• Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti
MENSILE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA SPORT E COSTUME DELLE PROVINCE DI RIMINI E PESARO - TEL. 0541-611070
giovedì, Giugno 12, 2025
27 °c
Rimini
27 ° Mar
27 ° Mer
  • Login
 
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
 
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
Home Economia

Economia. La Cina ha un obiettivo: internet

Redazione di Redazione
18 Giugno 2021
in Economia
Tempo di lettura : 5 minuti necessari
A A
Vignetta di Cecco

Vignetta di Cecco

 

Tratto da lavoce.info

DI ALESSIA AMIGHINI,  professore associato di Politica economica presso l’Università del Piemonte Orientale e Associate Senior Research Fellow nel programma Asia dell’ISPI

Da molti anni Pechino pianifica lo sviluppo di una tecnologia internet più in sintonia con gli obiettivi del paese. Il rischio è la creazione di un sistema di reti meno interoperabili, meno stabili e meno sicure. Le democrazie riusciranno a evitarlo?

L’importanza delle infrastrutture

Il G7 ha concluso la riunione di Carbis Bay lanciando una visione unitaria per “costruire meglio” e “ricostruire”. Forse si sarebbero potuti scegliere termini più ispirati, ma è indubbio che alla frontiera della concorrenza globale – non solo economica ma, sempre più, politica –vi sono le reti, molte delle quali da costruire o ricostruire.

Se le ben visibili reti di trasporto attirano da tempo il grande interesse di Pechino (si pensi alle recenti mire cinesi su una quota del porto di Amburgo, che a sua volta ha acquisito parte del porto di Trieste), meno visibili ma più insidiose sono le reti digitali.

Da molti anni la Cina pianifica un salto tecnologico, non necessariamente un sorpasso, quanto lo sviluppo di una tecnologia più indipendente e soprattutto più in sintonia con gli obiettivi del paese. Il 14° piano quinquennale per lo sviluppo economico (2021-2025) include anche quella che ha preso il nome di Digital Silk Road, volta ad aumentare la connettività digitale del paese con il resto del mondo, senza però aprirsi alle reti internazionali, anzi sviluppando un proprio internet e diffondendolo il più possibile. A questo si accompagna una grande presenza nelle piattaforme di e-commerce e il lancio della sua nuova valuta sovrana digitale, l’e-CNY. Lo sviluppo e l’esportazione di reti fisiche e digitali non è scollegato dall’internazionalizzazione finanziaria, anzi le prime sono strumentali alla seconda. Nell’insieme, infatti, Pechino si appresta a realizzare una serie di infrastrutture sulle quali far transitare – e controllare – dati e denaro.

Pechino ha favorito l’espansione di un suo campione nazionale – Huawei – che non gestisce solo le reti, ma ha appena annunciato un nuovo sistema operativo, HarmonyOS. L’azienda propone anche un ripensamento dalle fondamenta di internet, chiamato “New IP” e progettato per costruire la “sicurezza intrinseca” nel web. Sicurezza intrinseca significa che gli individui devono registrarsi per utilizzare internet e le autorità possono chiudere l’accesso di un singolo utente in qualsiasi momento. In altre parole, Huawei sta cercando di integrare il “credito sociale” cinese, la sorveglianza e i regimi di censura nell’architettura di internet.

Organismi aperti o istituzioni multilaterali?

La proposta di Huawei minaccia di frammentare internet in un pasticcio di reti meno interoperabili, meno stabili e anche meno sicure. La società ha aggirato gli organismi internazionali di standardizzazione, dove gli esperti potrebbero mettere in discussione le carenze tecniche della sua proposta. Ha lavorato invece attraverso l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu) delle Nazioni Unite, dove Pechino ha più influenza politica.

Il fatto che Huawei abbia preferito il contesto multilaterale non è una sorpresa, anche se la giurisdizione dell’Itu non include l’architettura di internet. Quando si tratta di governance di internet, il Partito comunista cinese e altri regimi autoritari già da tempo favoriscono le istituzioni internazionali multilaterali, come l’Itu appunto, rispetto a quelle multistakeholder, come l’Ietf (Internet Engineering Task Force) o l’International Corporation for Assigned Names and Numbers (Icann). Gli organismi internazionali di questo tipo sono infatti governati da una gamma diversificata di rappresentanti dell’industria, della società civile e del governo, mentre le istituzioni multilaterali danno potere di voto solo ai governi nazionali. Nei contesti multistakeholder, i rappresentanti della società civile e dell’industria tendono a favorire un internet libero e aperto, il che diluisce l’influenza dei governi nazionali, molti dei quali ne preferirebbero uno strettamente regolato e censurabile.

Onu e Itu appaiono naturalmente più ricettivi rispetto a proposte come New IP, che concedono ai governi nazionali un maggiore controllo su internet. Per esempio, nel 2019, la Cina e la Russia hanno fatto leva su un simile blocco autoritario all’interno dell’Onu per far passare una risoluzione sui crimini informatici a loro favorevole. Oggi, una coalizione simile potrebbe aiutare la Cina a far passare la proposta del Nuovo IP. Eludere le istituzioni convenzionali per la governance di internet a favore dell’Itu stabilirebbe anche un precedente per le future proposte in questo ambito, che sempre più passerebbero attraverso l’organismo dell’Onu invece che attraverso istituzioni multistakeholder più equilibrate.

