• Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti
MENSILE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA SPORT E COSTUME DELLE PROVINCE DI RIMINI E PESARO - TEL. 0541-611070
giovedì, Maggio 15, 2025
27 °c
Rimini
27 ° Mar
27 ° Mer
  • Login
 
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
 
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
Home Economia

Economia. Quanto vale la “pace fiscale”

Redazione di Redazione
21 Giugno 2022
in Economia
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
A A
Vignetta di Cecco

Vignetta di Cecco

Vignetta di Cecco

 

Tratto dalavoce.info

DI TOMMASO DI TANNO, ha insegnato diritto tributario nelle Università di Roma (Tor Vergata), Siena e Cassino ed è docente al Master Tributario dell’Università Bocconi
Un’eventuale “pace fiscale” porterebbe alle casse dello stato una somma ben inferiore all’ammontare teorico. Cancellare i crediti non più esigibili sarebbe l’unica soluzione, ma neanche la legge delega di riforma fiscale affronta la questione.

Nessuna “guerra fiscale” in corso

Si torna a parlare di “pace fiscale” come se vi fosse, sul fisco, una guerra in corso. Fortunatamente, non è così. Col fisco, come sempre, sono in posizione “guardinga” tutti coloro che non pagano il tributo attraverso ritenute operate da terzi – quindi i titolari di redditi da lavoro autonomo e d’impresa; mentre restano in posizione “rassegnata” coloro che vedono solo il netto, dopo quanto trattenuto dal terzo con cui hanno a che fare (cioè, in sostanza, lavoratori dipendenti e pensionati).

Ci sono poi i titolari di redditi finanziari che, se passivi, ricevono un importo netto di imposte prelevate alla fonte (ancorché in forma forfettaria) e non si differenziano particolarmente dai titolari di reddito di lavoro dipendente. Se attivi (verrebbe da dire: “attivisti”), si trovano in situazioni analoghe a quelle degli autonomi (e forse con spinte centrifughe anche più decise).

È una situazione che richiede ripensamenti e correttivi, come si tenta di fare con la legge delega per la riforma tributaria, dopo una fin troppo lunga e poco proficua mediazione in Commissione parlamentare, ma che non presenta i caratteri di drammaticità che definiscono una guerra vera. È, quindi, inappropriato parlare di “pace fiscale”, si potrebbe parlare invece di “definizione premiale del contenzioso in corso”.

Una montagna di crediti solo teorici

I pruriti pacifisti nascono dalla constatazione che nei conti dello stato risultano contabilizzati ben 1.100 miliardi di euro di crediti d’imposta. Basterebbe portarne a casa un modesto 2 per cento e, voilà, con 22 miliardi si potrebbero realizzare tanti proficui interventi. Al tempo stesso, si lascerebbe in pace un sacco di gente alle prese con annose e irrisolte posizioni contenziose col fisco. Insomma, una vera e propria epifania, con un finale abbraccio fra rappresentanti della collettività (i funzionari del fisco) e masse di cittadini che, per sfortunata coincidenza, si sono scoperti, nel corso del tempo, debitori di un qualche tributo o di una qualche contravvenzione.

Sennonché il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha più volte riferito, anche in sedi parlamentari, che la montagna vertiginosa dei crediti d’imposta – la mostruosa cifra di 1.100 miliardi di euro – non può considerarsi suscettibile di azione riscossiva per intero, ma per un importo dell’ordine di (soli) 81 miliardi. E quest’ultima è una somma che contiene un miscuglio di crediti consolidati (cioè non più oggetto di contestazione) e di crediti che nascono da azioni riscossive solo provvisorie perché la debenza del tributo è ancora in discussione. Gli altri mille e più miliardi sono solo frutto della resilienza del sistema di cancellazione delle posizioni creditizie inesigibili e non di un concreto – ancorché difficoltoso – ammontare ragionevolmente aggredibile. Si tratta, infatti, di posizioni riconducibili a contribuenti deceduti o falliti o non più reperibili (per cambiamento di residenza) o effettivamente nullatenenti (e quindi non più proficuamente aggredibili). L’unico intervento che ha senso nei riguardi di questo enorme ammontare di teorici crediti è la loro cancellazione e il conseguente sgravio di responsabilità dell’entità giuridica addetta alla relativa riscossione (perlopiù Agenzia delle Entrate-Riscossione).

