Il balneare è il primo settore del turismo italiano, prima delle città d’arte, della montagna, del congressuale ed eventi. Lo afferma un recente studio di Sociometrica, elaborato su dati ISTAT.
Nel caso del network delle maggiori città balneari Italiane, G20Spiagge, tutte le località che lo compongono sono inserite tra i 100 maggiori comuni turistici per valore economico aggiunto, cioè produttori di quel reddito, di quel PIL che sostiene l’economia nazionale. Lasciando da parte i valori assoluti in euro che la ricerca presenta, balza agli occhi come il settore balneare italiano sia chiaramente il primo produttore di ricchezza derivata dal turismo del Paese.
Il settore balneare, come anche altri settori turistici, ha un effetto moltiplicatore sull’economia generale della località: il dato più seguito e verificato considera che ogni euro speso direttamente nel turismo generi ulteriori 60 centesimi in altri settori (20% industria, 35% servizi, 5% agricoltura). Quindi, oltre alla grande capacità di produrre ricchezza in sé, il sistema della vacanza genera ulteriore valore aggiunto: maggior numero di imprese, maggiore occupazione, maggior reddito personale.
E, non trascurabile, è sicuramente un settore produttivo che non si esaurirà: lo stile di vita delle persone ha inserito la vacanza tra le proprie necessità ineludibili. E questo, nelle località balneari italiane, lo affermano tutti e da tantissimo tempo.