Famiglia Weiskopf: cinquant’anni e quattro generazioni di belle storie scritte all’Hotel Atlantic Riviera di Misano Adriatico. La prima volta Rolf Weiskopf scese insieme ai genitori nel 1973 e ricorda che Roberto Casadei aveva 10 anni e stava tutto professionale ed impettito in sala: bello dritto, le mani dietro la schiena, pancia in dentro e petto in fuori, con gli occhi che saettavano per accorrere alle esigenze dei clienti.
L’ingegner Rolf insieme alla moglie Andrea, il figlio Thomas, la nuora Michelle e la nipotina Emilia (nome in italiano in onore della nostra regione) sono stati festeggiati il 20 agosto dal sindaco Fabrizio Piccioni e dalla famiglia Casadei, titolare di uno degli alberghi più importanti della provincia di Rimini. Un quattro stelle che propone un’ospitalità nel segno della nostra terra: dai rapporti umani alla cucina…
Il sindaco ha ringraziato gli ospiti ed ha donato loro la pergamena con la medaglia-capolavoro del riminese Elio Morri, il massimo scultore della provincia del secolo scorso e due libri; entrambi di Rodolfo Francesconi (oggi 95enne, il riccionese è stato un raffinato dirigente d’azienda con la passione per la cultura e la storia). Titoli: “Quello che butta il mare” e “Colonia Piacenza”. Il primo, racconta storie di vita di Misano prima e durante la Seconda guerra mondiale; il secondo è un affresco della famosa colonia alla foce del Rio Agina (abbattuta negli anni ’70). Due volumi di valore assoluto. Alla piccola Emilia la bottiglia d’acciaio per l’acqua con lo stemma del Comune di Misano. Mancavano causa lavoro gli altri due figli di Rolf e Andrea: Andreas e Matthias. Anche loro ospiti fissi dell’Atlantic Riviera.
Residente poco lontano da Stoccarda nel Bad Wuerttemberg, i coniugi Weiskopf amano fare lunghe passeggiate sulla battigia il mattino presto. Conoscono tutte le città d’arte del nostro entroterra: Urbino, Gradara, San Marino, Rimini, San Leo… E hanno visitato in lungo ed in largo l’Italia: Napoli, Roma, Firenze, Dolomiti, Sud Tirolo…
A tavola amano la pasta fatta in casa (all’Atlantic è trafilata al bronzo), i secondi di pesce, Catalana e Tiramisu i dolci preferiti.
Quando ripartono, si portano con sé il nostro olio extravergine di oliva. Con i Casadei hanno un rapporto di amicizia. D’inverno, si sentono al telefono mediamente una volta al mese per un saluto. Una volta uno dei figli era in Italia sull’A14; ha un problema con l’auto e chiama Roberto che subito parte in soccorso. Roberto: “Per me è stata una soddisfazione ed un piacere. Mi piace pensare che siamo un punto di riferimento per Rolf e famiglia”.
Quella dei Weiskopf è una delle cinquantina di famiglie che da almeno mezzo secolo scelgono l’Atlantic; in questi giorni il 40 per cento degli ospiti sono stranieri.
“Atlantic Riviera”: la storia
– Siamo nei primi anni ‘90 del secolo scorso. L’hotel “Atlantic Riviera” di Misano Brasile è un signor tre stelle sempre pieno gestito dai fratelli Casadei, Vitaliano e Secondo. Roberto, figlio di Vitaliano, classe ‘64, da quando aveva 19 anni gestisce “La Rustica”, un ristorante di successo, sempre al Brasile. Aveva iniziato con i propri risparmi. Il babbo gli apre un fido di 5 milioni di lire (2.500 euro) che non userà mai.
I due fratelli gli propongono di gestire l’albergo. Ricorda Roberto, una passione per la campagna (produce dell’ottimo olio): “Sì, torno volentieri, ma dobbiamo trasformarlo in un quattro stelle”. I due fratelli accettano. Vitaliano: “Eravamo sicuri delle sue visioni e capacità, altrimenti non glielo avremmo affidato”.
Tra il 1990 ed il 1993, i sette piani vengono rivoltati come un calzino ed adattati al cliente che richiede altre e giuste aspettative. “I primi anni – racconta Roberto, sposato, un figlio – furono difficili. Raddoppiati i prezzi, cambiammo il 60 per cento della clientela. Penso che tutta la famiglia abbia avuto coraggio nel fare e nell’investire. Facciamo questo mestiere con passione; per noi il cliente è semplicemente ‘l’ospite’. Una parola che racchiude tutto. Insomma, non egregio cliente, ma caro ospite. Dal nostro punto di vista l’umanità e le emozioni rappresentano l’80 per cento del fare accoglienza. Insomma, meno materialità, tutto incluso e più cuore. Sempre nella trasparenza massima e con rapporti autentici”.
