Romeo Signorini su una delle sue numerose repliche
Romeo Signorini se n’è andato il 17 febbraio. Prima del tempo. Lascia la moglie ed una figlia. Professione guardacaccia, ma genio delle moto. Avesse avuto le possibilità sarebbe stato uno straordinario ingegnere. Da verghe di ferro, era capace di costruire delle moto repliche (dalla a alla zeta, parte motoristica compresa) migliori e delle originali. Faceva tutto: progettazione e realizzazione in una bottega da fabbro annerita da decenni di fumi del lavoro. Era l’officina del suocero a Santa Maria in Pietrafitta a San Giovanni.
Una ventina di anni fa, a Santa Maria in Pietrafitta arriva un mega camper dalla Germania. Scendono cinque persone. Chiedono informazioni di una “fabrik” dove si producono moto. La domanda lascia un po’ interdetti. Fino a quando, uno dall’altra parte della strada urla verso Romeo: “Um sa che i circa ma te” (mi sa che ti stanno cercando).
Falli venire qua, è la risposta. Sbalorditi, ammirati, entusiasti, si trovano davanti un genio italico ed la più classica delle botteghe artigianali.
La bottega invece era l’officina da fabbro agricolo del suocero, Giuseppe Marchini. Altro genio, a parere del genero.
La comitiva tedesca si trova davanti uno spazio rettangolare di una quarantina di metri quadrati da preservare: annerito, ragnatele ovunque illuminate da tanti neon. La luce è fondamentale per i lavori da certosini. Al centro, per terra, una robusta pedana di ferro sempre rettangolare. Sul perimetro una serie di semplici macchine utensili: l’antico incudine, un robusto trapano a colonna e il tornio. Per terra, in un abbandono voluto, decenni di avanzi di acciai speciali per i telai e alluminio di qualità per il motore e non solo.
Ricorda Romeo: “Mi fanno domande per due; alla fine andiamo al bar per il commiato. Mi allungano 500mila lire per il disturbo. Non li volevo, ma hanno tanto insistito”.
I tedeschi scesero in Romagna, perché avevano incontrato una delle moto replica di Signorini vendute ad un loro connazionale che la portava orgoglioso ai raduni.
Che la terra gli sia lieve.