Osteria “De Burdèl” a Bologna, quel brand della Romagna che piace…
In tavola la cucina tipica, è stata aperta ad aprile dal giovane ristoratore (classe ’89), Luca Amadori, che ha voluto buttarsi in questa avventura, vincendo dopo otto mesi la sua sfida.
Diploma di perito commerciale, ma la ristorazione e la cucina sempre nel cuore e, soprattutto, nel suo destino. A 33 anni, il 2 aprile 2022, Luca Amadori da Savignano sul Rubicone, ha coronato il suo sogno, aprendo l’“Osteria De Burdèl”. Il locale, che si trova in via Andrea Costa, 107/B, è composto da due sale separate da circa 20 posti l’una, per un totale di 40 sedute. Il nome, rigorosamente in dialetto romagnolo per richiamare il format, significa “l’osteria del ragazzo”, ed ha come obiettivo quello di esportare la tradizione romagnola fuori dai confini della Romagna e non solo. Nonostante i due anni di pandemia e la guerra in Ucraina che sta mettendo in ginocchio l’economia e le imprese, Amadori ha deciso di lanciarsi in questa sfida e dopo solo 8 mesi sembra aver avuto la meglio.
Luca, quando è nato il tuo amore per la ristorazione?
“A 14 anni, nella classica stagione estiva, quando ho avuto la mia prima esperienza come cameriere di sala. Mi sono diplomato nel 2007 in Perito Commerciale, corrispondente in lingue estere e parlo correntemente inglese, francese e spagnolo. Poi, nel 2014, a 25 anni, vengo assunto da Maurizio Campedelli, patron del ristorante “Onda Blu” di S. Mauro a Mare. In cinque anni con lui sono cresciuto in modo esponenziale, sia come professionista che come uomo”.
E come sei finito a Bologna?
“Perché, due anni fa, ho conosciuto Debora, la mia attuale compagna di vita sia privata che professionale, dà una mano sia in sala che in cucina”.
Quando e perché hai deciso di buttarti in questa avventura e aprire la tua attività in un periodo non certo favorevole come questo?
“Volevo fare qualcosa per me, per migliorare la mia vita e, visto che avevo le competenze e, soprattutto, la voglia di provarci, ho detto proviamoci! E così, il 2 aprile 2022, il mio sogno si è finalmente realizzato”.
Chi è a dirigere la cucina?
“Lo chef bolognese Massimiliano Burzi. Max è un professionista di 46 anni e dall’alto dei suoi 25 anni di esperienza nel settore, si è innamorato del progetto dell’Osteria e insieme abbiamo creato un menù che si rifà alla cucina della nonna, rivista in chiave moderna”.
E cioè?
“Abbiamo deciso di riportare il format delle Osterie di una volta, dove poter andare anche solo per un bicchiere in compagnia, un aperitivo oppure un dopo cena, con un’importante selezione di amari, distillati, cocktails e ottimo vino. La proposta culinaria, di mare e terra, a cura dello chef, è improntata alla freschezza e stagionalità delle materie prime, con una proposta elegante e mai uguale, volta a riscoprire le gioie della purezza della cucina di casa. Per fare questo, è indispensabile tenere una lista di piatti all’apparenza breve, ma ricca di sostanza e tanta, tanta ricerca”.
Il vostro segreto, quindi, sono i prodotti del territorio?
“Utilizziamo materie prime del territorio romagnolo, come la Mora Romagnola (maiale scuro presidio Slow Food autoctono delle colline di Romagna, cresciuto allo stato brado ndr), ed il pesce del nostro mare adriatico (secondo pescato ndr), oltre alla pasta fatta in casa. La gente sta iniziando a conoscerci ed apprezza sia la goliardia, che all’Osteria è di casa, ma anche e, soprattutto, la nostra scelta di puntare più alla qualità del prodotto piuttosto che alla quantità dell’offerta. Lo dimostrano infatti le bellissime recensioni online scritte dalla nostra clientela, sulla pagina di google, su facebook e sul portale thefork, dove è anche possibile prenotare un tavolo direttamente online”.
Un bilancio di queste festività natalizie?
“Quest’anno abbiamo notato un cambiamento importante nell’affluenza: c’è stato un aumento significativo del lavoro nelle serate infrasettimanali, con le classiche cene di auguri e ritrovi familiari, ed un conseguente calo nei giorni di festa”.
Cosa vi aspettate da questo 2023 appena cominciato?
“Ci aspettiamo tanto, ma la proposta rimane comunque quella: tradizione romagnola in evoluzione, qualità sulla quantità ad un prezzo accessibile a tutti, con la libertà di fermarsi per un breve pit stop oppure scegliere di trascorrere una serata completa in nostra compagnia. Ecco, è proprio questa la differenza che passa tra Ristorante e Osteria”.