Ponte di Tiberio, celebrazioni per i 2000
In collaborazione con il Festival del Mondo Antico, UAO dedica quattro appuntamenti formativi per le scuole e una tavola rotonda ispirati ai temi e alle riflessioni che il ponte ci ispira: unione, resilienza e celebrazione.
Si parte il 15 aprile, si prosegue il 21, il 27 e il 30 aprile e si chiude questa prima parte formativa il 5 maggio.
UAO è un progetto culturale dedicato alla realizzazione di percorsi educativi, ludici e museali per bambini e bambine promosso dal Laboratorio Aperto Rimini Tiberio.
IL PONTE UNISCE.
Il Ponte di Tiberio, che valica il Marecchia, l’antico fiume Ariminus che ha dato il nome alla nostra città, è il primo collegamento tra la città e il suburbio e, soprattutto, è il punto di partenza delle vie consolari che portano al cuore dell’Italia settentrionale, in particolare la via Emilia, l’arteria pulsante dell’Emilia-Romagna.
IL PONTE RESISTE.
I riminesi hanno soprannominato il loro ponte “e pont de dievul” perché ha resistito ai terremoti, alle piene del fiume, all’attacco dei bizantini e alle mine dei tedeschi e si è saputo riproporre con creatività anche nei momenti di difficoltà.
IL PONTE CELEBRA.
Il ponte di Tiberio, insieme all’Arco di Augusto, è uno dei simboli fondamentali del potere imperiale a Rimini. L’antica Rimini romana con il suo ricco e ben conservato patrimonio archeologico celebra una città nata grande e che ha saputo conservarsi tale.
Parlare del Ponte di Tiberio significa affrontare con i più piccoli alcuni temi che hanno a che fare con la percezione, lo spazio, il tempo e il corpo. Per questo, gli incontri si svilupperanno seguendo una visione organica e ampia che coinvolga il fare, l’osservazione, la riflessione sulla propria memoria e identità e su quella della città.
Si parte il 15 aprile (ore 17) con Giulia Sagramola, illustratrice e autrice di fumetti e libri per bambini, che accompagnerà gli insegnanti nella scoperta di possibili interpretazioni visive delle foto d’epoca del ponte da sperimentare prima da sé e riproporre poi in classe.
Il lavoro di Giulia sul Ponte di Tiberio è stato pensato giocando su passato, presente e immaginazione. Le fotografie del Ponte conservate presso l’Archivio Fotografico della Biblioteca Gambalunga raccontano non un’unica storia, ma migliaia, come gli occhi, i piedi, le mani che su quel ponte hanno camminato, corso, giocato e che lo stanno facendo o lo faranno in futuro. Questa dimensione del ponte nel tempo ma anche la sua dimensione extra temporale saranno al centro del laboratorio, che si incentrerà sull’intervento artistico sulle fotografie per trasformarle in luoghi altri. Un modus operandi che può essere utile per parlare di tutti i monumenti della città ma anche della sfera emotiva e famigliare e della memoria del singolo e della collettività.
Il secondo appuntamento (21 aprile, ore 17) è con Luca Boscardin, toy designer, grafico e illustratore che lavora sulla città e sulla sua rappresentazione. La riproduzione della tridimensionalità e la reinterpretazione di strade, monumenti e del loro intrico immaginifico saranno al centro di un laboratorio in cui lo sguardo ampio e la curiosità saranno il fulcro della ricerca. Lo sviluppo del linguaggio artistico e della comunicazione attraverso la realizzazione di architetture reali e immaginarie implicano una attenzione e un costante “camminare” tra diversi medium e voci per farle nostre, accoglierle, studiarle.
Il 27 aprile (ore 17) sarà Isadora Bucciarelli, alias Flatopolis, scenografa al Teatro alla Scala prima di decidere di trasferirsi a Parigi, ora dedita alle illustrazioni tridimensionali e ai paper toys, i giochi di carta da costruire che si trovavano un tempo nei giornalini per ragazzi e nelle confezioni di merendine, rivisitati in chiave moderna. L’approccio di Isadora è quello di un architetto della fantasia, in cui i confini tra ciò che è e ciò che potrebbe essere si fondono. Tutto emerge da una forma piatta, bidimensionale, dal disegno, letteralmente. Si passa dalle due alle tre dimensioni, e si arricchisce tutto con elementi sorprendenti, per imparare a progettare seguendo delle regole e poi giocare in assoluta libertà.
Il 30 aprile (ore 18.30) si terrà la tavola rotonda di Sou – School of Architecture For Children, una scuola d’architettura per bambini nata a Favara e fondata da Farm Cultural Park che proporrà una riflessione ampia sull’impatto dell’architettura sulla qualità della vita e sulla cultura e il turismo. Obiettivo principale della scuola -e dell’incontro- è quello di partire dai bimbi per formare cittadini migliori, educati alla bellezza e al rispetto del territorio.
A chiudere questa prima parte formativa di celebrazioni sarà, il 5 maggio (ore 16.30), Archipicchia, Architettura per Bambini, un’associazione Culturale che ha come obiettivo il coinvolgimento dei bambini nello studio dell’architettura e nella progettazione urbana partecipata. Archipicchia parte dall’assunto che l’architettura e il suo spazio possano essere lette solo attraverso il nostro corpo: una ricerca-azione che indaga la relazione tra il movimento e l’esperienza corporea, tra l’architettura e la danza, sperimentandole nella dimensione pedagogico-laboratoriale con i bambini.
Tutti gli incontri sono gratuiti e si svolgeranno on line.
I posti sono limitati.
Per info e iscrizioni: laboratorioapertoriminitiberio@gmail.com