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Rimini. Napoleone: saccheggiatore e/o riformatore glo-cal? Il più grande innovatore sociale dell’Occidente

Redazione di Redazione
16 Settembre 2025
in Focus, In primo piano, Rimini
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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di Giorgio Conti*

 

1796. Arrivo delle truppe napoleoniche in Romagna: Miracolo! A Rimini una Madonna dipinta: “Ha girato, e gira tuttora, prodigiosamente gli occhi”. Ha ragione a essere addolorata? Con Napoleone sono arrivati gli ideali della Rivoluzione Francese: Libertà, Uguaglianza, Fraternità. Ma questi non sono principi cristiani? E allora? Il petit caporal (pure oriundo), non è solo un credente delle politiche del Direttorio, lui è soprattutto un praticante. Con lui la meritocrazia conta più dell’aristocrazia e del clero. Il suo esercito è composto dal popolo, non da mercenari. Non vuole solo conquistare territori, ma rivoluzionare gli assetti legislativi, istituzionali, economici e socio culturali. Libertà significa: libertà di commercio; quella elettorale: non più un legato papale, ma un governo eletto localmente, che collabora con la nuova Prefettura e il Dipartimento. La Libertà è quella religiosa: con la fine dei Ghetti ebraici e la conferma della religione cattolica, come religione nazionale.

L’Uguaglianza si concretizza con la diffusione di un sistema universale di pesi e misure (il metro, il kilogrammo, il litro, ecc.) e la creazione del Codice Civile e Penale: “La legge è uguale per tutti”; con il nuovo Catasto, che permette di far pagare le tasse agli aristocratici e al clero e più eque per tutti.

Prende avvio una macchina fiscale e amministrativa senza precedenti e la nascita di una più efficiente burocrazia: dove l’interesse pubblico prevale su quello privato.

Il monopolio dell’istruzione a tutti i livelli diventa statale.

Nascono i Conservatori musicali e le Accademie di Belle Arti.

Si dà grande enfasi ai Politecnici e alla ricerca scientifica.

Il Generale aveva fatto vaccinare le sue truppe contro il vaiolo e per comunicare velocemente i suoi ordini aveva adottato un “telegrafo ottico”, che funzionò in Francia fino all’arrivo di quello elettrico nel 1856, con una rete di 5.000 chilometri.

Strategica è la Campagna d’Egitto (1798-1800) per la sperimentazione di un metodo scientifico moderno e per la nascita dell’antropologia culturale. Il generale vuole, infatti, al suo seguito un gruppo di oltre 150 studiosi, quasi tutti appartenenti alla Commission des Sciences et des Arts. Un invasore “ecologista” che crea i moderni cimiteri, fuori dai centri abitati, che a Parigi ha emanato leggi per la raccolta dei rifiuti urbani e per combattere l’inquinamento prodotto dagli insediamenti produttivi. Che aveva promosso la diffusione tra le truppe del cibo conservato “in scatola”.
La Romagna sperimentò per prima questo modello di conquista che poi verrà esteso a tutta l’Europa. Perché allora la Madonna strabuzza gli occhi addolorati in cielo? Nell’arretrato Stato della Chiesa non è arrivato forse il progresso? Ha in parte ragione. Con la conquista napoleonica sono arrivati, oltre ai consueti saccheggi, una fiscalità locale eccessiva.

I francesi sono avidi di oro e argento, che ottengono dagli Enti locali e persino con la confisca e fusione degli oggetti ecclesiastici di pregio. I monasteri sono stati soppressi e venduti, rimangono per il culto le parrocchie e le Cattedrali. Il Papa non è più re.

Ma la Madonna, è anche costernata perché rischia di essere “deportata”.

Sono giunte notizie che a Milano, il matematico Monge, a nome del Direttorio, ha una lista di capolavori dell’arte italiana da portare a Parigi, per creare il Museo Napoléon, al Louvre. Poi, con la creazione dell’Accademia di BB-AA e del museo di Brera a Milano, la confisca colpisce le opere d’arti minori, anche quelle romagnole. La Madonna si domanda: “Ma questa è una eresia! Un “museo universale”, aperto al pubblico? Ma le chiese non sono pubbliche? ”Si!” affermano “quelli “del Direttorio, ma le chiese custodiscono solo arte sacra, mentre quella civile è soprattutto appannaggio degli aristocratici.

Quella santa è una mentalità, non solo conservatrice ma reazionaria, non accetta che il popolo si emancipi, soprattutto, dalla superstizione, dal fideismo e dall’autoritarismo dello Stato Pontificio. Quindi applaude alla vittoria della Restaurazione. E poi è felice perché quel Petit Caporal, diventato Imperatore, si è svelato reazionario, avendo abbandonato molti ideali della Fraternità, con la trasformazione dell’abolita schiavitù in lavoro forzato, con il “Si” al divorzio, ma con la donna sottomessa all’uomo, con la soppressione della libertà di stampa e delle opposizioni politiche ecc.

1815. Forse la Madonna non aveva però previsto bene. Si sbagliava nella valutazione del non valore prospettico di quegli anni rivoluzionari. Con stupore doveva constatare che non sarebbe più stata sola. Accanto a lei si si sarebbe sempre più affermata la “Dea Ragione “ dell’Illuminismo.

Come ha sostenuto Victor Hugo: “Waterloo, c’est le gong du XIXe siècle”.
O forse della Modernità occidentale?

 

*Il testo è parte integrante del catalogo (edito da Volonté d’Art per l’Edizione francese e Capit Ravenna per l’Edizione italiana),  NAPOLÉON   La campagne du Monde 1821|2021, della mostra  “Lui, lui partout” di JEAN GAUDAIRE-THOR, tenutasi a Ravenna  dal 20 novembre 2021 al 23 gennaio 2022 al PALAZZO DELL’OROLOGIO | Piazza del Popolo
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