Contributo statale per le madri non lavoratrici: come richiederlo presso il proprio Comune. L’assessore alla Protezione sociale Kristian Gianfreda: “Il contrasto alla denatalità passa dal sostegno alle famiglie: servono politiche strutturali”.
Un’azione per sostenere le famiglie e contrastare la denatalità: per le madri non lavoratrici arriva un contributo statale erogato dall’INPS per il quale è necessario presentare domanda al Comune di residenza entro 6 mesi dalla nascita del bambino o della bambina. Se riconosciuto nella misura intera, l’importo del contributo è di euro 1.773,65 per l’anno in corso, pari a 5 mensilità di euro 354,73. Chi ne beneficia deve avere un valore Isee non superiore a 17.747,58 euro nel 2022 ed essere cittadina italiana, cittadina comunitaria o cittadina non comunitaria in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
“In una fase come quella che stiamo attraversando, che si porta dietro ancora i lasciti del lockdown, durante la quale le più colpite a livello economico sono state le donne, è necessario non lasciarle sole – commenta Kristian Gianfreda, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini –. La pandemia, come sappiamo, ha aggravato le diseguaglianze sociali e ha acuito gli ostacoli per le giovani coppie a costruire una famiglia: un problema enorme che attiene sia a un tema di una polarizzazione sempre più evidente ‘tra chi può’ e ‘chi non può’ sia alla grande questione della denatalità. Per questo è importante che l’apparato pubblico faccia sentire la sua vicinanza alle madri non lavoratrici attraverso con l’erogazione di bonus, dove serve, e mettendo in campo delle azioni strutturali capaci di guardare al lungo termine e di favorire l’introduzione delle donne e delle madri nel mondo del lavoro. Finché non sarà raggiunta una piena e reale parità tra i generi, anche il graduale calo demografico che affligge l’Italia non potrà che peggiorare. Le politiche per la famiglia, così come per l’uguaglianza, sono un ossigeno indispensabile per uno sviluppo (equo) del nostro Paese”.
“Questo assegno da parte del Governo – aggiunge l’assessore – è un pezzetto di un percorso che ha l’obiettivo di affiancare nel concreto le madri non lavoratrici che in questo momento sono più in difficoltà e hanno bisogno di un aiuto materiale immediato. Tenere unito il tessuto sociale è una priorità”.
Come richiedere il contributo
E’ necessario presentare domanda al Comune di residenza entro 6 mesi dalla nascita del bambino/a in una delle seguenti modalità:
prioritariamente online al collegamento sotto indicato;
tramite raccomandata ar da indirizzare a: Comune di Rimini – Ufficio bandi – via Ducale, 7 – 47921 Rimini (Rn) – previa compilazione del modello di domanda;
previo appuntamento presso l’ufficio Bandi – via Ducale, 7 secondo piano, negli orari di ufficio.
Dati dell’Ufficio di Statistica della Regione Emilia-Romagna
Le ragazze investono in istruzione più dei loro coetanei: sono la maggioranza tra gli iscritti all’università (56,5%) e tra i laureati (57,4%) tranne che per il gruppo disciplinare “informatica e tecnologie ICT”. Le laureate occupate in professioni scientifico-tecnologiche, sono il 23,4% del totale delle occupate, contro il 15,7% degli uomini.
Tra le giovani donne dai 15 ai 29 anni, circa un quinto non è inserita in un percorso di studi o formazione né lavora (20,4% ragazze, 11,8% ragazzi) e nella popolazione femminile 15-74 anni si riscontra una minore partecipazione al mercato del lavoro.
Nella popolazione 20-64 anni il tasso di occupazione delle donne (66,4%) è circa 15 punti percentuali inferiore a quello maschile (81,2%) e maggiore risulta la diffusione del lavoro a tempo parziale.
Dall’indagine Istat sulle forze di lavoro del 2018, si stima che il 40% delle occupate 18-64 anni in Emilia-Romagna ha dovuto modificare qualche aspetto del proprio lavoro per occuparsi della cura dei figli; la stessa situazione è stata riportata dal 12% degli uomini. La modifica maggiormente adottata dalle occupate (25%) è stata la riduzione dell’orario di lavoro.