Operazione “Never dream”: sequestri per 9 milioni di euro, 9 misure cautelari
I Carabinieri del Comando Provinciale di Rimini ed i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, insieme, il 24 febbraio, alle prime luci del mattino, hanno dato l’avvio ad una vasta operazione di polizia, denominata “NEVER DREAM”, in Emilia Romagna e, in contemporanea, nelle Marche, Calabria, Lombardia e Puglia, a contrasto dell’infiltrazione della criminalità nell’economia della provincia, che ha consentito di disarticolare una rete criminale con base nel Riminese, ma con ramificazioni e interessi economici anche in altre province (Pesaro, Vibo Valentia, Varese, Monza Brianza, Bari), con al vertice un personaggio di origini calabresi da anni presente in questo territorio e composto da oltre 20 persone indagate e collegate.
I militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, coordinati e diretti dai sostituti Procuratori, Dott. Paolo Gengarelli e Luca Bertuzzi, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini, hanno dato esecuzione oggi – in 6 province di 5 regioni italiane – ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini, Dott.ssa Benedetta Vitolo, che ha disposto 16 misure cautelari nei confronti di 11 indagati, di cui:
- 9 misure cautelari personali di cui 3 in carcere e 2 ai domiciliari; 2 misure interdittive da esercizio attività d’impresa; 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; 1 obbligo di dimora;
- 7 misure cautelari (sequestri preventivi funzionali alla confisca per equivalente del profitto derivante da reati tributari, di riciclaggio ed auto-riciclaggio di proventi illeciti, di usura)
per il reato di: associazione per delinquere finalizzata all’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, di dichiarazione dei redditi fraudolenta, di omessa dichiarazione ed indebita compensazione di falsi crediti fiscali, nonché per i reati truffa, di occultamento o distruzione di documenti contabili, omesso versamento di I.V.A., riciclaggio ed auto-riciclaggio, usura, estorsione, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento, falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate. Ad alcuni indagati sono stati contestati anche i reati di falsità materiale ed ideologica e sottrazione di cose sottoposte a sequestro disposto dall’autorità amministrativa.
Nello specifico, è stato constatato a carico di 5 società l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un imponibile complessivo di circa € 20.000.000 ed un’IVA di circa € 3.400.000.
Confisca di 5 unità immobiliari, 1 terreno, quote sociali per circa € 46.000, 12 mezzi (autoveicoli, motoveicoli e ciclomotori), saldi attivi di 20 rapporti finanziari, fino a concorrenza dell’importo di complessivi valori per circa 9 milioni di euro.