Ior Rimini, nuovi ingressi nel consiglio d’amministrazione.
Entrano Amalia Maggioli del Gruppo Maggioli, Rita Leardini della Leardini Group e Paolo Damiani, dello studio commerciale Damiani-Mancini
L’assemblea dei soci dell’Istituto Oncologico Romagnolo (Ior) ha eletto nuove persone nel consiglio d’amministrazione della principale organizzazione no-profit del territorio. Tante le conferme ma anche molte novità.
Sono entrate: la dott.ssa Amalia Maggioli, imprenditrice con il Gruppo Maggioli nel quale riveste il ruolo di consigliere delegato commerciale marketing, ma anche donna da sempre in ambiti sociali e di solidarietà attiva; la dott.ssa Rita Leardini, di Riccione, impegnata nell’azienda di famiglia Leardini Group, leader nel campo alberghiero e della ristorazione; il dott. Paolo Damiani, partner dell’omonimo studio commerciale Damiani-Mancini, stimato professionista e impegnato da anni in ambito associativo. Insieme alla confermatissima Marina Antonelli, imprenditrice e volontaria IOR di Cattolica, rappresenteranno l’anima riminese della non profit fondata dal prof. Amadori: il loro compito sarà quello di farsi portavoce delle esigenze dei malati e dei famigliari che vivono in quella parte del territorio, allo scopo di intensificare l’offerta di servizi gratuiti e migliorare la qualità della presa in carico delle varie Oncologie e strutture ospedaliere presenti.
«Da riminese non posso che essere orgoglioso dell’amicizia che queste rilevanti figure del tessuto imprenditoriale della mia provincia hanno dimostrato nei confronti della nostra realtà no profit – spiega il direttore generale IOR, Fabrizio Miserocchi –. La loro presenza in seno al consiglio direttivo sarà fondamentale in quanto si faranno portavoce verso le altre realtà profit del territorio dell’importanza del circolo virtuoso che una sinergia col terzo settore può innescare, garantendo la salute dei cittadini. Insieme ci siamo dati come obiettivo quello di lavorare di concerto alla struttura pubblica per confermare e, se possibile, migliorare il livello della presa in carico del paziente oncologico: il malato romagnolo deve poter accedere ai migliori standard di cura il più possibile vicino a casa e la Romagna dev’essere conosciuta come area d’eccellenza in questo senso, in modo da continuare ad attirare, oltre al turismo classico, anche uno di stampo più sanitario».