In merito alle affermazioni apparse oggi sulla stampa da parte dello Snami
circa la chiusura di alcuni ambulatori di continuità assistenziale, l’Azienda USL della
Romagna intende precisare quanto segue.
Ancora una volta sorprendono le affermazioni pretestuose di questa sigla Sindacale della Medicina
Generale, che invece di adoperarsi per assolvere al proprio ruolo istituzionale appare molto più
intenta a diffondere inutili allarmismi e disinformazione, ventilando esposti in procura, diffide e
fantomatiche chiusure di servizi.
E’ necessario fare chiarezza, in maniera tale che possano giungere alla popolazione le informazioni
corrette.
Si fa presente che, ai sensi della DGR 1260/2023 di riordino della rete di Emergenza-Urgenza e
potenziamento dei servizi di assistenza primaria, ciò che può essere erogato negli attuali ambulatori
della continuità assistenziale, senza compartecipazione alla spesa (Visite mediche, certificazioni,
terapie farmacologiche, piccoli procedimenti di chirurgia minore – suture, medicazioni, rimozione
punti), continuerà ad essere reso disponibile alla popolazione confluendo nel contesto di un
servizio più strutturato, con presenza di operatori di diverse professionalità – infermieri, operatori
tecnici, socio-sanitari oltre che medici – e dotazioni strumentali e tecnologiche maggiori, all’interno
dei Centri di Assistenza e Urgenza – CAU.
Questo pertanto determinerà un potenziamento dell’offerta di questi servizi di assistenza primaria,
poiché non saranno resi disponibili soltanto nelle giornate festive e prefestive, ma 7 giorni su 7 h12
o h24, a seconda del contesto. E’ perciò evidente che il cittadino avrà a disposizione un’aumentata
fruibilità a questa prestazioni e risulta pertanto del tutto strumentale parlare di chiusura di servizi a
fronte di un tale potenziamento.
Una tale implementazione dell’offerta dei servizi significherà per l’AUSL, a regime, un ingente
investimento che porterà ad un incremento di almeno 363 unità di personale, oltre che un
significativo incremento degli emolumenti riconosciuti ai medici con incarichi del ruolo unico di
assistenza primaria (gli stessi che lo SNAMI dovrebbe rappresentare!!) che lavoreranno all’interno
dei CAU a fronte di servizi resi alla popolazione in modo più strutturato e risolutivo.
In questo senso paiono davvero inaccettabili le illazioni della sigla sindacale circa la volontà di
questa AUSL di risparmiare sull’assistenza, e rigettiamo fermamente le affermazioni relative
all’esperienza dei professionisti che opereranno nei nuovi Centri; ogni medico è stato sottoposto ad
analisi individualizzata delle competenze, ha effettuato uno specifico corso di formazione della
durata di 60 ore sulla base di un programma formativo concordato nelle intese regionali sottoscritte
con le Organizzazioni Sindacali di categoria e potrà contare sul monitoraggio e supporto strutturato
dell’AUSL, che metterà a punto tutti gli aggiornamenti e le formazioni necessarie sulla base delle
necessità che dovessero emergere durante l’attività.
Anche le dichiarazioni circa l’ipotetica confusione generata dai CAU paiono davvero fantasiose.
L’accesso ai percorsi per i cittadini sarà facilitato da queste strutture, perché, come già evidenziato
dai dati delle esperienze di Cattolica e Cervia, da un lato potranno trovare risposta ai bisogni di
continuità assistenziale e/o urgenti di natura episodica, mantenendo una stretta connessione con il
Medico di Medicina Generale per proseguimento delle cure. Dall’altro potranno accedere ai percorsi
di urgenza-emergenza tramite connessione con il Pronto Soccorso di riferimento, con il supporto del
sistema 118, qualora fosse maggiormente appropriato alle esigenze del paziente. Va precisato infine
che il medico CAU, sulla base dei quesiti diagnostici potrà definire il percorso del paziente avendo
accesso alla diagnostica di radiologia e alle visite mediche specialistiche delle Unità Operative
Ospedaliere e Territoriali di riferimento, cosa che non accade in maniera così strutturata negli
attuali servizi di continuità assistenziale.
Quanto al presunto mancato coinvolgimento dei medici sulla riorganizzazione. Al contrario di
quanto affermato, vale la pena ricordare che nel corso degli ultimi mesi si sono succeduti numerosi
momenti di confronto con le OO.SS. della Medicina Generale. Tanto per citarne alcuni:
– Comitato Aziendale per la Medicina Generale del 07/07/2023 : è stato illustrato il Progetto di
riorganizzazione della Rete dell’Emergenza-Urgenza e di implementazione dei servizi territoriali.
– Incontro tra Direzione Servizi Territoriali Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale AUSL
Romagna, OO.SS., Ordini Professionali e professionisti del 26/09/2023 : è stato condiviso il
Progetto di riorganizzazione della Rete dell’Emergenza-Urgenza e di implementazione dei
servizi territoriali e discusso il Verbale intesa “coinvolgimento medici ruolo unico di assistenza
primaria nelle strutture territoriali per urgenze a bassa complessità” sottoscritto dalla Direzione
Generale Regionale e dalla sigla sindacale maggiormente rappresentativa della Medicina Generale.
– Comitato Aziendale per la Medicina Generale del 18/10/2023 : è stato illustrato l’interpello per
verificare eventuali disponibilità, su base volontaria, a svolgere la propria attività presso i CAU. In
tale occasione è stato anche concordato di dare avvio ai lavori di confronto per la riorganizzazione
del Servizio di Continuità Assistenziale.
– Comitato Aziendale per la Medicina Generale del 21/11/2023 : è stata discussa una prima proposta
di modalità organizzativa della Centrale Operativa Unica della Romagna.
Dott. Francesco Sintoni
Direttore Distretto di Forlì e Distretto del Rubicone ad interim
Coordinatore Prov.le Attività distrettuali e Coordinatore Comitato Aziendale per la Medicina
Generale
Dott.ssa Roberta Mazzoni
Direttrice Distretto di Ravenna
Coordinatrice Prov.le Attività distrettuali
Dott. Mirco Tamagnini
Direttore ad interim Distretto di Rimini e RiccioneùCoordinatore Prov.e Attività Distrettuali