Lettera aperta di Lora Guerra, moglie di Tonino Guerra
Al Signor sindaco del comune di Maiolo
Ai Signori sindaci di San Leo, Novafeltria e a tutti gli altri sindaci della Valmarecchia
Al Presidente Unione Comuni Valmarecchia
Al Presidente della Provincia di Rimini
Al Presidente della Regione Emilia Romagna
Alla Sovrintendenza di Ravenna
Oggetto: Rinnoviamo il grido senza tempo di Tonino Guerra per difendere la bellezza della Valmarecchia, garanzia di un turismo culturale sostenibile. Il valore paesaggistico e culturale dell’area posta tra Maiolo e San Leo è messo gravemente a rischio dal progetto di allevamenti intensivi da parte di un colosso multinazionale.
Signor sindaco, signori sindaci, signori presidenti, signor soprintendente,
“per danaro più che per ignoranza, abbattiamo il nostro passato e non sappiamo che stiamo distruggendo il nostro futuro” così recita un verso della poesia di Tonino Guerra, intitolata “Il Marecchia è l’albero dell’acqua”.
Spero, e so che è così, che alcuni sindaci hanno vivo il ricordo di quando sono venuti a trovarlo e salutarlo nell’ultimo giorno della vita terrena di Tonino Guerra a Santarcangelo. Eravate disposti in semicerchio attorno al letto del maestro per ascoltarlo e lui, con le ultime forze, cercava di spiegare che i sindaci della valle tra le più belle in Italia hanno due tesori in comune: il fiume e la strada con tutto ciò che gli sta dentro e intorno. In quell’occasione lanciò ancora una volta il suo appello: “Se state uniti per voi sarà più facile difendere la bellezza di cui la Valmarecchia è piena e chiede ogni giorno di essere salvaguardata, una bellezza naturale e paesaggistica, architettonica e monumentale, storica e culturale che è il nostro petrolio e la nostra ricchezza”.
Invece dobbiamo prendere atto che sta accadendo il contrario. Il fiume purtroppo sta mutando il suo letto grazie ai giganteschi lavori per sotterrare sotto i ciottoli dell’alveo i tubi del gas e non ci sono state voci forti per chiedere e capire cosa stiamo facendo e cosa ci procureranno questi lavori in futuro.
Ora, dopo la dolorosissima caduta di parte della roccia su cui sorge la splendida, unica, ineguagliabile San Leo – che ancora adesso suona nei cuori di tanti come tuono che non si può dimenticare, come se avessimo perduto un braccio o qualcosa del nostro corpo – la capitale del Montefeltro è nuovamente colpita, perché lo sguardo su di lei non sarà più lo stesso.
È giunta la notizia, che potrebbe tanto amareggiare Tonino Guerra dove lui è adesso, che i capannoni dei polli, quei “grattacieli orizzontali” come li chiamava, “che distendono il loro orrendo bianco come le dentiere sui nostri monti e lungo le pendici delle colline su cui sorge San Leo”, stanno crescendo enormemente. Mi riferisco ai capannoni dove vengono allevati i polli che esistevano già nel comune di Maiolo e che ora, stando ad un nuovo progetto di una multinazionale approvato dallo stesso Comune, tenuto finora nascosto, nel più assoluto silenzio, alla gente del posto e agli abitanti della valle, diventeranno molto più numerosi, precisamente 19, trasformando e deturpando completamente l’area interessata.
E questo per riempire le nostre pance con carne piena di ormoni e di rabbia, quella di quei poveri uccelli tenuti prigionieri senza spazio vitale al loro interno come nei lager. E tutti abbiamo in mente il bel cartone animato “Galline in fuga” che ne fa la parodia.
Sappiamo anche che gli allevamenti intensivi sono classificati come industrie nocive e che per questo necessitano dell’individuazione di zone specifiche per la loro localizzazione e che sono necessari sia pareri della Sovrintendenza riguardo alla correlazione tra impianto e paesaggio, che permessi specifici ai vari livelli, sia varianti ai piani regolatori, basti citare qui solo la vicinanza al fiume Marecchia.
Chiediamoci se questo sia un bene per l’ambiente, per la valle, per gli abitanti delle aree interessate, per la vivibilità, per la viabilità, per il turismo e chiediamoci a chi risponde questa necessità non giustificata. Tutto ciò mentre sta crollando il mondo appeso sull’orlo di una terza guerra mondiale!
Bisogna ricordare che il poeta Tonino Guerra, che sempre cantava le bellezze della Valmarecchia, suggeriva per quei “grattacieli distesi”, già esistenti sotto San Leo, nelle aree vicine in comune di Maiolo, almeno uno sforzo per mimetizzarli, dipingendoli col verde, e per nasconderli con qualcosa di naturale piantandogli file di alberi davanti, così da mascherarli alla vista. Questo aiuterebbe in parte a nascondere i capannoni esistenti ma non servirà purtroppo in futuro per un numero così elevato, 19 per l’esattezza gli edifici che saranno costruiti, a più piani quindi alti e il loro impatto ambientale sarà fortissimo. Saranno di fatto dei giganteschi bunker per bombardare da là, sotto la storica Rocca di San Leo i nostri occhi e quelli dei tanti viaggiatori che vengono a visitare la Valle devastando, deturpando il paesaggio e togliendo ad esso per sempre la sua straripante bellezza, unica ricchezza che non perde mai valore.
E non ci si nasconda dietro l’offerta occupazionale, sappiamo tutti che all’interno di questi allevamenti tutto funziona in modo automatizzato e che non è richiesto personale umano in gran numero, perché per fare tutto bastano pochissime unità, che si contano sulle dita di una mano. E non si aggiunga che porterà ricchezza perché la ditta è una multinazionale mentre a chi abita e amministra qui toccherà far fronte ai tanti disagi che insorgeranno ambientali, strutturali e sociali, quali l’ulteriore aggravamento del traffico, dei rumori, della manutenzione delle strade e dei servizi e moltissimi altri. Pertanto invito l’amministrazione comunale di Maiolo a rivedere il progetto e a tutte le altre amministrazioni e istituzioni, compresa l’Unione dei Comuni, la Provincia di Rimini e la Regione Emilia-Romagna di sollecitare in tal senso.
“La bellezza salverà il mondo – ripeteva il poeta – non dobbiamo dimenticarlo, se la distruggiamo, distruggiamo noi stessi!”
Lora Guerra, moglie di Tonino Guerra
E la mia firma non la stampo con la penna ma con le lacrime del cuore.
Pennabilli, dicembre 2022