Il Professore Nuccio Ordine ci ha lasciato lo scorso sabato 10 giugno, dopo l’aspra lotta dei medici dell’ospedale contro un ictus che lo aveva colpito alcuni giorni prima.
Era nato nella cittadina di Diamante, un Comune della provincia di Cosenza, il 18 luglio 1958, in quella sua Calabria, terra da lui sempre amata.
Era Professore Ordinario di Letteratura Italiana e Teoria della Letteratura presso l’Ateneo calabro ubicato sulle colline di Arcavacata, che è la terra che gli aveva permesso di studiare, di emanciparsi, di farsi strada, di raggiungere le vette rispetto all’umile condizione da cui era partito.
E’ stato uno dei massimi interpreti dello studio sul Rinascimento e, senza dubbio, uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, ed è stata una pesante perdita per la letteratura e la cultura in genere, averlo perduto all’età di soli 64 anni.
Aveva un altrettanto grande futuro, oltre a ciò che aveva già raggiunto.
Era stato docente all’Università della Sorbona a Parigi, e così pure alla Yale University di New York; nonchè all’Università Cattolica di Eichstätt nella Baviera meridionale della Germania; ed a Londra nell’Università del Warburg Institute.
Era stato un nostro eccellente conferenziere presso le annuali iniziative culturali del Comune di Misano Adriatico, in provincia di Rimini, della Biblioteca di Misano Adriatico, nel Teatro Astra di Via D’Annunzio n. 20, condotte dal nostro bravissimo Dott. Gustavo Cecchini.
Personalmente, lo ricordo Nuccio, per il rigore e la competenza che sapeva esprimere con perfetta esposizione linguistica, col volto fisso verso il pubblico, in una pulsione di argomentazione che sapeva coinvolgere i presenti attorno al tema che lui trattava.
— Ricordo la sera del venerdì 3 marzo del 2017, ove il titolo era: “Ritratti d’autore” ed il testo da lui trattato era l’”Orlando furioso”, il poema in ottave di oltre quaranta canti di Ludovico Ariosto, pubblicato a Ferrara al tempo del Papa Leone X, poi rivisto, con ripulitura linguistica e ripubblicato, che tratta dell’amore di Orlando per Angelica, in un insieme di temi diversi, anche con tono epico ed avventuroso da parte del principale dei paladini, invaghito della bellezza di Angelica.
— Ovviamente, mi ricordo la sera del venerdì 9 marzo 2018, con la serie che era sempre “Ritratti d’autore”, con il personaggio del “Don Chisciotte”, romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra, visto da Nuccio Ordine quale: “Capolavoro della letteratura mondiale, Don Chisciotte inaugura la grande stagione del romanzo moderno. Scritto con l’intento di parodiare i libri di cavalleria, narra le gesta di un nobile hidalgo spagnolo, idealista e folle, e del suo fido scudiero Sancho Panza, dal tenace e realistico buon senso. Sul filo di vicende grottesche e sconclusionate dominate dall’animo visionario del protagonista, i due vanno verso “un destino di sconfitta e di smentita”. Ma dietro una realtà disincantata e triste, permane nel romanzo un sorriso di saggezza, che guarda a tutte le illusioni con animo sereno, non ripudiandone nessuna, perchè tutte sono proprie dell’uomo.”
— E così pure, con la stessa serie di “Ritratti d’autore”, la sera del venerdì 3 maggio 2019 con “Il piccolo principe” , quel racconto di Antoine de Saint-Exupéry pubblicato 80 anni fa, con quel pilota che nel Sahara incontra il bambino che proviene da un lontano pianeta e che, vittima della tirrania di una rosa, scopre il senso dell’amore mediante il dialogo con una volpe. E sarà la necessità che sente di rivedere la sua rosa, che per far ritorno nel mondo da cui era venuto, si farà mordere da una serpe velenosa. E che Nuccio affronta al centro del mito dell’infanzia dove tutto è meraviglia e candore innervato da una selva di simboli che scandiscono la narrazione. E pertanto è sufficiente ricordare che l’essenziale è invisibile agli occhi di chi è stato bambino, per realizzare l’ideale di uomo.
— Invece, l’ultima volta non è venuto da noi, il venerdì sera del 20 novembre 2020, ma la conferenza è stata telematica, senza pubblico, attorno all’argomento che trattò che era la “solidarietà”, vista come legame di comunanza e sussistenza tra le persone, in un legame di condivisione dei diritti e delle responsabilità.
Eravamo in uno stato di emergenza dal virus Covid-19 e quindi è stata una conferenza telematica, senza pubblico, nella quale Nuccio per lungo tempo ha esposto il suo pensiero attorno al concetto di “Solidarietà” che, alla sua origine, vuol essere una visione di fratellanza nella uguaglianza tra le persone che si vedono costrette dal virus a vivere isolate, con soli incontri virtuali. Lui sente fortemente quanto sia negativo il non poter esporre di fronte alla platea di ascoltatori e ricorda i suoi incontri nel nostro teatro di Misano Adriatico, con una platea stracolma di ascoltatori.
E così soffre dover vedere le sue Aule Universitarie deserte, senza più studenti, nè docenti e sente questa trasmissione telematica come una evenienza da considerare di tipo eccezionale, a causa del virus e non un modo futuro di insegnare a distanza tramite video, come altri vorrebbero vedere per il futuro.
Nella sua esposizione sente la crisi del Covid-19 come una evenienza negativa che colpisce di più le classi meno abbienti e, in un mondo dove l’uno per cento della popolazione mondiale, possiede l’ottanta per cento della ricchezza del mondo, questa crisi tenderà a peggiorare lo squilibrio esistente.