Nel segno della Romagna profonda, quella della casa colonica, anche la cucina. Roberto, tre lingue (tedesco, inglese e un po’ di francese): “E’ nel segno della tradizione, ma più leggera. E’ semplice come è apparentemente semplice la Romagna. Da noi si degustano, ad esempio: seppia coi piselli, maltagliati (patacucc, in dialetto) con le vongole, coniglio in porchetta, passatelli di pesce, seppiolini alla griglia. Quest’ultimi, quando non si trovano, vengono sostituiti con i calamari. Naturalmente le paste sono fatte in casa”.
Lo chef è la madre di Roberto, Cecilia Manfroni. I Casadei mettono in tavola, come si conviene, i vini riminesi e poi gli altri. I clienti, alla partenza, gli ordinano cartoni che non subiscono ricarichi. “Roberto, mi prenderesti tre cartoni di Sangiovese, due di Pagadebit”.
La struttura di sette piani è semplicemente bella e curata. Al piano terra, la grande hall con il pianoforte a coda e libri di storia locale in fondo sul tavolo a disposizione dei curiosi. Al primo piano, la sala da pranzo, animata da una serie di vele che recano numeri e lettere che raccontano storie della famiglia e di Misano. Al settimo, l’ultimo, si trova la piscina e l’area benessere. La vista è unica: la magia del mare e quelle delle colline, anfiteatro naturale che racconta fiabe. La piscina fu costruita nel 1974, la prima della provincia di Rimini sul terrazzo di un albergo; il centro benessere è il regalo di quest’anno agli ospiti.
E qui, in terrazza, si fanno aperitivi, feste, eventi. E si celebrano momenti particolari. Ad esempio, nella serata della luna rossa, tutti su alle 22 per uno speciale post aperitivo sul bordo della piscina. Le camere sono curate nei dettagli; passate da 59 a 50 (3 le suite e tre le junior suite); ad esempio, recano delle lampade progettate da Roberto e fatte da un artigiano. Una meraviglia di design, funzionalità e bellezza.
La maggioranza della clientela è straniera (60 per cento) e arriva dalla Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Scandinavia. La fidelizzazione è del 70 per cento, proiettata in un arco temporale di 3 anni. Oltre ai social, per promozione i Casadei partecipano a numerose fiere: Berna, San Gallo, Zurigo, Bruxelles. Roberto: “Sembra tanto, ma bisognerebbe investire di più”. Unico quattro stelle di Misano insieme al Daniel’s, l’”Atlantic Riviera” ha accolto molti personaggi; ad esempio per la MotoGp soggiorna la Dorna.
La storia della famiglia Casadei albergatori è quella di tantissimi colleghi.
I fratelli Secondo e Vitaliano sono mezzadri alla “Grottta” di Misano di Giuseppe (Peppino) Bianchini di Scacciano. Vitaliano: “Abbiamo fatto fortuna grazie a Giuseppe; mi ha insegnato la vita, l’onestà”. I due fratelli fanno i muratori. Comprano un lotto al Brasile, in fondo a via Sardegna e si costruiscono una casina, che diventa albergo; ogni anno un piano in più. Aprono nel 1964. Aveva una trentina di camere. In cucina la moglie di Secondo, in sala quella di Vitaliano, insieme al cognato. Nel 1969 la vendono ad una famiglia di Bergamo; addossata ai binari, il treno è troppo fastidioso. Nel 1968 iniziano a costruire l’”Atlantic”; la prima stagione sarà quella del 1969. Se la grande ristrutturazione è quella dei primi anni ‘90, ce n’è un’altra ai primi dell’80. Altri interventi robusti nel 2003 e tra il 2016 ed il 2018 (rifatte tutte le camere, più la piscina).
I Casadei sono i titolari a Riccione di uno dei negozi più originali di oggettistica della Romagna: “La Bottega di viale Virgilio”. A gestirlo Claudia e Serenella, moglie e sorella di Roberto.
Famiglia unita, i fratelli Secondo e Vitaliano vivono nella stessa casa. Giuseppe, figlio di Secondo, gestisce l’”Atlantic” insieme a Roberto. Dicono: “Tutti i nostri guadagni sono stati reinvestiti nella struttura”.