente difficile, perché distinguere fra le due situazioni è tutt’altro che facile.

Il sistema produttivo italiano era arrivato alla pandemia in una condizione di solidità finanziaria senza precedenti. Il Covid-19 si è abbattuto come uno tsunami sulle nostre imprese. Sarà necessario trovare un equilibrio per evitare la “zombificazione” delle imprese, ma anche il rischio che una crisi completamente inattesa e dagli effetti molto eterogenei produca ferite profonde in un tessuto imprenditoriale che, prima della pandemia, era finanziariamente sano.

Articolo precedente

Rimini-Gradara. 8 marzo, Francesca da Rimini unisce il mondo

Articolo seguente

Rimini. Il sindaco Gnassi: “Zona rossa, aumento dei contagi del 60 per cento in una settimana”

Redazione

Redazione

REDAZIONE LA PIAZZA

Articoli Collegati

Economia

Come si elegge un Papa 3.0*

14 Maggio 2025
Cattolica

Cattolica-Gabicce Mare. Gran Fondo degli Squali, modello del fare turismo… i 10 anni e 10mila presenze

11 Maggio 2025
Daniela Angelini
Economia

Riccione. Il sindaco Angelini: “Rimini Fiera-Palas, nella massima trasparenza”

30 Aprile 2025
Economia

Santarcangelo di Romagna presenta il suo brand di destinazione turistica e il calendario eventi 2025 il 9 maggio

24 Aprile 2025
Mirco Bastianelli
Economia

Pesaro. Ketobar, sbarco pesarese per Marco Bastianelli

21 Aprile 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Economia. Quella diffusa sensazione di fragilità economica

20 Aprile 2025
Economia

Rimini FierA (Ieg), acquisita la brasiliana Fiera internazionale dell’Agroindustria Feed & Food

17 Aprile 2025
Gianluca Spadoni
Economia

Riccione. Gianluca Spadoni: “Dazi, più di un’a piccola impresa su due stima nel 15 per cento la perdita del fatturato”

17 Aprile 2025
Mostra più articoli
Articolo seguente
Andrea Gnassi, sindaco di Rimini

Rimini. Il sindaco Gnassi: "Zona rossa, aumento dei contagi del 60 per cento in una settimana"

Marco Croatti

Provincia di Rimini. Reddito di cittadinanza, 6.590 beneficiari

Vignetta di Cecco

Provincia di Rimini. Coronavirus, 246 nuovi positivi (26.110 il totale). Terapia intensiva: 20. Decessi: 7

Provincia di Rimini. Coronavirus, la Romagna è rossa dall'8 marzo; fino al 21 marzo

Please login to join discussion

Ricerca articoli e archivi

No Result
View All Result

Articoli

gruppo292.com

Articoli recenti

  • Angolo della poesia. E’ Mont Rosa (Il Monte Rosa) 14 Maggio 2025
  • Come si elegge un Papa 3.0* 14 Maggio 2025
  • 7^ edizione del Green Festival San Marino bel successo… 14 Maggio 2025
  • Il caso Paganelli a Rimini 14 Maggio 2025
  • San Giovanni in Marignano: sport ed inclusione il 15 maggio dalle 15 nel giardino dei nonni… 14 Maggio 2025
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino

© 2025 .292-

La Piazza delle province di Rimini e Pesaro. Redazione : Piazza Gramsci, 34 - 47843 Misano Adriatico | p.iva 02540310402

  • Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti

Direttore Responsabile: Giovanni Cioria

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • Cronaca
    • Dalla nostra terra
    • La buona tavola
    • L’opinione
    • L’altra pagina
    • Spiega l’esperto
  • L’inchiesta
  • Redazione
  • Pubblicità
  • Contatti

© 2025 .292-