Sono alquanto interessanti i suoi studi sul Rinascimento e la sua produzione sulla vita e le opere di Giordano Bruno, di Tommaso Campanella e di Bernardino Telesio, con la capacità di far emergere il valore artistico, letterario e sociale dei grandi del pensiero, che la Chiesa tendeva sempre a sopprimere. Ancor più la sua insistente ricerca su Giordano Bruno, su quel nolano annunciatore della sua tesi degli infiniti mondi nella immensa vastità del cosmo, che per Nuccio erano diventati i suoi infiniti mondi, poichè si sentiva addosso tutta la tesi di Bruno mentre la prospettava ai suoi discenti ed allievi
Tra le tante sue produzioni, valga “La cabala dell’asino. Asinità e conoscenza in Giordano Bruno”, edito nel 1996 con la prefazione di Eugenio Garin, ove Giordano Bruno nel 1584, quando era in Inghilterra e scriveva “La cena de le ceneri”, si espresse con disprezzo verso quel teologo tedesco protestante, certo Andreas Osiander, il quale, 41 anni prima, aveva introdotto una sua prefazione all’opera di Niccolò Copernico ed all’insaputa dell’autore “Sulle rivoluzioni degli orbi celesti”, con la quale prefazione, oltraggiava il più alto significato dell’opera copernicana. Ed il grande filosofo nolano definì questo teologo Osiander: “Asino, ignorante e presuntuoso”.
Nuccio Ordine aveva ricevuto il Sigillo d’Ateneo dell’Università di Urbino ed anche cinque dottorati honoris causa di altrettanti Atenei.
Era Presidente del Centro Internazionale degli “Studi su Giordano Bruno, su Bernardino Telesio e su Tommaso Campanella”
Tra le numerose attestazioni di premi letterari ed onorificenze, aveva ricevuto poco più di un mese fa quello di “Principessa delle Asturie” (che fino ad ora lo avevano avuto solo Indro Montanelli ed Umberto Eco)-
Dell’Istituto di Filosofia dell’Accademia Russa e così pure dell’Accademia Reale del Belgio, Nuccio Ordine era Membro d’Onore, e faceva anche parte del Comitato Scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani.
Cinque anni fa, fu nominato dal Presidente della Repubblica Italiana, Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito e dal Presidente Napolitano ebbe, tredici anni fa, un’altrettanta Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica.
— Dieci anni fa aveva pubblicato un volume su “L’utilità dell’inutile” una specie di “manifesto”, contro la diffusa convinzione che anche nel campo della istruzione, sia utile solo che produce profitto. Lui riteneva invece che l’ossessione di istruirsi per l’utilità di un posto nella vita, finisca per inaridire lo spirito dell’uomo che deve essere difeso per raggiungere e mantenere la dignità, la verità e l’amore, con la tensione di accrescere la capacità critica per promuovere uno sviluppo integrale della formazione della mente umana.
E riportava allo scopo l’art. 9 della nostra Carta Costituzionale. Lui vedeva la “cultura” quale fine per se stessa, per raggiungere la pace e il progresso.
Ed è altrettanto importante evidenziare come un grande letterato di questa levatura quale era Nuccio Ordine, non credente come il sottoscritto, si trovi in comunanza di sentire e di vedute con Papa Francesco sui problemi dell’attività storica del nostro tempo, in relazione alla pace e alle guerre.
Aveva deciso di aprire nella sua Cosenza un grande ed importante Centro di studi classici con specializzazione sulla figura dei tre grandi personaggi di Giordano Bruno, Telesio e Campanella (così come ci riporta il Prof. Pasquale Tridico due giorni dopo la fatale perdita).
Io vorrei caldamente che i suoi tanti giovani allievi raccolgano questa eredità e sotto il nome di Nuccio Ordine, prenda piede all’Ateneo di Cosenza, l’istituzione in Calabria di un così possibile grande Centro Culturale, tenuto conto che, a parte il nolano Bruno, Campanella e Telesio sono nati nella terra calabra.
Oltre alle sue importanti pubblicazioni che ho più sopra riportato, una nel 1996 ed una nel 2013, mi piace ricordare, nel 2007, edito da Raffaello Cortina “Contro il vangelo armato, Giordano Bruno,Ronsard e la religione”
Poi, nel 2015, con Bompiani “Tre corone per un re. L’impresa di Enrico III e i suoi misteri”.
Il volume su “Letteratura, filosofia e pittura su Giordano Bruno” con “La soglia dell’ombra”
L’ultima sua uscita lo scorso anno 2022 su “George Steiner – L’ospite scomodo”
Vi sono poi altre sue importanti pubblicazioni nel 2018, nel 2016 e nel 2009.
Le sue opere sono state tradotte in oltre trenta paesi e lui era, contemporaneamente alla sua attività universitaria in tanti atenei nel mondo, anche collaboratore alla pagina culturale del “Corriere della Sera” e de “La lettura”, quindi dotato anche di una fruttuosa volontà divulgativa e impegnativa, in una persona di così elevata dotazione intellettiva.
Era stato anche un uomo bravo, buono e generoso e lo ha dimostrato con la sua volontà di donare, alla scienza medica, i suoi organi, prima della cremazione del suo corpo mortale, e noi possiamo riflettere che la Natura ha avuto il braccino corto con Nuccio, nel senso che è stata egoista con Lui, che non gli ha concesso di vivere fino alla vecchiaia (come è oggi generalmente possibile nella nostra terra civilmente progredita), ma lo ha obbligato a restituire la vita anzitempo, alla Natura stessa, che gli aveva a suo tempo donato, il 18 luglio del 1958.