Pesaro, addio a Massimo Pandolfi: la natura come centro del creato. Aveva 78 anni; se n’è andato dopo una breve malattia.
Casa al porto, attivista del Wwf (nei primi anni del 2000, sotto la presidenza di Nadia Regnoli, era non consiglio dell’ente Parco del San Barolo), politico (consigliere regionale), era una persona dalle forti passioni civili, con il dono di sapersi far voler bene.
Laureato in Botanica all’Università di Bologna, docente di etologia e biologia della conservazione all’Università di Urbino, Massimo Pandolfi era un eco-etologo esperto di cucina antica. Autore di diversi testi di divulgazione nelle scienze naturali e biologiche, aveva diretto la collana ‘Scienze Naturali’ di Franco Muzzio. Ha viaggiato per il mondo in lungo e in largo toccando tutti i continenti. I suoi scritti sono pubblicati in Spagna, Germania, Francia, Romania, Ungheria, Belgio. Faceva parte del GSE, collettivo di scrittura con il quale ha pubblicato il romanzo Alabama. Scrive racconti di fantascienza per passione: nel 2021 per i tipi di In.edit, con la cura di Silvia Milani, aveva pubblicato Antologia dell’invisibile e altre meraviglie, raccolta di scritti sul fantastico.
Lo scorso 23 febbraio nella sala del consiglio comunale di Pesaro, aveva presentato il libro “Tra l’uro e la bardana”. Sottotitolo: “Vita, cucina e alimenti naturali dal cacciatore-raccoglitore postglaciale alla cucina tradizionale moderna”. Il volume spazia tra la botanica, l’archeologia del Neolitico, la nostra storia, la conoscenza dei prodotti naturali nella cucina di oggi e in quella dei nostri progenitori italici; non un libro di ricette quanto piuttosto sulla varietà del comportamento alimentare dell’uomo. Il riferimento spaziale è quello dell’Italia centrale appenninica dove vengono ambientate storie e conoscenze per utilizzare – con sapienza antica e visione rigorosamente onnivora – piante, animali e ciò che offre l’ambiente per un’alimentazione nutriente, gustosa e saporita. Basandosi su dati archeologici, paleobotanici e paleofaunistici che caratterizzano il popolamento animale e vegetale dell’era postglaciale (all’incirca 6.000 anni fa), il libro ricostruisce vita, movimenti, possibili cucine e ricette di un Clan di cacciatori-raccoglitori stanziati tra le montagne dell’Appennino: un mondo naturale affascinante oggi per larga parte scomparso. Su questa linea del “ricordo possibile e plausibile”, il testo dedica uno sguardo anche alla ricostruzione storica di mangiari antichi seguendo il filo dei prodotti tradizionali particolari e di quelli ormai dimenticati; cucine tra Mare e Terra, dalle canocchie adriatiche e le trippette di rana pescatrice al prugnolo e al pungitopo dalle bacche color del corallo.
Il cordoglio del sindaco Matteo Ricci: «Ci ha lasciato Massimo Pandolfi, docente, ricercatore e divulgatore che ha dedicato la sua vita allo studio del mondo dell’ambiente naturale e alla sua tutela. Un uomo curioso e tenace, dalla spiccata vivacità intellettuale, che ha sempre partecipato attivamente alla vita della città, Autore di diversi testi e viaggiatore instancabile. La città perde una figura preziosa, che ha sempre lottato per portare il suo contributo in battaglie ambientali importanti. Tutta la città si stringe attorno alla famiglia».