Sul Resto del Carlino di oggi c’è scritto : ”Nel 2021 il tasso di occupazione femminile in provincia di Rimini era pari al 52,2% parzialmente in recupero sull’anno precedente, ma il 2020, anno della pandemia, non può essere di rifermento. Nel 2018 era oltre il 61%, spiega Isabella Pavolucci della Cgil.
Ecco, oggi Festa della donna, ci si preoccupa perché il tasso di occupazione femminile non sale come “dovrebbe”. Ma perché dovrebbe salire? Forse perché è segno di emancipazione?
Ci sono donne che non intendono emanciparsi solo andando a lavorare fuori dalle mura domestiche, che preferiscono “collaborare” con un marito anziché “ubbidire” a un capo.
Donne che non accettano di sopprimere una vita che sta crescendo nel loro grembo per non perdere il posto di lavoro.
Donne che chiedono anche di non lavorare fuori casa perché preferiscono “dipendere” dal marito piuttosto che “essere nelle mani” del datore di lavoro e pretendono che questa loro libertà abbia la stessa dignità di quella di chi vuole o desidera lavorare all’esterno.
Non sono pretese assurde, sono diritti sacrosanti che vanno accettati e rispettati.