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Home Economia

Petrolio, una fonte di instabilità politica

Tratto da lavoce.info

Redazione di Redazione
28 Marzo 2023
in Economia
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
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Vignetta di Cecco

Vignetta di Cecco

DI FEDERICA CAPPELLI, ricercatrice in Economia dell’Ambiente presso il dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara.
GIOVANNI CARNAZZA, ricercatore in Scienza delle Finanze presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa
E PIERLUIGI VELLUCCI, ricercatore in Metodi matematici dell’economia e delle scienze attuariali e finanziarie presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Roma Tre

 

Una forte dipendenza economica dal petrolio causa instabilità politica nei paesi produttori. La conseguenza è un rialzo dei prezzi che aumenta le difficoltà dei governi nei paesi importatori, soprattutto quando i partner commerciali sono pochi.

Il network del commercio di petrolio

Il petrolio svolge un ruolo fondamentale nel mercato energetico mondiale. Basti pensare che nel 2019 ha rappresentato il 33,1 per cento dell’offerta totale di energia primaria, una quota superiore a quella di qualsiasi altra fonte energetica. La rete internazionale connessa al suo commercio è particolarmente disomogenea: le riserve globali di petrolio, la sua produzione e il relativo consumo sono dislocati in proporzioni diverse tra le diverse aree del pianeta, determinando un rilevante disallineamento tra domanda e offerta.

In un recente lavoro, ricostruendo l’intero flusso bilaterale del commercio internazionale del petrolio all’interno della cosiddetta network analysis, abbiamo esaminato le diverse implicazioni che una forte dipendenza dalla risorsa possono determinare in termini di stabilità politica. Il tipo di metodologia che abbiamo utilizzato trae spunto dall’osservazione del funzionamento dei social network caratterizzati dall’interazione tra diversi individui. Il concetto di individuo può essere però esteso facilmente anche ad altri fenomeni socio-economici come, ad esempio, ai paesi coinvolti in uno scambio commerciale. In questo caso, l’oggetto dell’interazione può essere interpretato in termini di flusso di denaro. Da un punto di vista empirico, l’analisi complessiva delle relazioni bilaterali tra i diversi nodi di una rete è diventata molto popolare in campo finanziario, soprattutto dopo il fallimento di Lehman Brothers, ma si è recentemente affermata anche nel campo del commercio internazionale.

La maledizione delle risorse naturali

Per la prima volta, prendendo in considerazione 155 paesi in un periodo che va dal 1995 al 2019, la nostra analisi ha riguardato sia i paesi esportatori sia i paesi importatori. Partendo dal tema della maledizione delle risorse naturali – ampiamente dibattuto in letteratura – la nostra idea è che la forte dipendenza economica dal petrolio, che generalmente caratterizza i paesi produttori in termini di rendite, possa aumentare il rischio di instabilità politica interna, ad esempio, attraverso la competizione di diverse fazioni politiche per il controllo della risorsa naturale. Il rischio tende poi a concretizzarsi in un aumento del prezzo internazionale del greggio o in una interruzione della sua fornitura. La forte dipendenza energetica, che caratterizza invece i paesi importatori, fa sì che l’instabilità esogena si possa ripercuotere anche all’interno dei loro confini nazionali. L’aumento dei prezzi e della loro volatilità – così come l’incertezza legata alla disponibilità del petrolio – rappresentano probabilmente i canali fondamentali attraverso cui l’instabilità politica esterna attraversa indirettamente i confini nazionali. D’altro canto, la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie e delle capacità produttive delle imprese determina una forte pressione per interventi di aiuto a livello governativo che non tutti i paesi sono in grado di fornire, ad esempio a causa di ridotti margini fiscali. Basta pensare a quanto avvenuto nel corso del 2022 nei vari paesi europei a seguito della guerra in Ucraina.

I risultati dello studio

Le nostre ipotesi di ricerca sono state verificate prendendo come variabile dipendente l’indice di stabilità politica e l’assenza di violenza e terrorismo stimato dalla Banca Mondiale; e come potenziali determinanti la centralità nella rete del commercio internazionale del petrolio dei paesi esportatori e dei paesi importatori. Sfruttando la network analysis, in grado di ordinare i paesi sulla base di diverse misure di centralità negli scambi, e inserendo una serie di variabili di controllo volte a evitare la distorsione dei risultati, abbiamo così stimato l’impatto della dipendenza economica e della dipendenza energetica dal petrolio sull’aumento dell’instabilità politica interna.

Per quanto riguarda i paesi esportatori, i nostri risultati corroborano l’ipotesi dell’esistenza della maledizione delle risorse, sottolineando l’importanza delle rendite petrolifere e della maggiore intensità e centralità di exportnella riduzione della stabilità politica. L’impatto risulta particolarmente forte nei paesi già strutturalmente instabili, in linea con l’abbondante letteratura che vede nella qualità delle istituzioni un freno all’idea che il petrolio rappresenti una condanna piuttosto che una benedizione.

Un secondo tipo di maledizione delle risorse – legato, stavolta, alla dotazione indiretta di petrolio – emerge in relazione ai paesi intermediari, che sono in media moderatamente o molto stabili (come Regno Unito e Stati Uniti) e sufficientemente affidabili da avere solide relazioni commerciali con un gran numero di paesi su entrambi i lati della rete commerciale petrolifera. In tal caso, uno shock dell’offerta di petrolio da parte di questi paesi può avere effetti a cascata sull’economia globale.

Per quanto riguarda invece i paesi importatori, una forte dipendenza dal petrolio come principale fonte energetica può compromettere la stabilità politica anche negli stati strutturalmente stabili, attraverso l’importazione, assieme al petrolio, di instabilità politica: mentre una maggiore intensità delle importazioni di petrolio come principale fonte energetica influisce negativamente sulla stabilità dei paesi molto e moderatamente stabili, una maggiore concentrazione delle importazioni risulta dannosa soltanto ai paesi molto stabili politicamente. In altre parole, importare la gran parte del petrolio da un numero limitato di partner commerciali costituisce un grave rischio per la stabilità interna al crescere dell’instabilità politica dei paesi da cui si importa.

La nostra analisi fornisce una prima intuizione dei meccanismi che conducono all’instabilità politica sia nei paesi esportatori sia nei paesi importatori di petrolio. Se è vero che esiste una ricca letteratura relativa alla maledizione delle risorse naturali, è altresì vero che i rischi connessi all’import di petrolio raramente sono stati presi in considerazione. In questo senso, si dovrebbe fare uno sforzo maggiore nel collegare le vulnerabilità e i rischi affrontati dai paesi importatori alle condizioni specifiche del contesto in cui si trovano i singoli partner commerciali.

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