I fondatori del bar “Senza nome” di Bologna, Alfonso Marrazzo e Sara Longhi, entrambi sordi, sono stati nominati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavalieri dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Sono stati premiati per il loro esemplare contributo alla conoscenza delle diversità e alla promozione di una cultura di reale inclusione e dialogo.
Nel loro locale, infatti, si ordina con la lingua dei segni italiana (LIS), e per le persone che non la conoscono, ci sono dei bigliettini in cui è raffigurato il significato delle parole in LIS. Un’eccellente idea per abbattere i muri che spesso questa società pone nei confronti dell’integrazione e costruire ponti laddove si tendono a creare divisioni ed incomprensioni.
“Il premio lo dedico alle persone che hanno avuto fiducia in noi. Abbiamo provato grande emozione e felicità. Io e Sara non ce lo aspettavamo” ha affermato Alfonso. “La diversità crea ricchezza. Abbiamo dimostrato che noi sordi possiamo farcela e che possiamo relazionarci con tutti. La nostra vita come sordi è sempre stata dura, ma non fermiamoci, andiamo avanti. Occorre avere coraggio”.
L’idea di Alfonso e Sara è nata dalla volontà di creare un luogo di incontro per la comunità dei sordi, in cui realizzare eventi artistici e culturali.
La finalità del “Senza nome” è quella di far interagire persone sorde e udenti, abbattendo ogni forma di barriera comunicativa e allo stesso tempo promuovere la lingua dei segni italiana (LIS).
Il locale è situato nel cuore di Bologna e a servire la clientela sono dei ragazzi sordi.
Chi ordina per mezzo della lingua dei segni ha diritto ad uno sconto alla cassa, altrimenti si può scrivere su un bigliettino o cercare di farsi capire con la mimica.
Un bellissimo esempio che ci dimostra che un ponte per comunicare con le persone sorde è sempre possibile, che i sordi possono fare tutto.
La lingua dei segni è un modo bellissimo per esprimere la nostra originaria e incorruttibile natura umana.
In questa realtà “al contrario” non sono i sordi a doversi sforzare per comunicare con il mondo esterno, come sono solitamente costretti a fare, ma le persone udenti che vengono invitate a mettersi nei nostri panni e a venire incontro alle nostre difficoltà quotidiane e conoscere al meglio il nostro mondo.”