Sul punto ci si aspettava un più coraggioso intervento in sede di redazione della legge delega per la riforma tributaria; ma l’articolo 8 della proposta non contiene riferimenti alla problematica e, nonostante le accese discussioni che hanno accompagnato la riformulazione della delega, l’argomento resta ancora fuori discussione. Non solo: si potevano ipotizzare forme di snellimento e modernizzazione nella gestione dei crediti d’imposta distinguendo, in particolare, quelli di maggiore importo da quelli più insignificanti, con la possibilità di cedere questi ultimi a terzi riscossori, così da consentire all’Agenzia delle Entrate di concentrarsi sui primi. E si poteva altresì ipotizzare la formazione di una sorta di rating per il debitore fedele, con la possibilità di attribuirgli qualche vantaggio che ne differenziasse la posizione rispetto al debitore infedele. Ma nella legge delega non c’è nulla di tutto questo. Su un diverso binario procede, però, la riforma del contenzioso tributario. L’intervento mira, da un lato, a migliorare la qualità del giudicato, elevando la qualità e l’organizzazione degli organi giudicanti. Dall’altro, a snellire la quantità dei giudicati, introducendo forme conciliatorie oggi non presenti o che, se presenti, hanno mostrato di non funzionare. Su questo terreno ha senso uno sforzo di fantasia finalizzato a un “accordo fiscale” più che a una pace al ribasso. Del resto, anche in passato non sono mancati gli interventi finalizzati alla riduzione del contenzioso. E sarebbe sensato, quindi, riproporli oggi. I volumi di cassa che ne potrebbero derivare sono da valutare, ma mi sentirei di escludere si possano raggiungere i sognati 22 miliardi di euro.

Lavoce è di tutti: sostienila
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto.

SOSTIENI LAVOCE

Articolo precedente

San Giovanni in Marignano. Notte delle Streghe, serpenti e scheletri tra le magiche creature del Locus Locorum

Articolo seguente

Provincia di Rimini. Covid: 291 nuovi positivi (142.467). Terapia intensiva: 3. Decessi: nessuno

Redazione

Redazione

REDAZIONE LA PIAZZA

Articoli Collegati

Economia

Come si elegge un Papa 3.0*

14 Maggio 2025
Cattolica

Cattolica-Gabicce Mare. Gran Fondo degli Squali, modello del fare turismo… i 10 anni e 10mila presenze

11 Maggio 2025
Daniela Angelini
Economia

Riccione. Il sindaco Angelini: “Rimini Fiera-Palas, nella massima trasparenza”

30 Aprile 2025
Economia

Santarcangelo di Romagna presenta il suo brand di destinazione turistica e il calendario eventi 2025 il 9 maggio

24 Aprile 2025
Mirco Bastianelli
Economia

Pesaro. Ketobar, sbarco pesarese per Marco Bastianelli

21 Aprile 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Economia. Quella diffusa sensazione di fragilità economica

20 Aprile 2025
Economia

Rimini FierA (Ieg), acquisita la brasiliana Fiera internazionale dell’Agroindustria Feed & Food

17 Aprile 2025
Gianluca Spadoni
Economia

Riccione. Gianluca Spadoni: “Dazi, più di un’a piccola impresa su due stima nel 15 per cento la perdita del fatturato”

17 Aprile 2025
Mostra più articoli
Articolo seguente
Vignetta di Cecco

Provincia di Rimini. Covid: 291 nuovi positivi (142.467). Terapia intensiva: 3. Decessi: nessuno

Rimini. Estate, il Covid sta tornando alla ribalta...

Irene Priolo

Rimini. Siccità, la Regione chiede lo stato di calamità

Misano Adriatico. Conferenze, apre Umberto Galimberti

Please login to join discussion

Ricerca articoli e archivi

No Result
View All Result

Articoli

gruppo292.com

Articoli recenti

  • Angolo della poesia. E’ Mont Rosa (Il Monte Rosa) 14 Maggio 2025
  • Come si elegge un Papa 3.0* 14 Maggio 2025
  • 7^ edizione del Green Festival San Marino bel successo… 14 Maggio 2025
  • Il caso Paganelli a Rimini 14 Maggio 2025
  • San Giovanni in Marignano: sport ed inclusione il 15 maggio dalle 15 nel giardino dei nonni… 14 Maggio 2025
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino

© 2025 .292-

La Piazza delle province di Rimini e Pesaro. Redazione : Piazza Gramsci, 34 - 47843 Misano Adriatico | p.iva 02540310402

  • Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti

Direttore Responsabile: Giovanni Cioria

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • Cronaca
    • Dalla nostra terra
    • La buona tavola
    • L’opinione
    • L’altra pagina
    • Spiega l’esperto
  • L’inchiesta
  • Redazione
  • Pubblicità
  • Contatti

© 2025 .292-