di Gianfranco Vanzini
Il 20 novembre 2020, 36 Stati sovrani hanno firmato la Dichiarazione-consenso di Ginevra (Gcd) con la quale si sono impegnati a proteggere i diritti delle donne e dei bambini non nati.
Lo scorso 17 novembre presso il Campidoglio degli Stati Uniti hanno festeggiato il secondo anniversario ribadendo il principio costitutivo della Istituzione: “ L’autentica salute della donna non può essere perseguita a discapito della vita umana innocente. Il fondamento di una società veramente evoluta è il sostegno sia alla domma che al bambino, durante tutta la maternità e anche dopo .
La Dichiarazione consenso di Ginevra mostra chiaramente che esiste una ferma opposizione globale alla menzogna di un dritto umano internazionale all’aborto e che esiste una forte opposizione di fatto.
Elyssa Koren direttore della comunicazione della Allianced defending freedom inernational – adf – ha dichiarato che : “Chi è impegnato nella difesa delle donne e dei bambini dall’aborto, dovrebbe sentirsi rincuorato da questa coalizione di paesi impegnati a promuovere politiche per la salute della donna a favore della vita a livello internazionale.”
I rappresentanti dei governi presenti hanno riaffermato l’impegno a portare avanti politiche per la salute della donna al di fuori dell’aborto, che promuovano il benessere delle donne, delle famiglie, e dei bambin i nel grembo materno.
La rappresentante della Repubblica Democratica del Congo, ha parlato del ruolo fondamentale dellacoalizione al fine di influire concretamente sul tasso di mortalità materna del suo paese – uno tra i più alti al mondo 600 morti per 100.000 nati – illustrando il programma di ostetricia specializzata “Prosami” avviato proprio con l’intento di ridurre le morti materne.
E’ infatti attraverso l’implementazione dell’assistenza sanitaria e non con l’aborto sicuro, come promuove ossessivamente l’Oms, che si riduce il tasso di mortalità in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Secondo dati provenienti da tutto i mondo i fattori che contribuiscono alla tutela della salute materna sono questi: una maggiore scolarizzazione per le donne, il miglioramento della assistenza sanitaria, l’assistenza qualificata al parto, l’assistenza ostetrica di emergenza, il miglioramento delle strutture sanitarie di base.
Per quanto riguarda il fantomatico “ diritto all’aborto ” vediamo cosa succede in Italia alla luce della Legge 194/78 , la cosiddetta legge sull’aborto, che regola l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg).
Obiettivo primario della legge è: la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’aborto attraverso la rete dei consultori familiari, obiettivo che si intende perseguire nell’ambito delle politiche di tutela della salute delle donne.
La Legge 174/78 prevede che la donna può richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari e descrive le procedure da seguire in caso di richiesta di interruzione di gravidanza:
. esame delle possibili soluzioni dei problemi proposti
. aiuto alla rimozione delle cause che porterebbero all’interruzione della gravidanza
. certificazione
. invito a soprassedere per sette giorni, sia in assenza di urgenza, sia entro che oltre i primi 90 giorni di gravidanza.
Una descrizione sintetica, ma chiara di quello che succede oggi circa il fenomeno della “Interruzione volontaria di gravidanza ” è contenuta nelle relazioni che il Ministro della Salute annualmente presenta al Parlamento.
Leggiamo insieme che cosa scrive il Ministero della Salute Italiano nella sua recente Relazione periodica.
RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE SULLA ATTUAZIONE DELLA LEGGE
CONTENENTE NORME PER LA TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITÀ E PER
L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA (IVG ) (LEGGE 194/78 ) DATI DEFINITIVI
2019 E DATI PRELIMINARI 2020
“ L’analisi dell’attività dei consultori familiari per l’IVG nell’anno 2019 è stata effettuata attraverso il monitoraggio ad hoc del Ministero della Salute. Il totale delle IVG ammonta a 73.208. I consultori familiari che nell’anno 2019 hanno dichiarato di effettuare attività IVG corrispondono al 69,2% del totale dei consultori familiari.
Sono state richieste, come negli anni precedenti, le seguenti informazioni: numero di donne che hanno effettuato il colloquio previsto dalla Legge n. 194 del 1978, il numero di certificati rilasciati, il numero di donne che hanno effettuato controlli post IVG (in vista della prevenzione di IVG ripetute).
Dai dati raccolti emerge , come negli anni passati, un numero di colloqui IVG superiore al numero di certificati rilasciati (44.553 colloqui vs 31.505 certificati rilasciati ), ciò potrebbe indicare l’efficacia dell’azione preventiva per aiutare la donna a rimuovere le cause che la porterebbero all’interruzione della gravidanza specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante” (art. 5, L.194/78)….
Conclusioni del Ministero. Il consultorio familiare rappresenta un servizio di riferimento per molte donne e coppie per quanto riguarda l’IVG, come negli auspici della Legge n. 194. Queste strutture svolgono un ruolo importante nel supportare
la donna che vi fa ricorso nel momento in cui decide di interrompere la gravidanza.
È indispensabile rafforzare e potenziare i consultori familiari , servizi di prossimità che grazie
all’esperienza nel contesto socio-sanitario e alle competenze multidisciplinari dell’équipe professionale, riescono a identificare i determinanti di natura sociale e a sostenere la donna e/o la coppia nella scelta consapevole, nella eventuale riconsiderazione delle motivazioni alla base della sua scelta, aiutarla nel percorso IVG e ad evitare future gravidanze indesiderate ed il ricorso all’IVG.
Roberto Speranza
”Mi fa piacere sottolineare il messaggio finale dell’ex Ministro Speranza: rafforzare i consultori, cioè incrementare l’aiuto che occorre dare alla donna e alla coppia in questo loro momento difficile. Concludo con un invito che mi sento di rivolgere al nuovo Ministro della Salute dr. Orazio Schillaci che è quello di raccogliere il suggerimento e di provvedere con urgenza, cercando anche di rimuovere quegli ostacoli, spesso solo ideologici, che in qualche caso rendono difficile o impossibile il lavoro ai consultori che si dichiarano cattolici. Io aspetto fiducioso.