Tratto da lavoe.info
DI RAFFAELE LUNGARELLA, già docente a contratto di economia applicata nell’università di Modena e Reggio Emilia
Sul tema della casa, la divisione nei programmi elettorali passa per l’alternativa proprietà o locazione. Il Centrodestra pensa soprattutto ai proprietari, attuali e futuri. Il Centrosinistra propone un piano decennale di edilizia residenziale pubblica.
La divisione Centrodestra-Centrosinistra
Anche la casa fa la differenza tra Centrodestra e Centrosinistra. Sul tema, i programmi elettorali dei partiti che prevedibilmente avranno rappresentanti in Parlamento si limitano a sintetiche enunciazioni. In qualche caso l’argomento è ignorato: per esempio, la ricerca delle parole abitazione, casa, residenza, alloggio nel programma del duo Azione-Italia viva non dà alcun risultato; si accenna solo a “un sostegno alla residenzialità agli studenti fuori sede” e all’intenzione di favorire “l’abitare civile” dei disabili. A grandi linee, la divisione tra gli schieramenti passa per l’alternativa proprietà/locazione, con una maggiore propensione dello schieramento conservatore per la prima e di quello progressista per la seconda; con qualche sconfinamento.
Bonus e Imu
Se il prossimo governo sarà di Centrodestra, e attuerà i propositi annunciati, le azioni intraprese saranno finalizzate soprattutto a tutelare le famiglie che hanno già la casa. Il programma comune della coalizione prevede la “ferma tutela della proprietà privata e creazione di un sistema di protezione della casa e immediato sgombero delle case occupate”. Quest’ultimo proposito è ribadito anche nel paragrafo “Casa” del lunghissimo programma della Lega. Lo sgombero delle abitazioni occupate abusivamente è un cavallo di battaglia del segretario della Lega: nel settembre 2018, quando Matteo Salvini era ministro dell’interno, il Viminale inviò una circolare ai prefetti per indirizzarli sulla gestione del fenomeno; senza grandi risultati, sembra. Per il resto, la Lega punta a “rendere il Superbonus più coerente e applicabile, contemperando le esigenze di contenimento degli oneri a carico dello Stato con quelle di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico degli edifici, rispondendo agli interessi e alle preoccupazioni di proprietari di casa, imprese e tecnici”; quest’obiettivo è condiviso con il M5s, che propone di stabilizzare il Superbonus 110 per cento.
L’Imu è un terreno comune tra il partito di Salvini e l’alleanza Verdi-Sinistra italiana: la Lega ne propone la riduzione su tutti gli immobili, l’alleanza di sinistra la totale abolizione, ma per sostituirla con un’imposta progressiva sui grandi patrimoni.
Il salvataggio per i mutuatari morosi
Nei documenti elettorali di alcuni partiti trova spazio una problematica sulla quale si è più volte dibattuto su questo sito: cosa fare delle abitazioni acquistate con i mutui i cui proprietari a un certo punto dell’ammortamento non riescono più a pagare le rate. La soluzione drastica proposta dalla Lega è di “garantire l’impignorabilità della prima casa”. Verdi e Sinistra italiana ipotizzano la creazione di un fondo, finanziato con denari pubblici, per l’acquisizione degli immobili a un prezzo pari all’importo che le banche ricaverebbero cedendo i relativi crediti inesigibili. L’operazione dovrebbe avere come obiettivo “il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica”, il che potrebbe però anche comportare che in quelle abitazioni non restino i loro proprietari morosi. La permanenza di ognuno di essi nella propria abitazione è l’obiettivo delle proposte dei cinquestelle. Alla famiglia la cui casa è oggetto di una vendita giudiziale, dovrebbe essere permesso di riacquistarla con un mutuo a lungo termine agevolato dallo stato o almeno di continuare a viverci in affitto con la prospettiva di tornare a esserne proprietaria. La fattibilità di queste proposte dipende, ovviamente, anche dalla disponibilità del sistema bancario a ristrutturare i mutui.
Un nuovo piano per le case popolari
L’attuazione di un piano di edilizia residenziale pubblica, puntando su interventi di rigenerazione urbana, contenendo il consumo di suolo, è nei programmi del Partito democratico, del Centrodestra e del M5s. Quest’ultimo e il raggruppamento di Centrodestra si limitano all’enunciazione del proposito. L’obiettivo del Pd è di incrementare il patrimonio di case popolari di ben 500 mila alloggi in dieci anni. Con questo numero di abitazioni, sarebbe possibile soddisfare circa due terzi dell’attuale domanda di alloggi pubblici. Sarebbe un nuovo piano decennale, con un incremento del numero di case popolari superiore a quello realizzato con il precedente piano finanziato con la legge 457/1978 e darebbe un alloggio a più delle 350 mila famiglie sistemate con il piano Fanfani. Anche l’impatto sul settore delle costruzioni non sarebbe trascurabile. Basti pensare che nel 2021 i permessi di costruire, ritirati nel 2021, consentono di realizzare meno di 60 mila nuove abitazioni, di cui poche centinaia di proprietà di enti pubblici. Al costo medio attuale di 100 mila euro per alloggio, l’attuazione del nuovo piano richiederebbe un investimento complessivo di 50 miliardi di euro, 5 ogni anno.
Due categorie di beneficiari
Nessun partito accenna alle modalità di attuazione degli interventi proposti né indica i loro costi, esattamente come successe nelle elezioni politiche del 2013.
Nonostante ciò, basta la lettura delle sole brevi enunciazioni contenute nei programmi per evidenziare distanze anche rilevanti tra le posizioni dei partiti sul problema della casa. La divaricazione più significativa, tra le posizioni che possono essere ritenute conservatrici e quelle progressiste, riguarda le finalità perseguite con le azioni proposte e, di conseguenza, l’individuazione dei loro beneficiari. Anche se la divisione fa da confine tra Centrodestra e Centrosinistra, la delimitazione non è netta. In breve, nel raggruppamento conservatore possono essere classificate le proposte che agevolano chi possiede un’abitazione e ne vuole migliorare la qualità o rendere meno onerosa la sua gestione; le ipotesi di intervento dell’altro raggruppamento sono tese principalmente a offrire opportunità di soluzione del problema della casa ai nuclei famigliari più disagiati o che comunque faticano a risolverlo da soli. L’alternativa di proposte conservatrici/progressiste si rispecchia in quella proprietà/locazione, con qualche sfumatura: per esempio, per favorire l’autonomia abitativa dei giovani, Centrodestra e M5s ipotizzano interventi per aiutarli ad acquistare l’abitazione; il Pd anche ad affittarla.
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