Palme in cura sul lungomare di Misano Adriatico. Nei giorni scorsi un addetto ha dato un prodotto contro un parassita che le attacca.
E fin qui tutto bene; le piante vanno curate. Peccato che la palma porta un’altra riflessione: terra, tradizione, tipicità. Non fanno parte della nostra terra, delle nostre tradizioni e delle nostre tipicità. Non è delle nostre latitudini; non è del nostro clima. Soffre tutto l’anno e il creato non deve soffrire. Non aiuta il turista in cerca di caratteristiche proprie dei luoghi.
Inoltre, sono costate un sacco di soldi e ne richiedono molti per le cure. Andrebbe invertita la rotta; la palma non può essere la pianta che caratterizza la provincia di Rimini, ma potrebbe essere messa giù in qualche angolo protetto come una rarità da far ammirare. Invece, il privato faccia come gli garba, ma il pubblico ha anche un ruolo culturale ed educativo.
L’architetto paesaggista Paolo Pejrone, tra i maggiori al mondo, ha scritto sulle palme: “Piantare queste specie in piazza (…) mi sembra una follia neogotica. E le palme non fanno parte del passato e neppure del futuro del Nord’Italia, sono un esotismo a sé. No, non sono favorevole a questa idea (…).
A Riccione, negli anni ’90, in viale Gramsci, vennero piantate le palme. L’allora sindaco Massimo Masini, un signore, disse che era stato fatto un errore.