Marcella Tinazzi
di Giorgio Girelli*
Marcella Tinazzi: quando lo Stato funziona. Le principali Istituzioni della autonomia
locale, Comuni e Provincia, e tante realtà del Territorio di Pesaro e Urbino hanno
espresso gratitudine per il servizio reso e tributato omaggio alla dirigente statale per
sei anni preposta all’Ufficio scolastico Territoriale. Riguardo sentito, non comune né
scontato. Dimostrazione di quanto la funzionaria statale abbia saputo efficacemente
rapportarsi con le entità locali e risolvere i complessi problemi che il mondo
scolastico solleva. Passata ora alla direzione del Centro Provinciale Istruzione
Adulti, a settembre la dottoressa Tinazzi andrà in congedo senza tristezze ma, come
lei ha dichiarato, “con animo pieno di luce”. Quando però ho ricevuto la sua bella
lettera di saluto mi sono chiesto quale potesse essere la sede del Suo trasferimento da
Pesaro. Non nascondo la sorpresa che mi ha colto nel leggere l’ intervista da lei
rilasciata a Solidea Rosati per il “Resto del Carlino” da cui ho appreso che in realtà
la conclusione della sua carriera era prossima: bisogna dunque capacitarsi che anche
persone giovanili e piene di energie vanno in pensione, colpite, come dicono i
militari, “dai limiti dell’età”…anagrafica!
La dirigente Tinazzi ha conquistato stima e simpatia a Pesaro e nel Territorio e questo
distacco non può lasciare indifferenti. Con la sua attiva presenza l’Ambito Territoriale
ha rafforzato qualificazione e prestigio delle strutture con lodevole elevazione della
offerta didattica. E non ha mancato di dedicare efficaci attenzioni anche ad esigenze
non ricorrenti nei compiti di istituto concorrendo a garantire alla comunità locale un
significativo apporto culturale. Personalmente poi non posso dimenticare la sua
considerazione per il ruolo del Conservatorio Rossini e la vicinanza alle sue
iniziative: presente agli eventi promossi dall’Istituto si è dimostrata attenta partecipe
del “meraviglioso universo rossiniano”, come lei ha scritto. Ricordo il suo dolente
commento inviatomi per la tragica perdita di Eugenio Giordani: “ Il suo SPACE ci ha
reso orgogliosi, spesso i partners stranieri che giungevano in visita nelle nostre scuole lo
conoscevano di fama, ne conoscevano la profondità innovatrice e chiedevano di visitare la
Sala ambisonica”. La dottoressa Tinazzi ci dice infine che il suo saluto “vuole essere un
arrivederci”. Proposito che smorza la malinconia del distacco e ci rassicura di poter
contare ancora su una personalità così ricca.
*Presidente Emerito del Conservatorio Rossini