Il rendering del nuovo porto
Nuovo porto, ed arrivarono le palme… Come dire si inizia col piede sbagliato. Con una pianta non autoctona.
L’architetto paesaggista Paolo Pejrone, tra i maggiori al mondo, ha scritto sulle palme: “Piantare queste specie in piazza (…) mi sembra una follia neogotica. E le palme non fanno parte del passato e neppure del futuro del Nord’Italia, sono un esotismo a sé. No, non sono favorevole a questa idea (…).
A Riccione, negli anni ’90, in viale Gramsci, vennero piantate le palme. L’allora sindaco Massimo Masini, un signore, disse che era stato fatto un errore. Negli anni ’90, il prestigioso giardiniere-paesaggista riccionese, Augusto Cicchetti, argomentò le ragioni dell’errore. Il sindaco Renata Tosi al posto delle palme ha messo a dimora oleandri e lagestroemie; ora di nuovo le palme.
I principali interventi possono essere riassunti
Con un deviatore del Rio Melo verso Rio Marano da una parte si affronta strutturalmente l’annoso e costoso problema dell’insabbiamento dell’imboccatura del porto. Un intervento che come particolarità avrà un sistema di controllo e non di definitiva chiusura del Rio. E’ quello che Leonardo Da Vinci ha elaborato e realizzato per il porto canale di Cesenatico.
Le attuali darsene interne – che possiamo definire storiche – non verranno toccate in termini di specchio d’acqua – mentre è prevista la creazione di due lagune: un campo boa con gavitelli per l’attracco di yacht, e un’altra laguna per lo svolgimento di regate. Entrambe esterne al porto di un chilometro e mezzo verso il largo e per un estensione di 2,5 km con un pescaggio di 7-8 metri. Sulla terraferma si prevede la creazione di un ‘palazzo del mare’ dove oggi sorge il Club Nautico, che ospiterà tutte i servizi legati alla nautica oltre alla Capitaneria di Porto.
Nuovi argini pedonalizzati e completati con nuove sistemazioni a verde creeranno un percorso naturalistico a margine dell’asta fluviale. E quindi sul versante più interno verrà creato un porto a secco, precisamente tra il ponte della ferrovia e quello di viale Castrocaro che sarà un nuovo polo urbano per la nautica carrabile con servizi e piccoli negozi dedicati. Il porto a secco è la soluzione più innovativa alla scarsità di ormeggi e necessita solo di uno scalo di alaggio o uno scivolo ricavato in uno specchio d’acqua protetto dal mare aperto dove effettuare in sicurezza le operazioni di varo e alaggio e permettere alle barche di sostare. I parcheggi per oltre 500 posti auto sorgeranno in prossimità del viale Castrocaro, lato monte e mare, utilizzando lo scanso naturale della falesia. Cioè il degradare naturale del terreno da monte verso mare.
Il primo passo sarà sull’asta fluviale dove sono in corso gli approfondimenti tecnici, la copertura economica è molto più ampia (4 milioni di euro già disponibili) grazie alla vendita delle azioni di Hera. Il crono programma prevede la realizzazione dell’area 2 (tratto del Melo dalla ferrovia al D’Annunzio, quello strettamente inteso come porto canale) entro il mandato dell’amministrazione Tosi.
Un lavoro progettuale preceduto da una elaborata analisi dello stato di fatto del team di progettisti guidati dall’architetto Massimo Franchini, frutto della visione strategica dell’amministrazione guidata dal sindaco con delega all’Urbanistica e dall’assessore ai Lavori Pubblici, Lea Ermeti.
“Il progetto fattibile per gli interventi tecnici e innovativi e per l’area che deve andare a coprire – ha detto l’assessore ai Lavori Pubblici, Lea Ermeti -. Tra le novità che amo maggiormente c’è lo sguardo verso il mare. Con il nostro intervento praticamente viene liberata la visuale verso l’Adriatico dando alla zona un respiro ampio. Vorrei sottolineare che si tratta di una vera e propria rigenerazione urbana che mette il Rio Melo nelle condizioni di diventare il protagonista della città e di renderlo un elemento di fusione con il tessuto urbano circostante. Un progetto che dona ampio respiro a tutta l’area, che dona la possibilità di avere un rapporto diretto con l’acqua, intesa come asta fluviale nuovamente protagonista, fino ad arrivare al cuore della darsena che diventerà una nuova piazza e polo di attrazione per i nostri cittadini e per i nostri turisti. Gli interventi vertono tutti su aree al 90% pubbliche con un notevole risparmio sulle tempistiche e sulla fattibilità”.