Né va dimenticato che la Cina ha avuto la presidenza dell’Itu negli ultimi sette anni. Durante il suo mandato come segretario generale, Houlin Zhao ne ha incoraggiato l’espansione da semplice agenzia di telecomunicazioni a “agenzia tecnologica”, lavorando su tecnologie non legate alle telecomunicazioni, come l’architettura internet, l’internet delle cose (IoT) e l’intelligenza artificiale.

La finanza corre su internet

Non sappiamo ancora se il G7 sarà disposto a sostenere un proprio campione (Ericsson, Nokia o Samsung) per costruire l’infrastruttura necessaria a tutte le economie del G7. Potrebbe essere una soluzione per permettere loro di recuperare il ritardo collettivo in un mondo in cui l’intelligenza artificiale sarà pervasiva. Sostenere l’espansione del 5G al di là del raggruppamento si rivelerà difficile, tuttavia. L’inclusione di alleati e partner al di fuori del G7, come l’Australia, la Nuova Zelanda e l’India, richiederebbe un sostanziale sostegno finanziario e una collaborazione tecnica.

Sulle reti digitali navigherà anche il futuro della finanza. Secondo un report pubblicato da Kpmg e H2 Ventures, nella classifica mondiale cinque aziende fintech cinesi si piazzano già tra le prime dieci. Rispetto a tutti gli altri paesi, la Cina è in testa anche in termini di utenti e di dimensione del mercato. I principali attori dell’industria fintech cinese sono in primo luogo i giganti del mondo di internet, quali Alibaba, Baidu e Tencent, che hanno tratto vantaggio dall’esiguo numero di concorrenti. Seguono Union Pay, Alipay e WeChat Pay, che possono essere utilizzati nella vita quotidiana non solo per i pagamenti online, ma anche per i pagamenti via Pos; e la quasi totalità dei residenti in Cina ormai utilizza regolarmente i QR code. La Cina si sta inesorabilmente trasformando in una società senza contanti, spesso anche senza un conto corrente o una carta di credito, ma quasi mai senza uno smart phone.

L’obiettivo cinese nel digitalizzare il paese è realizzare una forma avanzata – e inquietante – di stato che ha il controllo in tempo reale di tutti i movimenti e le transazioni dei propri cittadini attraverso i loro dispositivi mobili, la rete e le applicazioni internet.

Le democrazie ne perseguono uno ben diverso. Se tutto deve passare dalla rete, allora un internet libero e aperto è l’unica garanzia che il mondo non finisca diviso a pezzi, ciascuno delimitato dai confini delle proprie reti digitali.

Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molte altre testate, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

SOSTIENI LAVOCE

Articolo precedente

Rimini. Giornate Europee dell’Archeologia, visita guidata in via Melozzo da Forlì

Articolo seguente

Rimini. Teatro, Dante. Più nobile è il volgare

Redazione

Redazione

REDAZIONE LA PIAZZA

Articoli Collegati

Giuseppe Costa e Lorella Pedicone
Cattolica

Riccione-Cattolica. Costa Edutainment, acquisito Aquapark Onda Blu di Tortoreto

6 Giugno 2025
Stefano Zamagni
Economia

Rimini. Stefano Zamagni conferenza ilo 10 giugno: Intelligenza Artificiale e lavoro

6 Giugno 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Dove ci porta il referendum sul Jobs act

4 Giugno 2025
Economia

RiminiWellness 2025, una grande annata: più 32 per cento… Più 30 per cento pubblico estero

4 Giugno 2025
Economia

Rimini. Il Gruppo Teddy apre le porte per “Knower”

3 Giugno 2025
STARTUP WEEKEND RIMINI  - Rimini 15 18 Maggio 2025 - Rivierabanca 18 Maggio nella photo (Ph © Giorgio Salvatori) un momento delle premiazioni
Economia

Rimini. Startup weekend, idee e imprenditori del futuro a scuola

22 Maggio 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Economia. Una tregua non chiude la guerra di potere tra Usa e Cina

17 Maggio 2025
Da sinistra: Andrea Moretti, Angelo Amadei, Gianpietro Corbari, Emilio Urbinati, Fabio Pari
Coriano

La Effedue di Coriano entra in Sipral e cresce

17 Maggio 2025
Mostra più articoli
Articolo seguente

Rimini. Teatro, Dante. Più nobile è il volgare

Pesaro. Ricci, ripartire dopo il Covid

Riccione. Turismo, ripartire dal porto...

Pesaro. Il sindaco Ricci consegna riconoscimento ad Augusto Venturi, per i 53 anni di attività

Please login to join discussion

Ricerca articoli e archivi

No Result
View All Result

Articoli

gruppo292.com

Articoli recenti

  • Misano Adriatico. La bellezza del rosa dei tamerici… la pianta di Virgilio e Pascoli 12 Giugno 2025
  • Rimini, tutti gli eventi culturali 12 Giugno 2025
  • Cattolica Galleria Santa Croce, Leonardo Cemak in mostra 12 Giugno 2025
  • A Verucchio parte Estate insieme 2025 11 Giugno 2025
  • Cattolica. Inaugurazione del campo di basket il 15 giugno 11 Giugno 2025
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino

© 2025 .292-

La Piazza delle province di Rimini e Pesaro. Redazione : Piazza Gramsci, 34 - 47843 Misano Adriatico | p.iva 02540310402

  • Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti

Direttore Responsabile: Giovanni Cioria

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • Cronaca
    • Dalla nostra terra
    • La buona tavola
    • L’opinione
    • L’altra pagina
    • Spiega l’esperto
  • L’inchiesta
  • Redazione
  • Pubblicità
  • Contatti

© 2025 .292-